Accertamento Urgente Richiesto sugli Scarichi C31TLA35 e C31TLA36 nel Progetto “Energie per il Sarno”



Il Corpo Civico Nazionale delle Sentinelle dei Bacini Idrografici Italiani (C.N.S.B.I.I.) ha recentemente presentato una richiesta formale di accertamento riguardante la mancata chiusura degli scarichi C31TLA35 e C31TLA36, situati nei comuni di Mercato San Severino e Roccapiemonte. Questa azione si inserisce nel più ampio contesto del progetto “Energie per il Sarno”, che mira a tutelare le acque e gli ecosistemi collegati al fiume Sarno.

Il problema degli scarichi

Torrente Solofrana che scorre con acque trasparenti
Torrente Solofrana che scorre con acque trasparenti

Gli scarichi C31TLA35 e C31TLA36, identificati nella mappa interattiva del portale ufficiale www.energieperilsarno.it, sono stati individuati come fonti di inquinamento per il torrente Solofrana, che sfocia successivamente nell’Alveo Comune Nocerino, nel fiume Sarno, e infine nella Baia di Castellammare di Stabia. Nonostante la scadenza per la loro chiusura fosse fissata al 30 luglio 2022, questi scarichi continuano a riversare acque reflue, provocando un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute pubblica.

Monitoraggio e analisi del C.N.S.B.I.I.

Durante un sopralluogo effettuato il 18 settembre 2024, il C.N.S.B.I.I. ha rilevato la presenza di acque marroni provenienti dagli scarichi, destando preoccupazioni circa la qualità delle acque e il loro impatto sugli ecosistemi naturali. Queste osservazioni sono state accompagnate da una richiesta di indagine sugli scarichi industriali delle aziende conserviere presenti nell’area, con particolare attenzione ai processi di depurazione delle acque reflue.

Effetti sulla salute e sugli ecosistemi

Gli abitanti delle aree circostanti agli scarichi hanno subito per anni i miasmi causati dal continuo flusso di acque reflue, manifestando sintomi di stanchezza fisica ed emotiva. A fronte di queste situazioni, il C.N.S.B.I.I. ha richiesto l’intervento urgente delle autorità sanitarie locali per valutare l’impatto sulla salute pubblica. Inoltre, è stata sollecitata la pubblicazione di informazioni trasparenti sugli interventi pianificati e le analisi ambientali sul portale ufficiale.

Richieste del C.N.S.B.I.I.

Tra le azioni richieste dal C.N.S.B.I.I. ci sono:

  1. Accertamento immediato della mancata chiusura degli scarichi;
  2. Indagini approfondite sulla gestione degli scarichi industriali;
  3. Monitoraggio ambientale coordinato lungo il corso d’acqua fino alla Baia di Castellammare di Stabia;
  4. Tutela della salute pubblica attraverso uno studio epidemiologico nelle aree interessate.

Conclusione

Il C.N.S.B.I.I. rimane a disposizione delle autorità competenti per collaborare e trovare soluzioni sostenibili, volte a proteggere gli ecosistemi fluviali e la salute delle comunità locali.




Gestione Acque Clorate da Gori S.p.A.: Risposta al CNSBII



Introduzione

Nel contesto della crescente preoccupazione per la qualità dell’acqua e la tutela dell’ambiente naturale, il Corpo Civico Nazionale delle Sentinelle dei Bacini Idrografici Italiani (CNSBII) ha recentemente posto domande significative a Gori S.p.A., un’azienda responsabile della gestione dell’acquedotto che alimenta il Rio Foce, un affluente del fiume Sarno. L’obiettivo era comprendere la gestione delle acque clorate nell’acquedotto e le misure adottate per garantire la qualità dell’acqua nel Rio Foce.

La Richiesta del CNSBII

Nella lettera inviata da Michele Buscé, Coordinatore Nazionale del CNSBII, erano contenute quattro domande chiave:

  1. Processo di Clorazione: Il CNSBII ha chiesto dettagli sul processo di clorazione delle acque nell’acquedotto, inclusi informazioni sulla quantità di cloro utilizzata, il metodo di clorazione e la frequenza di aggiunta del cloro.
  2. Declorazione delle Acque: Si è domandato se venissero adottate misure di declorazione delle acque prima dell’immissione nel Rio Foce.
  3. Concentrazione Massima di Cloro: È stata posta una domanda sulla concentrazione massima di cloro consentita nell’acqua immessa nel Rio Foce in conformità alle normative vigenti.
  4. Monitoraggio della Qualità dell’Acqua: Infine, è stata richiesta informazioni sulla frequenza e sui metodi di monitoraggio della qualità dell’acqua nel Rio Foce.

La Risposta di Gori S.p.A.

In risposta alle domande del CNSBII, Gori S.p.A. ha fornito dettagli importanti sulla gestione delle acque nell’acquedotto e nel Rio Foce. L’azienda ha specificato che le acque non utilizzate per l’accumulo o l’immissione nella rete acquedottistica vengono rilasciate nel Rio Foce senza subire alcun trattamento, mantenendo le stesse caratteristiche della sorgente. Inoltre, la disinfezione dell’acqua prelevata dalla Sorgente di S.M. La Foce avviene mediante l’aggiunta continua di Biossido di Cloro con un dosaggio prestabilito.

Conclusioni

Sulla base delle informazioni fornite da Gori S.p.A., sembra che l’acqua non venga clorata prima dell’immissione nel Rio Foce. Pertanto, le preoccupazioni sulla declorazione delle acque e sulla concentrazione massima di cloro possono essere superate. Tuttavia, il CNSBII continua a vigilare sulla gestione delle acque e sulla qualità dell’ambiente naturale.

Questa interazione mette in evidenza l’importanza della trasparenza e della collaborazione tra organizzazioni ambientali e aziende per garantire la tutela delle risorse idriche e dell’ecosistema circostante. La ricerca di ulteriori informazioni e la comunicazione aperta rimangono fondamentali per il raggiungimento di un ambiente sano e sostenibile.




In agosto i Sindaci contro l’inquinamento del Fiume Sarno



Emergenza inquinamento nel territorio di Scafati: Una richiesta di coordinamento alle istituzioni locali

Scafati, 9 Agosto 2023 – L’allarme inquinamento nel territorio di Scafati suona sempre più forte. Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati, ha sollevato seri dubbi sulla situazione delle esalazioni malsane provenienti dal fiume Sarno e dai suoi affluenti, che stanno mettendo a repentaglio la salute dei cittadini e l’equilibrio ambientale. “Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, molte zone del nostro territorio subiscono le esalazioni provenienti dal Fiume Sarno e dai suoi canali – spiega Aliberti – I nostri concittadini sono costretti a rinchiudersi in casa e in alcuni casi addirittura a ricorrere alle cure ospedaliere. Questa emergenza sanitaria richiede un’azione coordinata e preventiva da parte di tutti gli attori coinvolti.”

Il sindaco ha invocato la creazione di una cabina di regia permanente presso la Prefettura di Salerno per coordinare le azioni dei vari enti preposti al controllo ambientale. Aliberti ha indicato la necessità di coinvolgere Organismi di Polizia Giudiziaria, Enti Locali, il Consorzio di Bonifica Integrale e altre organizzazioni, al fine di adottare strategie efficaci per affrontare il problema e limitare le ripercussioni sulla salute pubblica.

Questo appello per un coordinamento istituzionale mira a creare un approccio unitario per risolvere l’emergenza, attraverso una programmazione condivisa che possa prevenire o almeno ridurre significativamente le esalazioni dannose. Il coinvolgimento di tutte le parti interessate è essenziale per affrontare questa sfida complessa e proteggere la salute dei cittadini.

Inquinamento del canale Fosso Imperatore a San Valentino Torio: Una lotta congiunta per la tutela dell’ambiente

San Valentino Torio, 11 Agosto 2023 – Nel tentativo di contrastare l’inquinamento del Canale Fosso Imperatore, il Comune di San Valentino Torio ha condotto un sopralluogo congiunto con il Consorzio di Bonifica e i Carabinieri locali. Il sindaco Michele Strianese, insieme all’Assessore all’Ambiente Pasqualina Garofalo e ad altre autorità, ha ispezionato il Canale Fosso Imperatore, testimoniando direttamente la situazione critica.

L’inquinamento del canale rappresenta una minaccia diretta per l’ecosistema circostante e la salute pubblica dei residenti. Nel corso dell’ispezione, sono state raccolte prove visive e campioni d’acqua che attestano la gravità del problema. Il coinvolgimento delle forze dell’ordine e delle autorità locali dimostra un impegno concreto per affrontare l’emergenza ambientale.

Il sindaco Strianese ha lanciato un appello agli industriali responsabili degli scarichi nel canale, esortandoli a rispettare rigorosamente le leggi ambientali e a considerare l’ambiente e la salute pubblica come priorità assolute. Questo sforzo congiunto per indagare sull’inquinamento e intraprendere azioni correttive è un passo significativo verso la salvaguardia dell’ecosistema locale e il benessere dei cittadini.

Controllo dell’inquinamento nel Canale Fosso Imperatore a Nocera Inferiore: Una lotta continua per la qualità dell’acqua

Nocera Inferiore, 11 Agosto 2023 – Le autorità locali di Nocera Inferiore hanno intensificato gli sforzi per affrontare l’inquinamento nel Canale Fosso Imperatore. In attesa del completamento dei lavori di rete fognaria e di altre misure preventive, la Polizia Locale e l’Ufficio Ambiente del Comune hanno eseguito prelievi di campioni d’acqua dagli scarichi industriali. Questa azione è finalizzata a comprendere appieno l’entità dell’inquinamento durante un periodo di intensa attività produttiva.

Questi sforzi dimostrano un impegno continuo nel monitorare e affrontare l’inquinamento idrico. La raccolta e l’analisi dei campioni d’acqua aiuteranno a identificare le fonti di inquinamento e a implementare misure adeguate per proteggere la qualità dell’acqua e l’ambiente circostante.

Progressi nel risanamento del fiume Sarno: Una speranza per l’ecosistema fluviale

Nocera Inferiore, 10 Agosto 2023La chiusura dello scarico di via Dentice D’Accadia a Nocera Inferiore nel torrente Solofrana. Nuovi passi avanti nel risanamento del bacino idrografico del fiume Sarno sono stati compiuti grazie all’azione di Gori, l’azienda responsabile dei lavori di completamento della rete fognaria. Lo scarico diretto nel torrente Solofrana è stato chiuso, rappresentando un importante passo in avanti nel processo di depurazione del fiume.

Questa iniziativa fa parte di un piano più ampio denominato “Energie per il Sarno“, che mira a ridurre l’inquinamento del fiume attraverso una serie di interventi mirati. Il piano prevede la chiusura di numerosi scarichi inquinanti entro il 2025 e l’estensione dei servizi di fognatura e depurazione a un vasto numero di abitanti.

L’impegno di Gori e delle autorità locali nell’affrontare l’inquinamento del fiume Sarno rappresenta un passo importante verso il ripristino dell’ecosistema fluviale e la tutela della salute pubblica. Il coinvolgimento attivo delle istituzioni e la trasparenza nei progressi compiuti sono elementi chiave per affrontare con successo le sfide ambientali.




Contratti di Fiume per il Fiume Sarno: Il CNSBII Chiede Maggiore Coinvolgimento



Verso una Gestione Sostenibile delle Risorse Idriche: Il Ruolo dei Contratti di Fiume nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno. Parte il comitato promotore.

L’Organizzazione di Volontariato “Nuove Prospettive” e il gruppo ambientale “Corpo Civico Nazionale delle Sentinelle dei Bacini Idrografici Italiani (CNSBII)” hanno scritto una lettera all’Ufficio UOD Tutela delle Acque – Contratti di Fiume della Regione Campania, richiedendo informazioni sull’attuazione dei Contratti di Fiume nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno. Il focus principale è il coinvolgimento della società civile, con la proposta di creare un Comitato Promotore di origine civica per favorire una gestione sostenibile delle risorse idriche. La lettera solleva anche le sfide nella realizzazione dei Contratti di Fiume e l’importanza della collaborazione tra gli enti coinvolti per garantire una gestione responsabile delle acque.

Contratti di fiume. Nella continua lotta per preservare e tutelare le risorse idriche, il Fiume Sarno, situato nella regione Campania, assume un ruolo di particolare rilievo. La sua tutela e valorizzazione richiedono uno sforzo congiunto di istituzioni, enti privati e, soprattutto, della società civile. In questo contesto, i Contratti di Fiume si delineano come una soluzione fondamentale per una gestione sostenibile e partecipativa delle acque fluviali.

Recentemente, l’Organizzazione di Volontariato “Nuove Prospettive” e il gruppo ambientale “Corpo Civico Nazionale delle Sentinelle dei Bacini Idrografici Italiani (CNSBII)” hanno deciso di fare sentire la propria voce, rivolgendo una lettera all’Ufficio UOD Tutela delle acque – Contratti di fiume della Regione Campania. L’iniziativa mira a richiedere informazioni dettagliate sull’attuazione dei Contratti di Fiume nel territorio regionale, con particolare attenzione al Fiume Sarno.

Coinvolgimento della Società Civile: Il Cuore dei Contratti di Fiume

Entrambi gli enti si pongono come portavoce della società civile, riconoscendo l’importanza cruciale del coinvolgimento attivo dei cittadini e delle organizzazioni locali nella gestione delle risorse idriche. Per questo motivo, stanno promuovendo la creazione di un Comitato Promotore di origine civica, che fungerebbe da forum democratico per esprimere le voci e le esigenze delle persone che vivono e lavorano nelle vicinanze del Fiume Sarno.

Il coinvolgimento della società civile rappresenta un tassello fondamentale nella costruzione di una gestione consapevole e inclusiva delle risorse idriche. Attraverso un dialogo costruttivo tra tutti gli attori coinvolti, si possono individuare soluzioni innovative e sostenibili per affrontare le sfide legate alla tutela e valorizzazione del fiume.

Sfide e Opportunità: Verso una Gestione Sostenibile del Fiume Sarno

Tuttavia, come evidenziato nella lettera, la regione Campania ha finora affrontato delle difficoltà nell’attuazione dei Contratti di Fiume. Queste sfide devono essere superate attraverso una stretta collaborazione tra l’Ufficio UOD Tutela delle acque – Contratti di fiume e l’Osservatorio Regionale dei Contratti di Fiume. Solo con un monitoraggio costante e una condivisione di informazioni efficace sarà possibile garantire una gestione adeguata e sostenibile delle risorse idriche nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno.

La creazione del Comitato Promotore di origine civica rappresenterebbe un passo avanti significativo verso una gestione sostenibile delle acque. L’impegno dell’Organizzazione di Volontariato “Nuove Prospettive” e del gruppo ambientale “CNSBII” dimostra quanto sia vitale il coinvolgimento della società civile nella preservazione del nostro patrimonio idrico.

La richiesta di informazioni avanzata nella lettera riveste un’importanza fondamentale. Riguarda aspetti quali lo stato attuale dei Contratti di Fiume nel territorio, i progetti avviati e i futuri piani per la promozione di nuovi Contratti, i dati e report sull’andamento delle attività svolte e le risorse economiche dedicate a questa importante iniziativa.

L’articolo vuole essere un invito alla consapevolezza e alla partecipazione attiva di tutti i cittadini e delle organizzazioni nella gestione sostenibile delle risorse idriche del Fiume Sarno. Solo con uno sforzo collettivo potremo garantire un futuro migliore per questa preziosa risorsa e per le generazioni a venire. La voce della società civile ha il potere di fare la differenza e plasmare un ambiente più sano e sostenibile per tutti.




Forestare la Valle del Sarno, ripristino dell’ecosistema naturale.



Forestare la Valle del Sarno. Forestare una valle urbanizzata può essere una sfida, ma ci sono alcune tecniche e strategie che possono essere utilizzate per raggiungere l’obiettivo.

Prima di tutto, è necessario considerare l’adattabilità delle specie vegetali alle condizioni climatiche e del terreno della zona. Si devono scegliere le specie giuste che possono prosperare nella zona urbanizzata, anche in presenza di inquinamento atmosferico o del suolo.

In secondo luogo, si può prevedere la creazione di “isole verdi” o corridoi di alberi. Questo permette di creare un ambiente naturale che può fungere da riparo per la fauna selvatica e che può essere utilizzato anche come spazio di svago per i residenti.

Inoltre, si possono programmare attività di piantagione di alberi su larga scala, soprattutto in spazi pubblici come parchi, giardini o lungo le strade. Questo può aumentare notevolmente la quantità di biomassa presente nella zona e migliorare la qualità dell’aria oltre a creare un ambiente più piacevole ed accogliente.

Infine, è importante coinvolgere attivamente la comunità locale, in modo da promuovere un senso di appartenenza e responsabilità nei confronti dell’ambiente. La partecipazione di volontari, scuole e aziende può contribuire a rendere la forestazione più efficace e duratura.

La Forestazione della Valle del Sarno è un modo per salvaguardare il Fiume Sarno e dei suoi affluenti.

Obiettivo del progetto:

L’obiettivo del progetto è quello di avviare un’iniziativa di forestazione nella Valle del Sarno al fine di ripristinare l’antico ecosistema forestale e migliorare la qualità ambientale della regione. Attraverso la creazione di corridoi e isole di alberature autoctone e alloctone, si mira a ridurre le temperature, favorire la fitodepurazione del terreno, promuovere la formazione di nuovi ecosistemi naturali, aumentare l’umidità del suolo e favorire il ritorno di specie animali selvatiche.

Descrizione del progetto:

  1. Studio preliminare: Condurre uno studio scientifico dettagliato sulla Valle del Sarno, analizzando gli aspetti geologici, morfologici e tecnici del territorio. Questo studio servirà da base per la progettazione dell’iniziativa di forestazione.
  2. Identificazione delle aree: Individuare specifiche aree nella Valle del Sarno adatte alla forestazione. Queste aree dovrebbero essere incolte o abbandonate, e preferibilmente di proprietà di soggetti disposti a partecipare al progetto.
  3. Progettazione e pianificazione: Elaborare un piano dettagliato per la forestazione, considerando la scelta delle specie arboree autoctone e alloctone da utilizzare, il posizionamento dei corridoi e delle isole di alberature, nonché la gestione delle aree destinate alla selvicoltura.
  4. Coinvolgimento degli stakeholder: Coinvolgere attivamente i proprietari dei terreni, le comunità locali, le organizzazioni ambientaliste e le autorità competenti nella pianificazione e implementazione del progetto. Organizzare incontri, workshop e sessioni informative per promuovere la consapevolezza e il sostegno all’iniziativa.
  5. Avvio della forestazione: Avviare la fase di forestazione, che prevede la piantumazione delle specie arboree selezionate lungo i corridoi e nelle isole identificate. Assicurarsi che vengano seguite pratiche di piantumazione appropriate per garantire la crescita e la sopravvivenza delle piante.
  6. Monitoraggio e valutazione: Stabilire un sistema di monitoraggio regolare per valutare l’andamento del progetto. Monitorare la crescita delle piante, l’evoluzione degli ecosistemi, i cambiamenti nella qualità del suolo e la presenza di specie animali. Utilizzare i dati raccolti per apportare eventuali aggiustamenti e migliorare le pratiche di gestione.
  7. Sensibilizzazione e divulgazione: Promuovere la consapevolezza ambientale e la comprensione dell’importanza della forestazione attraverso campagne di sensibilizzazione, attività educative, produzione di materiale divulgativo e coinvolgimento dei media. Coinvolgere le scuole, le università e il pubblico generale per creare un senso di responsabilità condivisa verso la protezione dell’ambiente.
  8. Espansione e replicabilità: Valutare la fattibilità di estendere l’iniziativa di forestazione ad altre aree della Valle del Sarno e ad altri bacini idrografici. Documentare le migliori pratiche e le lezioni apprese durante l’implementazione del progetto, in modo da facilitare la replicazione in altre regioni.

  1. Monitoraggio a lungo termine: Assicurarsi che venga istituito un sistema di monitoraggio a lungo termine per valutare l’efficacia dell’iniziativa di forestazione nel ripristino dell’ecosistema originario della Valle del Sarno. Continuare a coinvolgere la comunità locale e gli stakeholder per garantire la gestione sostenibile delle aree forestali create.

Conclusioni:
Attraverso l’iniziativa di forestazione della Valle del Sarno, si mira a ripristinare l’originario ecosistema forestale, migliorare la qualità ambientale e promuovere la biodiversità nella regione. La partecipazione attiva degli stakeholder locali e il coinvolgimento del pubblico generale saranno fondamentali per il successo del progetto. L’iniziativa potrebbe rappresentare un modello per altre aree geografiche che desiderano affrontare sfide ambientali simili e contribuire alla conservazione dell’ecosistema.

Benefici economici derivanti dal Progetto.

Il progetto di forestazione della Valle del Sarno potrebbe creare opportunità economiche attraverso la pratica della selvicoltura. La selvicoltura è la gestione e la coltivazione delle foreste per ottenere benefici sia ambientali che economici. Ecco alcuni modi in cui questo progetto potrebbe generare economia:

  1. Produzione di legname: La forestazione prevede la piantumazione di alberi autoctoni e alloctoni. Nel corso degli anni, gli alberi raggiungono la maturità e possono essere utilizzati per la produzione di legname. La vendita del legname può rappresentare una fonte di reddito per il progetto.
  2. Valorizzazione dei prodotti forestali non legnosi: Oltre al legname, le foreste offrono una vasta gamma di prodotti non legnosi, come frutta, funghi, miele, erbe medicinali, resine e altri prodotti forestali. La gestione oculata delle risorse forestali può permettere la loro valorizzazione economica attraverso la raccolta, la trasformazione e la commercializzazione.
  3. Turismo ecologico: La creazione di un ecosistema forestale ricco e diversificato può attrarre turisti interessati alla natura e alle attività all’aperto. L’ecoturismo può portare benefici economici alla comunità locale attraverso l’ospitalità, la guida turistica, le attività ricreative e la promozione del territorio.
  4. Servizi ecosistemici: La forestazione contribuisce alla fornitura di servizi ecosistemici fondamentali, come la regolazione idrologica, la conservazione del suolo, la cattura di carbonio e la protezione della biodiversità. Questi servizi possono essere valorizzati attraverso meccanismi di mercato, come i pagamenti per i servizi ambientali, creando un potenziale flusso di entrate per il progetto.
  5. Creazione di posti di lavoro: La gestione delle attività di forestazione, il monitoraggio, la manutenzione e altre operazioni legate al progetto richiedono personale specializzato. La creazione di posti di lavoro nel settore forestale può contribuire alla crescita economica e all’occupazione locale.

È importante sottolineare che l’aspetto economico deve essere bilanciato con la conservazione e la tutela dell’ecosistema. La selvicoltura sostenibile e responsabile è essenziale per garantire la longevità e la resilienza dell’area forestale, evitando impatti negativi sull’ambiente.

A chi è rivolto il progetto e chi sono gli interessati a partecipare.

Gli stakeholder che possono essere coinvolti in un progetto del genere possono essere molteplici e diversificati, inclusi:

  • Proprietari Terrieri (Essenziale per la continuità progettuale)
  • Amministrazioni pubbliche locali e nazionali
  • Organizzazioni ambientaliste e naturalistiche
  • Istituti di ricerca e accademici
  • Comunità locale, residenti e associazioni di quartiere
  • Imprese private e agricoltori
  • Turisti e visitatori
  • Volontari.

La partecipazione e la collaborazione attiva di questi soggetti può contribuire ad aumentare la consapevolezza sull’importanza della forestazione, migliorare l’efficacia del progetto, aumentare la sostenibilità e la continuità delle iniziative, e creare un’ottica di inclusione a livello sociale e culturale.

Forestare la Valle del Sarno. Gli enti che possono fare parte della rete.

Coinvolgimento degli enti pubblici: Gli enti pubblici, come l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) e gli enti locali, hanno un ruolo fondamentale nel supportare questo progetto. L’ARPA può offrire consulenza tecnica, supporto nella valutazione dell’impatto ambientale e contributi finanziari per la realizzazione della forestazione. I Consorzi di Bonifica del territorio sono di fondamentale importanza per l’attuazione del progetto. Le aziende Regionali in House. Le amministrazioni comunali, inoltre, possono fornire supporto logistico, permessi e autorizzazioni necessarie per l’implementazione del progetto.

Partecipazione degli enti privati e delle organizzazioni no-profit: Le organizzazioni ambientaliste possono offrire un prezioso supporto tecnico e consulenza. Inoltre, le imprese forestali specializzate nella piantumazione e nella gestione forestale possono contribuire fornendo servizi a costo ridotto o attraverso partenariati. Le fondazioni e gli istituti di ricerca, dediti alla protezione dell’ambiente, possono offrire consulenza tecnica, ricerca e sostegno finanziario per il progetto.

Coinvolgimento della comunità locale: La partecipazione attiva della comunità locale è fondamentale per il successo di questo progetto di forestazione. Gli abitanti della zona possono offrire volontariato, manodopera e supporto nel monitoraggio e nella gestione a lungo termine dell’area forestale. Inoltre, le scuole possono coinvolgere gli studenti in attività educative legate all’ambiente e alla forestazione, promuovendo una maggiore consapevolezza e responsabilità verso l’ecosistema.


I Costi basati su 1000 mq di terreno agricolo.

La forestazione di 1000 metri quadrati di terreno agricolo in nella Valle del Sarno ad un livello prossimo a quello del mare comporta una serie di costi da considerare. I costi possono variare a seconda delle specifiche esigenze e delle condizioni del terreno, ma di seguito vengono presentati alcuni elementi chiave da considerare nella stima dei costi.

  1. Preparazione del terreno: Prima di avviare il processo di forestazione, potrebbe essere necessario preparare il terreno. Questo potrebbe includere la rimozione di eventuali colture agricole precedenti, la bonifica di eventuali contaminazioni o inquinamenti presenti nel suolo e la pulizia del terreno da detriti e ostacoli.
  2. Acquisto delle piante: Un fattore fondamentale nella forestazione è l’acquisto delle piante. Il costo dipende dal tipo di piante selezionate, inclusa la scelta tra specie autoctone o alloctone. Le piante autoctone tendono ad essere più adattate all’ambiente locale, ma potrebbe essere necessario acquistare anche specie alloctone per raggiungere determinati obiettivi ecologici.
  3. Piantumazione: La piantumazione delle piante richiede manodopera qualificata e attrezzature adeguate. Potrebbe essere necessario assumere lavoratori o specialisti del settore per garantire che le piante vengano correttamente piantate e adattate al terreno.
  4. Manutenzione: Le nuove piante richiedono un adeguato periodo di crescita e sviluppo, durante il quale è essenziale fornire cure adeguate. Ciò può includere l’irrigazione, la potatura, la pulizia delle erbacce e l’applicazione di fertilizzanti o altre sostanze nutritive per favorire la crescita sana delle piante.
  5. Monitoraggio e gestione a lungo termine: Dopo la fase iniziale di piantumazione, è importante monitorare e gestire il sito di forestazione nel lungo periodo. Ciò può comportare l’implementazione di misure di protezione contro incendi, parassiti o malattie, nonché l’adeguamento delle pratiche di gestione in base alle esigenze dell’ecosistema in formazione.
  6. Valutazione e monitoraggio degli effetti: Per valutare l’efficacia del progetto di forestazione, potrebbe essere necessario condurre studi di monitoraggio per rilevare i cambiamenti nell’ecosistema, la biodiversità e la qualità del suolo. Questi studi possono richiedere il coinvolgimento di esperti e professionisti specializzati nel campo ambientale.

È importante sottolineare che i costi possono variare notevolmente in base al territorio di piantumazione, alle condizioni specifiche del terreno e alla complessità dell’ecosistema da ripristinare. Al progetto verranno coinvolti esperti o professionisti del settore per ottenere una valutazione accurata dei costi e dei requisiti specifici per la forestazione partendo da un’area di 1000 metri quadrati di terreno agricolo nella valle del Sarno.

Forestare la Valle del Sarno. Stima economica di spesa su 1000 mq.

Preparazione del terreno:

  • Rimozione delle colture agricole precedenti: I costi possono variare in base alla tipologia di colture presenti e al metodo di rimozione utilizzato. Si stima un costo medio tra 500€ e 1.000€ per l’intera area di 1.000 metri quadrati.
  • Bonifica del suolo: Se il terreno presenta contaminazioni o inquinamenti, potrebbe essere necessario un intervento specifico. I costi possono variare notevolmente in base al tipo e all’estensione della bonifica richiesta. Si stima un costo medio tra 1.000€ e 5.000€, a seconda delle condizioni del terreno.

Acquisto delle piante:

  • Specie autoctone: I costi delle piante autoctone possono variare a seconda delle specie e delle dimensioni delle piante. Si stima un costo medio tra 5€ e 20€ per pianta. Considerando una densità di piantumazione di circa 4-5 piante per metro quadrato, il costo totale potrebbe variare tra 20.000€ e 100.000€.
  • Specie alloctone: Le piante alloctone possono avere un costo simile alle piante autoctone. Tuttavia, è consigliabile consultare esperti per identificare le specie più adatte e valutare i costi specifici.

Piantumazione:

  • Manodopera e attrezzature: I costi per la piantumazione dipendono dalla complessità del terreno, dalla disponibilità di acqua e dall’accessibilità del sito. Si stima un costo medio tra 1.000€ e 3.000€ per la piantumazione di 1.000 metri quadrati.

Manutenzione:

  • Irrigazione: I costi per l’irrigazione dipendono dal sistema di irrigazione utilizzato, dalla disponibilità di acqua e dalla dimensione del sito. Si stima un costo medio tra 500€ e 1.500€ per la fornitura e l’installazione di un sistema di irrigazione.
  • Potatura e controllo delle erbacce: La frequenza e la complessità delle operazioni di potatura e controllo delle erbacce possono variare. Si stima un costo medio tra 500€ e 1.500€ all’anno per la manutenzione dell’area di 1.000 metri quadrati.

Monitoraggio e gestione a lungo termine:

  • Protezione contro incendi e parassiti: I costi per misure di protezione possono variare in base alle caratteristiche del territorio e alle normative locali. Si stima un costo medio tra 1.000€ e 5.000€ per l’implementazione di misure di protezione.
  • Adattamento delle pratiche di gestione: I costi per l’adattamento delle pratiche di gestione dipendono dalle esigenze specifiche dell’ecosistema. Si stima un costo medio tra 500€ e 2.000€ all’anno per la gestione a lungo termine.

Valutazione e monitoraggio degli effetti:

  • Studi di monitoraggio: I costi degli studi di monitoraggio possono variare in base alle specifiche esigenze e alla complessità delle analisi richieste. Si stima un costo medio tra 2.000€ e 10.000€ per un’indagine di monitoraggio completa.
Tenendo conto di questi intervalli di costo, una stima approssimativa per un anno di forestazione potrebbe essere compresa tra 24.000€ e 114.000€

Le Figure professionali per l’avvio preliminare del progetto.

Nel progetto di forestazione della Valle del Sarno, diverse figure tecniche e professionalità sono fondamentali per garantire il successo dell’iniziativa. Di seguito sono elencate alcune delle figure che potrebbero essere coinvolte:

  1. Ecologo: Un ecologo studia gli ecosistemi, le relazioni tra gli organismi viventi e il loro ambiente. La presenza di un ecologo è essenziale per valutare l’ecosistema esistente, identificare le specie autoctone e alloctone da reintrodurre e valutare l’impatto della forestazione sull’habitat.
  2. Agronomo: Un agronomo si occupa della gestione delle colture e delle pratiche agricole. Nel contesto della forestazione, un agronomo può fornire consulenza sulla preparazione del terreno, la scelta delle piante, le tecniche di piantumazione e la gestione dei terreni agricoli circostanti.
  3. Silvicoltore: Un silvicoltore è un esperto nella gestione e nella coltivazione delle foreste. Questa figura professionale può guidare l’implementazione della piantumazione, la scelta delle specie arboree, la gestione della crescita delle piante e la pianificazione della gestione a lungo termine dell’area forestale.
  4. Geologo: Un geologo è responsabile di studiare la composizione del suolo, la sua struttura e la sua stabilità. Nel contesto della forestazione, un geologo può fornire informazioni preziose sulla composizione del suolo della Valle del Sarno e sull’idoneità delle aree per la piantumazione.
  5. Tecnico forestale: Un tecnico forestale è specializzato nella gestione delle risorse forestali. Questa figura può supportare l’organizzazione delle attività sul campo, la supervisione della piantumazione e la gestione delle operazioni di manutenzione e monitoraggio dell’area forestale.
  6. Esperto in idrologia: Un esperto in idrologia può contribuire a valutare l’impatto della forestazione sul sistema idrografico della Valle del Sarno. Questo professionista può analizzare i flussi d’acqua, le falde acquifere e le possibili modifiche all’equilibrio idrologico causate dalla forestazione.
  7. Ingegnere ambientale: Un ingegnere ambientale può essere coinvolto nella progettazione e nella gestione dei sistemi di drenaggio delle acque, nell’analisi dell’impatto ambientale e nella pianificazione delle infrastrutture necessarie per il progetto di forestazione.
  8. Tecnico del monitoraggio ambientale: Un tecnico del monitoraggio ambientale può svolgere il compito di raccogliere dati sulle condizioni dell’ecosistema, misurare gli indicatori di salute delle piante, analizzare l’andamento delle specie animali e fornire un feedback costante sul progresso del progetto.

Oltre a queste figure tecniche, è importante coinvolgere anche personale amministrativo, comunicatori scientifici ed educatori ambientali per la gestione dei permessi, la comunicazione del progetto alla comunità locale e l’educazione sul valore della forestazione e della conservazione dell’ecosistema.


Gli stakeholder interessati a partecipare al progetto possono contattare il Corpo Civico Nazionale delle Sentinelle dei Bacini Idrografici Italiani (CNSBII) attraverso il proprio sito web o via email all’indirizzo info@cnsbii.it. Il CNSBII sarà felice di valutare le richieste di partecipazione e di coinvolgere attivamente la comunità locale e gli altri stakeholder interessati nel progetto di forestazione della Valle del Sarno.

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Potenziamento fognario centro storico a Boscotrecase



Boscotrecase – Potenziamento fognario centro storico.

Gori sta attualmente implementando nuovi interventi per potenziare il servizio fognario e depurativo e ridurre l’inquinamento del fiume Sarno. I lavori sono in corso per estendere la rete fognaria nel centro storico di Boscotrecase. Gori è il soggetto responsabile di questa importante opera, che consentirà di convogliare i reflui di circa 300 abitanti all’impianto di Foce Sarno per la depurazione. Ciò contribuirà a superare alcune problematiche igienico-sanitarie e a ridurre l’inquinamento del fiume. Questo intervento fa parte del programma Energie per il Sarno, che è il risultato della collaborazione tra Gori, la Regione Campania e l’Ente Idrico Campano.

Il 7 giugno 2023 si è svolto un sopralluogo nell’area di cantiere allestita in via Annunziatella. L’intervento prevede la posa di una doppia condotta per un totale di 260 metri, oltre alla realizzazione di 20 nuovi allacciamenti. Inoltre, saranno eseguiti 46 nuovi allacciamenti in corso Umberto I, 7 nuovi allacciamenti in via Marani e l’estensione della rete fognaria di ulteriori 100 metri con 7 nuovi allacciamenti in via Lepanto.

I lavori sono già stati completati in via Rivo Carotenuto e via Iossa. Il sindaco Pietro Carotenuto ha dichiarato che, in collaborazione con Gori, si sta lavorando dal 2016 per completare la rete fognaria, intervenendo anche in altre aree di Boscotrecase, comprese quelle periferiche. Inoltre, a breve inizieranno i lavori in via Ugo Foscolo, via Settembrini e via Fruscio, grazie a un finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro. Tali interventi beneficeranno anche i comuni limitrofi e risolveranno il problema degli allagamenti in via Sepolcri, a Torre Annunziata.

Gori si impegna al potenziamento fognario del centro storico e depurativo in collaborazione con la Regione Campania, l’Ente Idrico Campano e le Amministrazioni Comunali, al fine di adottare strategie adeguate alle esigenze del territorio. L’amministratore delegato di Gori, Vittorio Cuciniello, ha sottolineato l’importanza di tali interventi nel contesto del programma Energie per il Sarno.

Il programma Energie per il Sarno, che coinvolge anche il territorio di Boscotrecase, mira a bonificare completamente il fiume Sarno, rispondendo alle necessità della comunità che desidera un servizio moderno, efficiente e attento alle questioni ambientali. La collaborazione tra la Regione Campania, l’Ente Idrico Campano e Gori ha reso possibile la realizzazione di questo programma. Secondo il Coordinatore del Distretto Sarnese Vesuviano dell’Ente Idrico Campano, Raffaele Coppola, tale iniziativa rappresenta un passo importante per il territorio.

Il Presidente dell’Ente Idrico Campano, Luca Mascolo, ha evidenziato che l’avvio dei lavori per l’estensione della rete fognaria nel centro storico di Boscotrecase rappresenta una tappa nel percorso avviato da EIC, Regione Campania e Gori per risolvere le principali problematiche ambientali presenti in Campania e raggiungere l’ambizioso obiettivo di bonificare completamente il fiume Sarno entro la fine del 2025.

Ente Idrico CampanoRegione Campania




Fiume Sarno: La crisi dei rifiuti solidi minaccia l’ecosistema

Rifiuti solidi nel fiume Sarno: un’indagine sull’ecosistema minacciato

Nella zona del Bacino Idrografico del Sarno, si verifica frequentemente una situazione in cui una massa di rifiuti galleggianti si accumula e blocca il deflusso delle acque del Fiume Sarno proprio sul ponte di Via Roma strada provinciale di Salerno n. 5 a San Marzano Sul Sarno. Questo fenomeno si ripete regolarmente. In questo caso, il ponte funge da barriera artificiale e impedisce ai rifiuti di raggiungere il mare nella baia stabiese o di disperdersi lungo le sponde del fiume o nel suo stesso letto.


Questa sezione è dedicata all’aggiornamento costante della problematica relativa ai rifiuti nel Fiume Sarno. Qualsiasi nuova azione intrapresa verrà tempestivamente riportata in una tabella apposita, al fine di mantenere i lettori informati sulle misure adottate e sui progressi compiuti nella gestione dei rifiuti. Saranno inclusi dettagli riguardanti la data dell’azione, la descrizione delle attività svolte e gli eventuali risultati ottenuti. L’obiettivo principale è quello di fornire una panoramica chiara e aggiornata delle iniziative prese per affrontare questa problematica critica, al fine di promuovere la trasparenza e la responsabilità nella gestione dei rifiuti nel Fiume Sarno.

Sezione aggiornamento: Azioni adottate Enti Data interventi
Inizio rimozione dei rifiuti dall’alveo / 07/06/2023

A chi spetta la rimozione di questi rifiuti in Campania?

La legge regionale 14/2016 della Campania ha introdotto un nuovo elemento di novità con l’articolo 35. Secondo questo articolo, i costi associati alla rimozione e allo smaltimento dei rifiuti provenienti dai corpi idrici superficiali, che impattano i territori dei Comuni situati a valle del bacino idrografico, sono a carico dei Comuni stessi. Il regolamento per la definizione di tali costi e l’identificazione delle migliori misure di prevenzione e vigilanza sarà stabilito dall’Ente d’Ambito competente.

Nonostante la formulazione poco chiara dell’articolo, finalmente si specifica in modo esplicito che la responsabilità della rimozione e dello smaltimento dei rifiuti dai corpi idrici superficiali, come i corsi d’acqua naturali e i canali di bonifica, ricade sui Comuni. Tuttavia, non è ancora possibile determinare con precisione quale Comune sia competente in ogni caso specifico, poiché la norma fa riferimento a un regolamento che sarà definito dall’Ente d’Ambito territorialmente competente. In ogni caso, spetta ai singoli Comuni assumersi i costi associati alla rimozione e allo smaltimento dei rifiuti abbandonati nei corpi idrici superficiali.

I costi della rimozione e dello smaltimento dei rifiuti che dai corpi idrici superficiali incidono sui territori dei Comuni a valle idrografica ricadono sui Comuni appartenenti al bacino idrografico del corso d’acqua con regolamento definito dagli EdA, anche utile all’identificazione delle migliori misure di prevenzione e vigilanza.

Art. 35 (Rifiuti da corpi idrici superficiali e abbandono sul demanio regionale)

L’incombente minaccia dei rifiuti solidi nel fiume Sarno: un’indagine sull’ecosistema in pericolo

Rifiuti nel fiume sarno in Via Roma strada provinciale di Salerno n. 5 a San Marzano Sul Sarno.

Un fiume di Rifiuti, il Sarno.

Introduzione:
Il fiume Sarno, situato nella regione campana dell’Italia meridionale, è afflitto da una crisi ambientale senza precedenti causata dalla presenza di rifiuti solidi. Nonostante sia stato un importante centro di vita e di attività umane per secoli, il fiume è diventato tristemente noto come uno dei corsi d’acqua più inquinati del paese. Questo articolo esplorerà la situazione attuale dei rifiuti solidi nel fiume Sarno, i fattori che hanno contribuito a questa crisi e le possibili soluzioni per contrastarla.

Un ecosistema in pericolo:
Il fiume Sarno, una volta fonte di sostentamento per le comunità locali e una risorsa naturale vitale per l’agricoltura e l’irrigazione, è stato progressivamente soffocato da rifiuti solidi di ogni tipo. La presenza di rifiuti industriali, plastica, materiali da costruzione, e persino rifiuti organici ha causato gravi danni all’ecosistema fluviale. Gli animali che abitavano il fiume sono stati costretti a migrare o sono stati decimati dalla contaminazione, mentre le acque inquinate hanno avuto un impatto negativo sulla salute delle comunità che dipendono dal fiume per l’approvvigionamento idrico.

Cause della crisi:
Ci sono diverse cause alla base della crisi dei rifiuti solidi nel fiume Sarno. In primo luogo, il problema del conferimento illegale dei rifiuti è diffuso nella regione. Alcuni individui e imprese sfruttano l’assenza di controlli adeguati per sbarazzarsi dei loro rifiuti in modo illecito, riversandoli nel fiume o lasciandoli abbandonati lungo le sue rive. Inoltre, l’insufficiente infrastruttura per la gestione dei rifiuti, compreso il trattamento e lo smaltimento corretto, ha contribuito all’accumulo di rifiuti solidi nel fiume. La mancanza di consapevolezza ambientale e di educazione sulla corretta gestione dei rifiuti sono ulteriori fattori che hanno aggravato la situazione.

Effetti sulla salute e sull’economia:
La presenza di rifiuti solidi nel fiume Sarno ha avuto conseguenze devastanti sulla salute delle persone che vivono nelle vicinanze. L’inquinamento dell’acqua potabile ha causato problemi di salute pubblica, compresi disturbi gastrointestinali, malattie della pelle e un aumento dei casi di tumori. Inoltre, l’immagine negativa del fiume ha danneggiato l’economia locale, riducendo il turismo e l’attrattiva delle aree circostanti per gli investimenti.

Leggi anche: L’inquinamento idrico: una minaccia tangibile che richiede azioni immediate

Soluzioni possibili:
Per affrontare la crisi dei rifiuti solidi nel fiume Sarno, sono necessarie azioni urgenti e coordinate. Innanzitutto, è fondamentale migliorare l’applicazione delle leggi ambientali e aumentare le sanzioni per chi commette illeciti ambientali, inclusi il conferimento illegale dei rifiuti e il danneggiamento del fiume. In secondo luogo, occorre investire nella costruzione di impianti di trattamento dei rifiuti e promuovere la sensibilizzazione sulla corretta gestione dei rifiuti a livello locale, coinvolgendo le comunità e le scuole. Inoltre, è necessaria una stretta collaborazione tra le autorità locali, le aziende e le organizzazioni non governative per sviluppare strategie di pulizia del fiume e di ripristino dell’ecosistema.

Conclusioni:
La crisi dei rifiuti solidi nel fiume Sarno rappresenta una sfida urgente per l’intera comunità. È essenziale adottare misure concrete per affrontare questo problema, proteggendo l’ecosistema fluviale e ripristinando la salute e la prosperità delle comunità locali. Il recupero del fiume Sarno richiederà uno sforzo collettivo, ma attraverso una combinazione di azioni legali, infrastrutturali ed educative, è possibile avviare un processo di cambiamento che garantirà un futuro sostenibile per questa risorsa naturale preziosa.




Rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino, esposto in Procura

Il CNSBII ha depositato un esposto per i reati di Abbandono di rifiuti e combustione illecita di rifiuti nelle acque superficiali dell’Alveo Comune Nocerino in San Marzano Sul Sarno (Salerno) all’altezza di via Guglielmo Marconi presso il ponte viario che collega la città ad Angri.

L’Alveo Comune Nocerino è il corso d’acqua naturale che trasporta le acque dei Torrenti Cavaiola e Solofrana e dello stesso Alveo nel Fiume Sarno.

Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti e l’appicco degli stessi nei corsi d’acqua è ormai una condizione che si replica in forma abituale nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno. La pubblica amministrazione locale, ad oggi, non è riuscita a correre ai ripari; i criminali che abitualmente abbandono e appiccano i rifiuti continuano la loro attività in modo indisturbato.

E’ stato programmato l’abbattimento del ponte viario di Via Guglielmo Marconi, l’annuncio è stato dato da diverso tempo. E’ di questi giorni la notizia che verranno installate ulteriori barriere galleggianti per intercettare i rifiuti, ma ad oggi non ci sono soluzioni concrete per limitare l’accesso dei rifiuti nelle acque superficiali. Il problema resta.

Ora la Procura della Repubblica competente sul territorio dovrà capire se quanto documentato può ritrovare dei responsabili.




Fiume Sarno, la Polizia Metropolitana sequestra burrificio a Sant’Antonio Abate che sversava reflui inquinanti. Denunciati i responsabili

Fiume Sarno: Sant’Antonio Abate

I responsabili di un burrificio operante sul territorio del comune di Sant’Antonio Abate sversavano direttamente in pubblica fognatura e senza alcun titolo autorizzativo i reflui derivanti dalla lavorazione del burro, in particolare la parte più inquinante della trasformazione del latte. Gli scarichi alteranti finivano così, senza alcuna autorizzazione, nel Canale Marna, affluente del Sarno, e di lì in mare. Sequestrato l’impianto di 2.000 metri quadri e denunciati all’Autorità Giudiziaria i vertici aziendali.

Video CNSBII
Smaltimento di acque reflue

Avrebbero dovuto provvedere a raccogliere i reflui industriali in apposite cisterne e a smaltirli con i tempi e le modalità previste dalla legge attraverso ditte autorizzate che si occupano del trasporto e del conferimento in siti appositamente attrezzati. Oppure avrebbero dovuto trattarli e depurarli in impianti di depurazione presenti in azienda e poi scaricare le acque, così depurate, nella pubblica fognatura previa specifica autorizzazione.

L’operazione

La Polizia della Città Metropolitana di Napoli – nell’ambito delle indagini sul fiume Sarno disposte dalla Procura di Torre Annunziata diretta dal Procuratore Nunzio Fragliassoha, invece, scoperto che i responsabili di un burrificio operante sul territorio del comune di Sant’Antonio Abate sversavano direttamente nella fognatura pubblica e senza alcun titolo autorizzativo, attraverso una manichetta montata ad hoc all’occorrenza, i reflui derivanti dalla lavorazione del burro, in particolare la parte più inquinante della trasformazione del latte. Gli scarichi alteranti finivano così, senza alcuna autorizzazione, nel Canale Marna, affluente del Sarno, e di lì in mare.

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Video della Polizia Metropolitana
Rapidità nell’azione di contratto agli illeciti

Gli agenti della Polizia Metropolitana, coordinati dal Comandante Lucia Rea, hanno colto in flagranza i responsabili e hanno così proceduto al sequestro dell’impianto, di circa 2.000 metri quadri, nel quale venivano effettuate attività di lavorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio ed export del latte e dei suoi derivati.

Le divise di piazza Matteotti – che nell’operazione hanno beneficiato della collaborazione dei tecnici della GORI, il soggetto gestore del Servizio Idrico Integrato dell’Ambito Distrettuale Sarnese-Vesuviano comprensivo di 76 comuni, distribuiti tra le province di Napoli e Salerno, tra cui Sant’Antonio Abate – hanno, poi, proceduto a denunciare all’Autorità Giudiziaria i vertici aziendali per il reato di scarico non autorizzato in pubblica fognatura, in violazione dell’art. 124 comma 1 sanzionato dall’art. 137 del D. Lgs. 152/06.

Attività del CNSBII

Il CNSBII nel corso degli anni ha effettuato una serie di attività di lungo il Marna tributario del Fiume Sarno, più volte le nostre osservazioni si sono concluse con Esposti e Segnalazioni alla Autorità Giudiziaria.




In fase di rimozione i rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino a San Marzano Sul Sarno


Il 3 agosto è avviata la fase di rimozione dei rifiuti dall’Alveo Comune Nocerino, tributario del Fiume Sarno ricadente nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno

COORDINATE GPS: 40.770862416058904, 14.565196635789574


Aggiornamento: 5 agosto, le azioni di rimozione sono state sospese.

Il CNSBII, nel corso di diversi anni ha attivato un’attenta attività di monitoraggio del corso d’acqua Alveo Comune Nocerino. Questo canale collega le acque dei Torrenti Solofrana e Cavaiola al Fiume Sarno.

Nel 2020 abbiamo intensificato le attività di monitoraggio attivando una interlocuzione continua con gli organi Regionali della Campania che ha generato una quantità di materiale, di diverse centinaia di megabyte, che ne comprovava lo stato di rischio, di pericolosità e di abbandono del luogo, delle aree ripariali e della scadente qualità delle acque. Punto di approfondimento da parte del CNSBII è la presenza di RSU – Rifiuti Solidi Urbani nei corsi d’acqua.

A tal proposito abbiamo inviato una comunicazione all’EDA – Ente D’Ambito dei Rifiuti nella Provincia di Salerno ove chiedavamo cosa comportava questo fermo della gestione della rimozione dei rifiuti. Ci veniva comunicato che era in fase di redazione un regolamento che ripartiva i costi di smaltimento dei rifiuti a tutti comuni del Bacino a seconda di laddove i rifiuti venivano intercettati.

A questi link è possibile visionare qualche precedente attività da noi svolta Rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino, il CNSBII chiede la rimozione, San Marzano Sul Sarno. Rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino, il CNSBII sollecita gli Enti.

L’alveo presente in San Marzano Sul Sarno ha un ponte viario ubicato su Via Guglielmo Marconi che dovrebbe essere abbattuto. Questo permetterebbe la migliore defluizione delle acque nel Fiume Sarno ma allo stesso tempo anche i rifiuti che vi transitano. Per tale motivo, la Regione Campania ha pensato di installare dei sistemi galleggianti di trattenimento dei rifiuti che limiterebbero così l’avvio a mare di rifiuti plastici e delle famose canne di Arundo Donax.

Dal 2 agosto 2021 la Regione Campania, sta effettuando il prelievo dei rifiuti in alveo in attesa di avere le autorizzazione per il conferimento in discarica.

LA CRONISTORIA DEGLI ATTI

Il CNSBII a prodotto tre atti di sollecito della rimozione dei rifiuti redatti ed inviati il:


27 marzo 2021

Richiesta di rimozione dei Rifiuti dal Corpo Idrico Superficiale “Alveo Comune Nocerino”, Bacino idrografico del Fiume Sarno.


14 maggio 2021

Segnalazione di incendio di rifiuti su segnalazione di abbandono rifiuti nel corpo idrico superficiale Alveo Comune Necerino coordinate. 40°46’15.2″N 14°33’54.8″E – https://goo.gl/maps/etWeLs1w3Ev1X5qZ7


23 LUGLIO 2021

Sollecito di rimozione di rifiuti dal Corpo Idrico Superficiale “Alveo Comune Nocerino” in San Marzano Sul Sarno – INVIATO A:

PEC Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia
PEC Capitaneria di Porto di Torre Annunziata
PEC Carabinieri Forestale Sarno
PEC Ente d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani – Ambito Territoriale Ottimale “Salerno”
PEC Parco Regionale del Fiume Sarno
PEC Arpac

PEC Comune di San Marzano Sul Sarno
PEC Polizia Locale di San Marzano Sul Sarno
PEC Alla UOD 50 18 05 Genio Civile di Salerno, Protezione Civile
PEC Alla UOD 50 17 09 Autorizzazioni Ambientali e rifiuti Salerno
PEC Alla Provincia di Salerno Servizio di Rifiuti e Bonifiche
PEC Al Consorzio di Bonifica Integrale Comprensorio Sarno
PEC All’attenzione dell’Incaricato per il contrasto al fenomeno dei roghi di rifuti nella regione Campania
PEC Sma Campania

Il CNSBII, comunica che seguirà da vicino tutte le fasi di rimozione fino allo smaltimento dei rifiuti e da subito invierà una richiesta di chiarimenti in merito a cosa si porrà in essere non appena verrà a crearsi una successiva occlusione fluviale lungo il corso d’acqua.

Inoltre informeremo la Procura e la Prefettura territoriale per aggiornarli di quanto sta accadendo che seppur potrà sembrare una sorta di punto di arrivo, se non non accostata, all’attività di rimozione anche le soluzione per evitare una nuova occlusione si rischia così di applicare un costo non da poco alle casse comuni e dei cittadini.