Scafati, scoperta una montagna di rifiuti.

Il CNSBII, deve di nuovo documentare l’inciviltà dei cittadini. In altre parole, dei cittadini, in barba alle norme comunali, abbandonano rifiuti. Ad essere ritrovato un sito di oltre 50 mq di immondizia di vario genere con annessi altri 1700 mq di rifiuti abbandonati in modo incontrollato. I luoghi di abbandono sono aree naturali e agricole. Si nota così che alcuni non hanno ancora compreso il sistema di conferimento dei rifiuti nel proprio comune.

CNSBII ALERT – 0890977183  

Segnala lo sversamento di: rifiuti e roghi, di reflui e rifiuti nei fiumi

A tal proposito, il CNSBII si è da subito attivato e ha collocato su Scafati, comune della provincia di Salerno, due Sentinelle che effettueranno un censimento delle criticità. Si è vista necessaria questa scelta per assistere i cittadini attivi del territorio che ci hanno contattati. Il sistema di contatto con il CNSBII è CNSBII-ALERT: segnala lo sversamento di reflui e rifiuti abbandonati

I rifiuti si trovano a ridosso di un corso d’acqua. Inoltre, il rischio che questi vengano incendiati è alto.

L’abbandono di rifiuti è una piaga su molti comuni della Campania. Possiamo quasi dire che nessun comune si salva da questo fenomeno. Il nostro monitoraggio attento ci porta a segnalare tempestivamente gli illeciti. Un messaggio chiaro per i criminali che dovranno fare i conti con maggiore sorveglianza.

Ad essere oggetto di sopralluogo è una periferia della città di Scafati che ha subito questo fenomeno. Abbiamo segnalato tempestivamente la problematica agli organi di controllo che da qui a breve dovranno attivarsi.

Per questioni di sicurezza, abitualmente, non rileviamo la posizione dei rifiuti.




Nocera Inferiore. Abbandono di rifiuti in periferia, il comune si attiva per la rimozione e messa in sicurezza del sito.

Il CNSBII, nelle normali attività di osservazione del territorio ha individuato per il tramite di un proprio osservatore civico un’area oggetto di abbandono di rifiuti. Dopo aver effettuato i rilievi del caso, abbiamo inviato una PEC al settore ambiente del comune di Nocera Inferiore che ci comunica che erano già in atto le procedure di messa in sicurezza e rimozione dei rifiuti.

Abbiamo provveduto a segnalare agli organi di controllo territoriali il sito.

Segnala le criticità ambientali, ora!

Il fenomeno di abbandono e incendio dei rifiuti sono eventi che devono essere contrastati, per tale ragione abbiamo intensificato le attività di osservazione sulla località di Nocera Inferiore e aree viciniore ove sono stati rinvenuti i rifiuti. I luoghi oggetto di abbandono, spesso sono aree di campagna, zone isolate che spesso sono oggetto di questi fenomeni criminali.

E’ importante l’osservazione del territorio, la segnalazione degli illeciti e il colloquio tra segnalante e Pubblica Amministrazione. Il Comune di Nocera Inferiore di comunica intanto che le attività di rimozione proseguono al fine di risolvere la criticità entro la fine del mese.

LO SVERSAMENTO ILLECITO DEI RIFIUTI AUMENTA I COSTI DI GESTIONE

Lo sversamento di rifiuti aumenta i costi di gestione generando a catena un probabile aumento dei costi che vanno a carico dei contribuenti. Per tale motivo il CNSBII invita la cittadinanza ad osservare il territorio. Infatti è la segnalazione tempestiva agli organi di controllo del territorio ad aumentare le probabilità dell’individuazione dei responsabili.




In fase di rimozione i rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino a San Marzano Sul Sarno


Il 3 agosto è avviata la fase di rimozione dei rifiuti dall’Alveo Comune Nocerino, tributario del Fiume Sarno ricadente nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno

COORDINATE GPS: 40.770862416058904, 14.565196635789574


Aggiornamento: 5 agosto, le azioni di rimozione sono state sospese.

Il CNSBII, nel corso di diversi anni ha attivato un’attenta attività di monitoraggio del corso d’acqua Alveo Comune Nocerino. Questo canale collega le acque dei Torrenti Solofrana e Cavaiola al Fiume Sarno.

Nel 2020 abbiamo intensificato le attività di monitoraggio attivando una interlocuzione continua con gli organi Regionali della Campania che ha generato una quantità di materiale, di diverse centinaia di megabyte, che ne comprovava lo stato di rischio, di pericolosità e di abbandono del luogo, delle aree ripariali e della scadente qualità delle acque. Punto di approfondimento da parte del CNSBII è la presenza di RSU – Rifiuti Solidi Urbani nei corsi d’acqua.

A tal proposito abbiamo inviato una comunicazione all’EDA – Ente D’Ambito dei Rifiuti nella Provincia di Salerno ove chiedavamo cosa comportava questo fermo della gestione della rimozione dei rifiuti. Ci veniva comunicato che era in fase di redazione un regolamento che ripartiva i costi di smaltimento dei rifiuti a tutti comuni del Bacino a seconda di laddove i rifiuti venivano intercettati.

A questi link è possibile visionare qualche precedente attività da noi svolta Rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino, il CNSBII chiede la rimozione, San Marzano Sul Sarno. Rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino, il CNSBII sollecita gli Enti.

L’alveo presente in San Marzano Sul Sarno ha un ponte viario ubicato su Via Guglielmo Marconi che dovrebbe essere abbattuto. Questo permetterebbe la migliore defluizione delle acque nel Fiume Sarno ma allo stesso tempo anche i rifiuti che vi transitano. Per tale motivo, la Regione Campania ha pensato di installare dei sistemi galleggianti di trattenimento dei rifiuti che limiterebbero così l’avvio a mare di rifiuti plastici e delle famose canne di Arundo Donax.

Dal 2 agosto 2021 la Regione Campania, sta effettuando il prelievo dei rifiuti in alveo in attesa di avere le autorizzazione per il conferimento in discarica.

LA CRONISTORIA DEGLI ATTI

Il CNSBII a prodotto tre atti di sollecito della rimozione dei rifiuti redatti ed inviati il:


27 marzo 2021

Richiesta di rimozione dei Rifiuti dal Corpo Idrico Superficiale “Alveo Comune Nocerino”, Bacino idrografico del Fiume Sarno.


14 maggio 2021

Segnalazione di incendio di rifiuti su segnalazione di abbandono rifiuti nel corpo idrico superficiale Alveo Comune Necerino coordinate. 40°46’15.2″N 14°33’54.8″E – https://goo.gl/maps/etWeLs1w3Ev1X5qZ7


23 LUGLIO 2021

Sollecito di rimozione di rifiuti dal Corpo Idrico Superficiale “Alveo Comune Nocerino” in San Marzano Sul Sarno – INVIATO A:

PEC Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia
PEC Capitaneria di Porto di Torre Annunziata
PEC Carabinieri Forestale Sarno
PEC Ente d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani – Ambito Territoriale Ottimale “Salerno”
PEC Parco Regionale del Fiume Sarno
PEC Arpac

PEC Comune di San Marzano Sul Sarno
PEC Polizia Locale di San Marzano Sul Sarno
PEC Alla UOD 50 18 05 Genio Civile di Salerno, Protezione Civile
PEC Alla UOD 50 17 09 Autorizzazioni Ambientali e rifiuti Salerno
PEC Alla Provincia di Salerno Servizio di Rifiuti e Bonifiche
PEC Al Consorzio di Bonifica Integrale Comprensorio Sarno
PEC All’attenzione dell’Incaricato per il contrasto al fenomeno dei roghi di rifuti nella regione Campania
PEC Sma Campania

Il CNSBII, comunica che seguirà da vicino tutte le fasi di rimozione fino allo smaltimento dei rifiuti e da subito invierà una richiesta di chiarimenti in merito a cosa si porrà in essere non appena verrà a crearsi una successiva occlusione fluviale lungo il corso d’acqua.

Inoltre informeremo la Procura e la Prefettura territoriale per aggiornarli di quanto sta accadendo che seppur potrà sembrare una sorta di punto di arrivo, se non non accostata, all’attività di rimozione anche le soluzione per evitare una nuova occlusione si rischia così di applicare un costo non da poco alle casse comuni e dei cittadini.




Canale Marna, il CNSBII invia informativa alla Procura

Il CNSBII, ha raccolto una serie di informazioni utili nell’arco di qualche mese ad individuare alcune fonti di inquinamento nel Canale Marna. Corso d’acqua del Consorzio di Bonifica del Comprensorio Sarno.

Il Marna, ubicato tra i comuni di Sant’Antonio Abate (NA), Scafati (SA), Santa Maria la Carità (NA) e Pompei (NA) presenta alcune immissioni provenienti da scarichi industriali, scaricatori di piena fognari e dell’impianto di depurazione Regionale che potenzialmente potrebbero arrecare un danno ambientale al canale nel caso di imprevisti o di immissioni abusive.

Per tale ragione, i nostri operatori hanno effettuato dei sopralluoghi al canale. L’obiettivo è documentare le criticità ed inviarle con una informativa alla Procura territoriale. Ricordiamo che il controllo della qualità degli scarichi spetta ai Sindaci del territorio.

Inoltre il CNSBII ha inviato per conoscenza al Consorzio di Bonifica Sarno quanto rilevato.




Bacino del Sarno. Monte Citola in fiamme.

Monte Citola è nuovamente in fiamme. Il 28 luglio il nostro nucleo delle vedette anticendio boschivo hanno segnalato al SOPI territoriale due punti di incendio in quota. Monte Citola, un monte di 494 metri s.l.m., presenta una morfologia che vede nel versante verso Nocera Inferiore una parete molto pendente ma boscata, mentre la parte che va verso Cava De’ Tirreni non ha una grande superficie con alberature.

Sommità – Cima del Monte Citola – Novembre 2020

Senza alcun dubbio gli incendi sono stati comandati, presumibilmente, da due soggetti diversi ove questi, pensiamo, abbiano inserito vari inneschi sul versante Nocerino che con il graduale bruciamento della parete montana, questi si attivavano. Infatti nella giornata del 28 luglio, prima giornata di incendio, c’è stato un intervento di spegnimento che però a distanza di quasi 24 ore ha ripreso vigore. Ed ha ripreso vigore allo stesso modo di quando è stato avvistato il primo incendio, in due distinte parti.

L’incendio ha devastato l’intero versante Nocerino del Monte Citola e l’area essendo ad alto valore per la biodiversità temiamo il peggio per gli animali e uccelli in fase di nidificazione.

IL RISCHIO IDROGEOLOGICO POST INCENDIO

Vista di Monte Poggio del Tesoro da Monte Citola – Novembre 2020

Nel novembre del 2020 il CNSBII ha effettuato un sopralluogo su Monte Citola per vedere dal vivo lo stato dei luoghi dell’incendio dell’estate del 2020 sul versante di Monte Poggio del Tesoro che ha devastato la biodiversità montana e aumentato il rischio idrogeologico dell’area che ha poi causato colate di fango e detriti a valle in zona Cupa Belvedere di Nocera Superiore. In quelle giornate di intensa attività di rilevamento abbiamo constatato che una superficie di oltre 8 ettari risulta essere instabile e pronta a dilavare verso valle in caso di condizioni meteorologiche avverse. Ora bisognerà aggiungere a questa allerta anche il versante incendiato di Monte Citola del 2021. In totale sono oltre 20 ettari di area instabile.

Abbiamo raccolto una serie di immagini, che grazie alle nostre vedette verranno poi utilizzato come materiale che consegneremo alla magistratura che si spera attivi delle indagini mirate in tal senso.

LE IMMAGINI E VIDEO SONO DI PROPRIETA’ DEL CNSBII, NON E’ AUTORIZZATO SCARICAMENTO SE NON CON AUTORIZZAZIONE.

Incendio Monte Citola del 28 luglio 2021



Scatta la denuncia per lo sversamento di reflui industriali in un canale del Bacino del Sarno


Segnala una criticità ambientale


Il CNSBII, come annunciato in precedenza, ha messo in campo oltre venti risorse umane sul territorio della valle del sarno nel periodo dell’avvio della campagna conserviera. La decisione è stata maturata per il perdurare degli sversamenti nei corpi idrici superficiali del territorio.

In un’attività di osservazione da diversi giorni, il CNSBII, ha raccolto immagini e informazioni che attesterebbero lo scaricamento di reflui illecito all’interno di una cunetta stradale nelle vicinanze di un corso d’acqua adiacente al Fiume Sarno.

La scoperta avvenuta una settimana fa dove le acque del canale oggetto dello sversamento assumevano odori e colori diversi dalla limpidezza in cui in precedenza di presentavano le acque del fiumiciattolo.

Sono bastati 4 giorni di osservazioni per raccogliere il materiale utile e consegnarlo nelle mani delle forze dell’ordine che vaglieranno il materiale da noi prodotto per poi procedere a controlli mirati.

Foto a confronto tra il 3 luglio e il 25 luglio

Senza subbio i reflui che finiscono nel corso d’acqua sono di origine industriale. Per ovvie ragioni non riveliamo la posizione dello sversamento riservandoci della massima discrezione. Il CNSBII, è attivo e vigile in modo silenzioso sul territorio a tutela del comparto fluviale e della biodiversità locale.




S.Giuseppe Vesuviano, Pianillo. Incendio di Rifiuti, richiesta rimozione.

Il CNSBII – Corpo Civico Nazionale delle Sentinelle dei Bacini Idrografici Italiani, il 4 giugno ha avuto notizia dell’appicco di un rogo di rifiuti in San Giuseppe Vesuviano in un’area oggetto a continuo abbandono di rifiuti. La zona è ricettacolo di discariche di rifiuti disseminate su chilometri di aree interne subisce il fenomeno dell’incendio dei rifiuti. Questo avviene a tutte le ore del giorno, coloro che compiono questi atti, lo fanno non preoccupati dal fatto che possano essere individuati dalle telecamere comunali apposte agli accessi delle vie.

Il CNSBII ha inviato una segnalazione dell’accaduto al Sindaco del Comune di San Giuseppe Vesuviano, alla Polizia Locale, alla Regione Campania gli Uffici della Difesa del Suolo e Autorizzazioni Ambientali, all’Ente d’Ambito dei Rifiuti 3 Napoli, all’ASL di Napoli 3 sud, all’Ufficio dell’Incaricato per il Contrasto dei Roghi in Campania e alla Sma Campania, al fine di far avviare l’iter di rimozione dei rifiuti dall’area.

Il territorio circostante alla Vasca Pianillo è famoso agli onor di cronaca per quanto segnalato dal CNSBII oggi. E’ una problematica che la si può classificare “antica” e che deve essere risolta in nome del rispetto per l’ambiente e delle norme e per la tutela del Suolo, del Sottosuolo e dell’Aria.

La Vasca “al Pianillo” invece è stata utilizzata per anni, come il contenitore permeabile di fogne dei comuni a monte della stessa, da qualche mese è stato realizzato un collettore fognario che prende i reflui dei comuni e li invia al depuratore di Angri in provincia di Salerno, un viaggio lungo oltre 15 km che ora, ha scongiurato in parte, l’arrivo dei reflui in vasca. I reflui ci finiranno solo in caso di occlusione del collettore o in caso in cui si attiva lo scaricatore di piena fognario nelle condizioni di surplus di acque nelle condotte.

La Vasca piena di reflui fognari

Il CNSBII allo scadere dei 30 gg dal deposito di questo atto, qualora non fosse stato avviato un iter amministrativo di gestione della criticità o rimozione dei rifiuti, effettuerà una richiesta di accesso agli atti documentale per conoscere le documentazioni prodotte nel rispetto della 152/2006.

Ecco il video pubblicato in rete da un utente del social Facebook:

https://www.facebook.com/mimmo.russo.378/posts/10219188589806270
https://www.facebook.com/mimmo.russo.378/posts/10219188607926723



Rifiuti nel Fiume Sarno, serve un tavolo tecnico Regionale

Il Cnsbii da anni si impegna civicamente per comprendere i motivi della stasi amministrativa che si genera di tanto in tanto dinnanzi ad un procedimento di rimozione dei rifiuti dai corpi idrici superficiali del Bacino Idrografico del Fiume Sarno in quanto organismo di tutela dei corpi idrici superficiali formato da cittadini.


Il nostro organismo non dedica le proprie risorse di tempo ed umane solo per la atavica problematica dei reflui che vengono immessi nei canali, torrenti e fiumi ma ha ulteriormente approfondito i propri studi e osservazioni sull’abbandono e caduta accidentale dei rifiuti nei corsi d’acqua.


Nell’ambito della vigilanza civica territoriale abbiamo quindi constatato che oltre all’inquinamento derivato da un mancato funzionamento e la assenza delle infrastrutture fognarie e depurative, ora bisogna mettere in conto anche la presenza dei rifiuti solidi urbani sia a bordo degli argini che all’interno dei fiumi. I rifiuti stazionano per anni nel letto dei corsi d’acqua e buona parte finisce in mare.

“Da nostri studi e ricerche ammontano a 30 i quintali di rifiuti che giornalmente possono finire in mare”.



In questi anni diversi sono stati i nostri interventi di segnalazione delle criticità legate ai rifiuti solidi urbani abbandonati nei fiumi, come ad esempio Rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino, il CNSBII chiede la rimozione. Notiamo che nonostante le segnalazioni inviate agli organi competenti l’inerzia della pubblica amministrazione continua ad esserci e questo non può accadere poiché in ballo c’è la tutela dei corsi d’acqua.

Abbiamo quindi chiesto all’Ente d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani Ambito Territoriale Ottimale “Salerno” la possibilità di darci un chiarimento ad una nostra richiesta ufficiale inviata proprio in riferimento a questa pubblicazione Rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino, il CNSBII chiede la rimozione.

L’EDA ci risponde e riteniamo rendere pubbliche alcune dichiarazioni del documento in nostro possesso perché possono essere utili per conoscere le normative e cosa ne può rallentare o annullare la continuità amministrativa di rimozione dei Rifiuti dai Corsi d’Acqua.


In riscontro alla Vs. nota del 14.05.2021 di pari oggetto, acquisita al prot. EDA n. 1640/2021 del 14.05.2021, preliminarmente è opportuno ricordare che, ai sensi dell’art. 192 del D.Lgs. n. 152/2006,

Quadro normativo

“Fatta salva l’applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 255 e 256, chiunque viola i divieti di cui ai commi 1 e 2 è tenuto a procedere alla rimozione, all’avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull’area, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa, in base agli accertamenti effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dai soggetti preposti al controllo. Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all’esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate.”

Ente d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani Ambito Territoriale Ottimale “Salerno”

Nel caso di specie, appare dapprima necessario individuare il limite tra la proprietà privata e l’alveo di un corso d’acqua pubblico appartenente, ai sensi dell’articolo 822 del Codice Civile, al Pubblico Demanio dello Stato; il Comune, poi, dovrà provvedere ad emettere l’ordinanza di cui al richiamato art. 192, per la rimozione dei rifiuti abbandonati. Destinatario del provvedimento sarà o il proprietario dell’area o il gestore dell’alveo del fiume, a seconda dell’ubicazione dei rifiuti abbandonati.

La Legge Regionale

Per quanto concerne le competenze in capo allo scrivente Ente, è opportuno richiamare la Legge Regione Campania n. 14/2016 che, all’art. 35, prevede che

“I costi della rimozione e dello smaltimento dei rifiuti che dai corpi idrici superficiali incidono sui territori dei Comuni a valle idrografica ricadono sui Comuni appartenenti al bacino idrografico del corso d’acqua con regolamento definito dagli EdA, anche utile all’identificazione delle migliori misure di prevenzione e vigilanza. La Regione destina risorse per l’attivazione, d’intesa con gli EdA ed i Comuni territorialmente competenti, di misure di prevenzione e vigilanza, per il contrasto al fenomeno dell’abbandono incontrollato dei rifiuti sul demanio regionale e nei siti già utilizzati per lo stoccaggio di rifiuti, anche avvalendosi del personale di cui all’articolo 49”.

Appare evidente, dunque, che il Regolamento in parola non può prescindere dal coinvolgimento di tutti gli Enti preposti e dei differenti Enti d’Ambito in cui ricadono i Comuni del bacino idrografico del corso d’acqua (uffici regionali interessati, uffici del Genio Civile, ARPAC Autorità di Bacino, Consorzi di Bonifica…), anche con riferimento all’identificazione delle migliori misure di prevenzione e vigilanza che possono essere indicate nello stesso Regolamento.

A tal proposito, lo scrivente Ente ha già richiesto alla Regione Campania di istituire un apposito Tavolo tecnico- istituzionale, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, per la redazione del citato Regolamento.

Cosa si può fare e cosa è stato fatto

Ad oggi la Regione Campania non ha ancora provveduto ad istituire il predetto Tavolo tecnico-istituzionale.

Il progetto futuro

Al contempo, nell’ambito della programmazione delle attività previste dalla richiamata L.R. 14/2016 [art. 45 comma 1 lett. e)], la Regione ha elaborato il progetto

Interventi di vigilanza ai fini della riqualificazione ambientale del bacino idrografico del Fiume Sarno sul Territorio del Consorzio di Bonifica integrale del Sarno”, con il quale si prevede di attivare un’azione di contrasto al fenomeno dell’abbandono dei rifiuti presso le sponde dei corpi idrici ricadenti nei Comuni appartenenti al Consorzio di Bonifica Sarno, dove il fenomeno dell’abbandono incontrollato dei rifiuti lungo le sponde è purtroppo alquanto esteso e crea seri problemi di natura ambientale, sanitaria e di sicurezza pubblica, contribuendo notevolmente al degrado complessivo del territorio.


Le nostre considerazioni

Questa è la risposta dell’Ente D’Ambito dei Rifiuti che in virtù della trasparenza amministrativa e piena disponibilità, cosa ad oggi non facile da riscontrare in molti degli enti pubblici amministrativi, ci chiarisce che è possibile arrivare ad una soluzione tecnica e poi economica per la rimozione dei rifiuti e ancor più per la creazione di un gruppo di vigilanza ecologica che andrebbe a diminuire le probabilità di sversamento da parte di criminali.

Ad oggi, come specificato dall’EDA questo tavolo tecnico da loro proposto non è stato ancora organizzato.

Sarà quindi motivo per il CNSBII di inviare alla Regione Campania e ai soggetti portatori di interesse di istituire quanto prima un tavolo organizzativo che dia modo il prima possibile di regolamentare il prelievo e conferimento ma anche una maggiore attenzione e vigilanza dei corpi idrici superficiali difendendoli dall’ abbandono di rifiuti. L’ente alla fine del comunicato ci fa sapere che ci terrà informati su ulteriori sviluppi che si porranno in essere.

Il rischio è che oltre a vedere fiumi di reflui a breve vedremo anche fiumi di rifiuti.




Per il Bacino del Sarno non ci sarà mai il “Disinquinamento”.

Il nostro non vuole assolutamente esser un messaggio demotivante ma una reale analisi di quello che potrebbe essere un futuro “Disinquinamento” del Bacino Idrografico del Fiume Sarno.

Il disinquinamento del Bacino Idrografico del Fiume Sarno è uno dei desideri legittimi dei cittadini delle aree che insistono sui territori della Campania. Ad oggi i Fiumi, Torrenti e Canali che fluiscono superficialmente su questo territorio sono costretti a subire scelte dell’uomo che inevitabilmente impatteranno anche quando si arriverà all’obiettivo finale del “disinquinamento totale”. Abbiamo messo tra virgolette la parola Disinquinamento Totale perché quando tra qualche tempo arriveremo a raggiungere questo obiettivo, i cittadini avranno un’amara sorpresa, ossia che, al disinquinamento non ci si arriverà mai, e ne spieghiamo i motivi con l’aiuto di un valido esperto.


Michele Buscè

Abbiamo chiesto a Michele Buscè, nostro Coordinatore Nazionale del CNSBII di scriverci la sua verità sull’inquinamento e disinquinamento del Bacino del Sarno. Il dott. Buscè oltre ad essere il nostro attuale riferimento è anche un Giornalista Investigativo sui Crimini Ambientali nazionali e internazionali, conosce bene e da vicino molte vicende e che egli stesso con coraggio, scienza e attenzione ha portato a conoscenza ai cittadini.


Carta dei Macrobacini Idraulicamente omogenei redatta dal Consorzio di Bonifica Sarno

Il Bacino del Sarno ha una grande estensione che supera i 500 km2, in questo territorio insiste una delle aree più popolose al mondo che ha necessità di servizi come i sevizi igienici e l’emungimento continuo delle acque dal sottosuolo per poter vivere e lavorare. Tutta l’acqua che entra nelle case e aziende ritorna sotto forma di un rifiuto. A grande maggioranza i rifiuti sono liquidi ma al proprio interno si riscontrano la presenza di rifiuti solidi (micro e macro rifiuti).


Al Bacino del Sarno bisogna anche aggiungere un piccolo Bacino Endoreico che si trova in Forino, ad oggi questo, non è effettivamente inglobato nel raggio di contribuenza, il CNSBII, si sta occupando di dare luce a questa vicenda.

Il Bacino Endoreico di Forino immette nel Bacino del Sarno le acque della piana Forinese e che spesso vengono inquinate da un non adeguato impianto fognario e di pompaggio dei reflui su quel territorio. Diversi mesi fa mi sono occupato di fare luce sulla vicenda della immissione di reflui in una condotta carsica che collega il Bacino di Forino al Bacino del Sarno e mi sono ritrovato costretto a denunciare il tutto alla Procura Avellinese ad oggi sono ancora in corso le indagini.


Il video che documenta l’immissione dei Reflui nei Torrenti Cavaiola a dx e Solofrana a sx

Molti comuni del Bacino Idrografico del Fiume Sarno sono senza dei servizi fognari, di collettamento o collegamento ai depuratori che a loro volta depurano con grosso affanno “gli scarti” delle aree antropizzate. Scrivo scarti perché ogni cosa che noi acquistiamo e che ce ne “liberiamo” sia naturalmente e in altri modi, corrispondono a rifiuti e scarti. Quindi sia le feci che le urine sono a tutti gli effetti degli scarti o rifiuti.

Gli impianti fognari presenti sui nostri territori sono stati costruiti molti anni fa, quando le “esigenze della vecchia ecologia” erano ben diverse da quelle attuali. Queste fogne avevano un solo scopo, scaricare i reflui nei corpi ricettori superficiali allontanando questi composti lontano da aree abitate per evitare la proliferazione di malattie. Si scongiurava quindi un problema sanitario per gli umani, ma si inquinavano i corsi d’acqua e l’acqua stessa che poi avremmo bevuto contaminata, per non parlare della filiera alimentare che un tempo non era controllata come con le norme attuali che sappiamo essere sistematicamente eluse.

Le condizioni che aggravano questa già catastrofica scelta, di non impegnarsi per un vicino disinquinamento del Bacino del Sarno, è quella di non applicare le nuove tecnologie a difesa dell’ambiente. Succede quindi che si preferisce avere in aree urbanizzate, impianti fognari di tipologia mista, non collegarli ai depuratori e cosa ancor più grave avere degli impianti di trattamento dei reflui non a norma.

Le industrie, le conserviere e conciarie

Acque Reflue di origine conserviero nel Torrente Solofrana

Spesso qualcuno mi avrà ascoltato o letto quando ho affermato che il Bacino del Sarno vive due stagioni, in estate quella conserviera e in inverno quella conciaria.
Nel Sottobacino Idrografico del Solofrano abbiamo un presidio di volontari che vigila civicamente h24 il corso d’acqua e ad ogni criticità interviene con segnalazioni alle autorità competenti con richieste di interventi immediati.

Torrente Solofrana nei pressi della Vasca di Laminazione di Pandola di Mercato San Severino

Fortunatamente il comparto industriale conciario di Solofra sta diminuendo drasticamente le immissioni di reflui nel torrente Solofrana, ma a questo bisogna anche associare gli scaricatori di piena fognari che sono una piaga in tutto il Bacino del Sarno ed anche nell’alto Sarno in particolare nella zona industriale di Solofra. Un depuratore presente in Solofra che immette i reflui pretrattati nel depuratore Biologico di Mercato San Severino, quest’ultimo non adeguatamente formato per depurare i reflui chimici.

Quando affermo che non ci sarà mai un disinquinamento totale mi riferisco anche agli scolmatori di piena fognari che riversano i reflui nei fiumi.

La seconda stagione, quella conserviera parte quando le industrie iniziano la lavorazione stagionale ed emungono quantità di acque, che fanno accaponare la pelle solo a sentirle, le quali vengono immesse in delle fogne piccole che poi attivano gli scaricatori di piena fognari o vengono immesse sotto forma di reflui direttamente nei fiumi in modo diretto o senza depurazione interna.

La Formazione Civica e Ambientale aperta a tutti

Bisogna anche aggiungere la parziale assenza della formazione civica e continua a livello ambientale come “conditio sine qua non” per l’applicazione della così tanto parlata e scritta “civic and environmental education”. Sarebbe interessante introdurre quello che personalmente ho suggerito ai vari Ministri dell’Ambiente che si sono succeduti, la creazione di dei “crediti civici” da sottoporre, in forma “quasi” obbligatoria, ai cittadini per la formazione ambientale.

“Una formazione civica e ambientale per tutta la vita”

La formazione civica e ambientale verrebbe realizzata in qualsiasi luogo, in particolare nelle aree dove viene lavorato un rifiuto garantendo al corsista tutta la sicurezza necessaria. E’ importante quindi rendere partecipe ogni cittadino alla conoscenza dei processi di lavorazione del proprio rifiuto. In questo modo da qui a qualche decennio, diminuiranno drasticamente i reati ambientali perché avremo una società, sensibile, formata, legale e civile. E’ un investimento nazionale che va inevitabilmente affrontato.

Nel Piano D’Ambito dell’Ente Idrico Campano, quest’ultimo Organo di Governo del Servizio Idrico Integrato della Campania, nelle osservazioni ho richiesto di valutare la creazione di “aule formative”, ad esempio, negli impianti di depurazione. Dalla formazione teorica si può passare anche più facilmente alla pratica dando spunti di scienza, chimica e biologia ai cittadini attivi che parteciperanno. Un giovane o adulto che partecipa a queste giornate potrà prendere spunti e nozioni evitando di commettere errori in ambito ambientale e di scegliere un piano di studi o specializzazioni negli ambiti ambientali. Un vivaio formativo che non deve però solo fermarsi ai giovani ma deve essere aperto a tutte le età. Si garantiranno molti posti di lavoro nella creazione di questo sistema formativo di educazione civica ambientale.

Parchi Urbani negli Impianti di Depurazione

Ho inserito all’interno delle osservazioni anche di valutare la creazione di Parchi Urbani “Verdi” all’interno dei grandi impianti di depurazione dove la popolazione, stando al sicuro, potrebbe accedervi per socializzare. Il Parco necessiterebbe di un investimento in varietà arboree importante perché deve simulare a tutti gli effetti un’area “polmone” verde.

Le idee ci sono ma si continua a sbagliare

Ad oggi continuano ad essere commessi errori in termini di infrastrutture fognarie, acquedottistiche e depurative e non si investe seriamente sulla soluzione definitiva di quattro grossi problemi. Emungimento delle acque dal sottosuolo, la creazione di apparati fognari duali che raccolgano acque meteoriche e reflue in modo separato, la creazione di impianti di depurazione a norma con all’interno più aree specifiche per depurare i composti variegati e per tipologie di reflui, il recupero e riutilizzo delle acque depurate accompagnate ad recupero degli scarti solidi di depurazione.

C’è ancora tanto da fare.

Come avrete notato c’è ancora tanto da fare e siamo solo all’inizio ma sembra che ad oggi questo inizio stia avviandosi in modo non corretto. La normativa nazionale non impone la creazione di impianti fognari duali per cause economiche e tecniche. Ci sono comuni che per motivi di spazio non possono accogliere due tronconi di fognature e potrebbe essere molto dispendioso economicamente, quindi, in questi casi è possibile realizzare impianti fognari misti. Gli impianti fognari misti, raccolgono ogni tipologia di acqua, come ad esempio quelle meteoriche, quelle reflue e rifiuti solidi.

I depuratori del Bacino Idrografico del Sarno saranno destinati a non depurare mai in modo corretto.

Depuratore di Mercato San Severino

A vanificare tutti gli sforzi economici basta una pioggia media o torrenziale per mandare in K.O. il sistema di depurazione poiché le grandi quantità di piogge cadute sulle aree impermeabili ed urbanizzate, defluiranno per il tramite della condotta di fogne miste in un depuratore che per motivi di sicurezza e tecnici non riuscirà mai a depurare correttamente i reflui in ingresso e che sono in eccesso e quindi li restituirà non depurati nel corpo idrico superficiale ove lo sbocco del depuratore, solitamente è ubicato. Cosa ancor più grave è la stessa miscellanea di composti che arrivano in depuratore hanno un carico inquinante ancor più elevato, a differenza se suddivisi singolarmente, poiché l’unione di più composti crea delle reazioni chimiche che ne aumentano il potere inquinante.

Il Drenaggio Urbano

Esempio di Drenaggio Urbano in Città

Un aspetto importante è il drenaggio urbano nelle città che aiuterebbe la diminuzione di ingresso delle acque nelle fognature o un rientro in fogna più graduale. Ad oggi il drenaggio urbano non viene quasi mai valutato e non si controlla la sua obbligata, in alcuni casi, creazione in contesti edilizi e urbani.

Cosa si può fare per arrivare all’obiettivo finale di disinquinamento del Bacino del Sarno?

Molti si domanderanno cosa si può fare per avviare una soluzione. Intanto come ho scritto poc’anzi non si arriverà mai ad un definitivo disinquinamento del Bacino, tra circa sessantanni, quando forse si sarà arrivati a ricostruire o adeguare tutti gli apparati fognari e depuratori, forse assisteremo a momenti di “sole” e momenti di “tempesta”. Infatti ci sarà sempre un “tempo variabile” e mai “Sereno” sul Bacino Idrografico del Fiume Sarno, anche quando penseremo di aver raggiunto l’obiettivo.

Riduzione dei Rifiuti e utilizzo dell’Acqua

Cosa importante però ora è ridurre la produzione di rifiuti e utilizzo dell’acqua. I cittadini in casa, possono arrivare anche ad utilizzare trenta litri di acqua procapite al giorno, a differenza di oggi che se ne consumano 220 litri a testa.

Basta solo effettuare il recupero e riutilizzo delle acque domestiche e piovane. Bisogna poi operare a larga scala per incentivare queste azioni sia in ambito civile che aziendale. Sicuramente è un qualcosa di non semplice da realizzare ma non impossibile, ma chi mi sta leggendo può anche iniziare da subito a dare il proprio contributo facendo recupero e riutilizzo delle acque domestiche. A tal proposito ho creato un gruppo facebook che parla di questo utile, formativo, interessante, vitale argomento. Clicca qui

Non ho toccato l’argomento dei rifiuti Solidi nei fiumi, potete però vedere una delle nostre attività. Rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino, il CNSBII chiede la rimozione

Ringraziamo il nostro coordinatore per la disponibilità avuta nel chiarirci le idee.




Castel San Giorgio. Abbandono e incendio di Rifiuti con presenza di Amianto

Il 12 maggio 2021 il personale del CNSBII in una consueta attività di osservazione civica dei corpi idrici superficiali avvenuta nei pressi del Torrente Solofrana si ritrovava nei pressi di un abbandono di rifiuti che aveva già documentato anni addietro alle autorità locali. Il sito oggetto dell’abbandono di Rifiuti è posto in una via di campagna tra Castel San Giorgio e Mercato San Severino. Un’area isolata che durante la notte e il giorno si presta a presunte attività illecite come quella dell’abbandono e appicco dei roghi dei rifiuti.

IL MONITORAGGIO DEL SITO, OGGETTO DI ABBANDONO DEI RIFIUTI

L’11 ottobre 2018 il nostro personale ha effettuato un’attività di report fotografico al fine di cristallizzare e avere sotto controllo il sito. La preoccupazione da parte del CNSBII era che il cumulo di rifiuti venisse appiccato. Lo stesso giorno comunicavamo alla Polizia Locale del comune di Castel San Giorgio il rinvenimento del sito e comunicavamo la nostra legittima preoccupazione, sollecitando gli operatori ad avviare quanto prima l’iter di bonifica dell’area.

  • 11 ottobre 2018 abbandono di rifiuti e rogo di rifiuti in Castel San Giorgio Salerno
  • 11 ottobre 2018 abbandono di rifiuti e rogo di rifiuti in Castel San Giorgio Salerno
  • 11 ottobre 2018 abbandono di rifiuti e rogo di rifiuti in Castel San Giorgio Salerno
  • 11 ottobre 2018 abbandono di rifiuti e rogo di rifiuti in Castel San Giorgio Salerno
  • 11 ottobre 2018 abbandono di rifiuti e rogo di rifiuti in Castel San Giorgio Salerno
  • 11 ottobre 2018 abbandono di rifiuti e rogo di rifiuti in Castel San Giorgio Salerno

12 MAGGIO 2021, IL SITO E’ STATO INCENDIATO PRESENTE AMIANTO.

Il 12 maggio è stato riscontrato l’incendio di tutta l’area di rifiuti abbandonati, arrivati sul posto, quando ormai il rogo era estinto naturalmente, abbiamo constatato la presenza di materiale speciale e pericolo. Tutto il materiale presente abbandonato, ormai di difficile identificazione, in questi si notava la presenza dei Amianto, quest’ultimo incendiato.

  • 12 maggio 2021 abbandono di rifiuti e rogo di rifiuti in Castel San Giorgio Salerno

DAL 2018 AL 2021, TRE ANNI IN CUI IL SITO HA SUBITO PROBABILI NUOVI SVERSAMENTI.

Facendo una comparazione del sito all’11 ottobre del 2018 alle foto scattate al 2021, si nota una differenza sostanziale in termini di volume e diversità di materiali abbandonati. Sempre secondo una nostra normale attività di rilevamento e controllo del sito, che effettuiamo su qualsiasi tipo di sito da noi rinvenuto, possiamo dire con certezza che il sito in oggetto di questa segnalazione non è stato mai bonificato o quanto meno messo in sicurezza.

METEOROLOGIA NELLA GIORNATA DEL 12 MAGGIO 2021

Il sito, incendiato il 12 maggio ha piovuto sulla sua superficie, si presuppone quindi che le sostanze combuste al contatto con le acque mediante precipitazione si siano dilavate sul suolo sottostante e circostante. L’area adiacente è vocata alla coltivazione di frutta e verdura.

Le immagini satellitari nel tempo

Il CNSBII ha fatto richiesta di rimozione dei rifiuti con conseguente analisi del terreno ove giace l’abbandono di rifiuti ora incendiato.

Inoltre è stato richiesto a SMA Campania di inserire il sito segnalato nella piattaforma I.TER DSS importante piattaforma di raccolta dei dati su abbandono e discariche di rifiuti e roghi.