Solofra. Copertura dell’impianto di depurazione: priorità e perplessità

Pubblicazione di Michele Buscè. (2023). 
Solofra. Copertura dell’impianto di depurazione priorità e perplessità (Versione 1). 
Zenodo. 10.5281/zenodo.7988087


Il 30 maggio 2023, il CNSBII ha pubblicato un articolo riguardante l’avvio dei lavori di copertura dell’impianto di depurazione delle acque nel depuratore di Solofra, situato nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno. Nonostante la copertura degli impianti di depurazione sia una pratica comune in Campania e in tutta Italia, ad eccezione di alcuni impianti, il CNSBII nutre delle perplessità riguardo alla priorità dei lavori, poiché ritiene che sia più importante concentrarsi sul miglioramento dell’efficienza del sistema di depurazione dell’impianto di Solofra nel corso degli anni.

Nel nostro studio, abbiamo voluto mettere in luce alcuni aspetti che raramente vengono approfonditi in Italia. La depurazione delle acque è un argomento complesso e poco conosciuto, rendendo difficile reperire informazioni tecniche e spiegarle in modo semplice per i lettori. Questa pubblicazione si rivolge a cittadini comuni, operatori nel settore della depurazione delle acque, forze dell’ordine che si occupano della tutela ambientale e operatori politici. Il nostro obiettivo è attirare l’attenzione su un argomento difficile, che ha causato danni ambientali, alla salute dei cittadini e della fauna, all’immagine e che ha dimostrato come la politica dei vari politici che si sono succeduti negli ultimi quarant’anni non sia stata in grado di rispondere prontamente alle persone che hanno respirato sostanze tossiche per anni, bevuto acqua contaminata dal tetracloroetilene e persino perso delle vite a causa di ciò.

La nostra pubblicazione ha l’unico scopo di far comprendere se sia necessario coprire l’impianto di depurazione delle acque prima di intervenire prioritariamente sul sistema di depurazione, che attualmente presenta gravi carenze. Inoltre, con la copertura dell’impianto di depurazione di Solofra, i rischi legati alle anomalie negli afflussi di reflui che compromettono il processo di depurazione delle acque nel depuratore di Mercato San Severino rimangono invariati. Infatti, i depuratori di Solofra e Mercato San Severino sono strettamente collegati, poiché il processo di depurazione avviato a Solofra deve essere completato nel depuratore di Mercato San Severino.

Appare preoccupante il fatto che il dato non tenga conto della necessità di adeguamenti normativi che promuovano la protezione delle acque fluviali, marine e dell’intero ecosistema idrico. Prima di tutto, è fondamentale richiedere gli adeguamenti per preservare gli ecosistemi acquatici fluviali e marini. Nel corso degli anni, il torrente Solofrana, che funge da principale canale di scarico per i depuratori di Solofra e Mercato San Severino, è stato completamente cementato, portando all’eliminazione della biodiversità acquatica e all’interruzione dei flussi naturali a causa della costruzione di salti di quota artificiali. Pesci, anfibi e rettili non sono più in grado di spostarsi autonomamente lungo il corso d’acqua, vivere e riprodursi senza problemi in acque pulite. Pertanto, la messa a norma degli impianti di depurazione deve considerare come priorità assoluta la salvaguardia degli ecosistemi acquatici fluviali e marini, nonché degli ecosistemi circostanti gli impianti stessi, oltre alla tutela dell’aria e alla forte riduzione dell’impatto ambientale derivante dagli impianti di depurazione.


Rischi e considerazioni nella copertura di un impianto di depurazione delle acque reflue

Introduzione:
L’impianto di depurazione delle acque reflue svolge un ruolo fondamentale nel trattamento e nella pulizia delle acque inquinanti. Tuttavia, l’installazione di una copertura in un impianto di depurazione può comportare diversi rischi potenziali che richiedono una valutazione attenta e la messa in atto di adeguate misure di sicurezza. Questo saggio esplorerà i rischi comuni associati alla copertura di tali impianti e le considerazioni necessarie per mitigarli.

  1. Rischi legati alla ventilazione:
    Un aspetto critico da considerare durante l’installazione di una copertura è la ventilazione dell’impianto di depurazione. Poiché l’impianto genera gas e odori sgradevoli, la copertura potrebbe limitare la dispersione di tali sostanze. Di conseguenza, potrebbe verificarsi l’accumulo di gas nocivi all’interno dell’area coperta, aumentando il rischio per la salute degli operatori e del personale. È essenziale progettare e implementare un sistema di ventilazione efficace per garantire un flusso d’aria sufficiente e la rimozione dei gas nocivi.
  2. Rischio di esplosioni e incendi:
    All’interno dell’impianto di depurazione potrebbero essere presenti sostanze chimiche infiammabili o esplosive. Una copertura inadeguata potrebbe creare un ambiente confinato che favorisce la concentrazione di vapori e gas, aumentando il rischio di esplosioni o incendi in caso di fughe o malfunzionamenti. È necessario adottare misure di sicurezza come l’installazione di sensori di rilevamento dei gas, l’adozione di sistemi di spegnimento automatico degli incendi e l’impiego di materiali resistenti al fuoco.
  3. Accessibilità e manutenzione:
    La copertura completa dell’impianto può rendere più difficile l’accesso ai componenti per le attività di manutenzione e riparazione. Questo potrebbe rallentare la risoluzione dei guasti e compromettere l’efficienza dell’impianto. È importante progettare la copertura in modo da consentire un agevole accesso a tutti i punti critici, ad esempio attraverso l’installazione di porte di ispezione o la suddivisione in sezioni modulari. Inoltre, è fondamentale implementare un piano di manutenzione preventiva per identificare e affrontare tempestivamente eventuali problemi.
  4. Impatto ambientale:
    La copertura dell’impianto può influire sull’ambiente circostante. Ad esempio, potrebbe limitare la dispersione degli odori e dei gas, aumentando l’impatto negativo sulle comunità locali. Inoltre, è necessario considerare l’impatto sulla biodiversità locale e sulle condizioni microclimatiche. È consigliabile condurre uno studio di impatto ambientale per valutare gli effetti della copertura e adottare misure di mitigazione, come l’installazione di sistemi di filtraggio dell’aria o l’adozione di soluzioni paesaggistiche.

Conclusione:
La copertura di un impianto di depurazione delle acque reflue comporta diversi rischi che devono essere attentamente gestiti. La valutazione e la mitigazione dei rischi legati alla ventilazione, alle esplosioni, all’accessibilità e alla manutenzione, nonché all’impatto ambientale, sono fondamentali per garantire la sicurezza del personale, la protezione dell’ambiente e il corretto funzionamento dell’impianto. È indispensabile coinvolgere esperti nel settore dell’ingegneria ambientale e della sicurezza durante tutto il processo di copertura, al fine di identificare e affrontare adeguatamente i rischi specifici di ciascun impianto di depurazione delle acque reflue.


In Italia è obbligatorio coprire un impianto di Depurazione?

Attualmente, non esiste un’obbligatorietà generale a livello nazionale per la copertura degli impianti di depurazione delle acque in Italia. La gestione dei sistemi di depurazione delle acque è regolamentata principalmente dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006, noto come “Codice dell’ambiente”, e dal Decreto Legislativo n. 31 del 2001, che indica le norme per il riutilizzo delle acque depurate.

Tuttavia, le normative in materia possono variare a livello regionale o comunale. Pertanto, potrebbe essere possibile che alcune regioni o comuni abbiano introdotto norme o regolamenti specifici che richiedono la copertura degli impianti di depurazione delle acque.

In una conferenza di servizi è possibile decidere se un impianto di depurazione delle acque necessita di una copertura?

Sì, durante una conferenza di servizi è possibile discutere e decidere se la copertura di un impianto di depurazione delle acque è necessaria. La conferenza di servizi è un procedimento amministrativo previsto dalla normativa italiana, disciplinato principalmente dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006 (Codice dell’ambiente) e dal Decreto Legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

La conferenza di servizi coinvolge diverse autorità competenti, come l’autorità idrica, l’autorità paesaggistica, l’autorità archeologica e altre entità coinvolte nella valutazione delle opere e dei progetti che possono avere un impatto sull’ambiente e sul territorio.

Durante la conferenza di servizi, le autorità competenti esaminano il progetto e valutano gli aspetti tecnici, ambientali, paesaggistici, archeologici e culturali. In base alle valutazioni effettuate, possono essere definite delle prescrizioni o condizioni che devono essere rispettate per ottenere l’autorizzazione all’opera.

Tra queste prescrizioni potrebbe essere inclusa la necessità di coprire l’impianto di depurazione delle acque al fine di minimizzare gli impatti ambientali, ridurre odori sgradevoli o preservare l’aspetto estetico del territorio circostante.

Tuttavia, è importante sottolineare che le decisioni prese durante una conferenza di servizi dipendono dal contesto specifico, dalle valutazioni delle autorità

Automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque: opportunità ed eventuali rischi

L’automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque può portare a numerosi vantaggi in termini di efficienza, precisione e riduzione dei costi operativi. Tuttavia, esistono anche alcuni rischi che devono essere presi in considerazione. Ecco alcuni dei rischi associati all’automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque:

  1. Rischi tecnici: L’automatizzazione richiede l’utilizzo di sistemi e dispositivi complessi, come sensori, regolatori e sistemi di controllo. La presenza di guasti tecnici o malfunzionamenti di tali componenti potrebbe comportare un impatto negativo sul funzionamento dell’impianto e sulla qualità del trattamento delle acque reflue. Inoltre, la dipendenza da sistemi automatizzati potrebbe aumentare la vulnerabilità agli attacchi informatici o ai problemi di sicurezza informatica.
  2. Mancanza di supervisione umana: Con l’automatizzazione, il coinvolgimento diretto degli operatori può diminuire poiché le operazioni vengono gestite da sistemi automatizzati. Questa riduzione della supervisione umana potrebbe comportare un rischio di ritardo nella rilevazione di anomalie, guasti o situazioni di emergenza che richiedono un intervento tempestivo. La mancanza di interazione umana potrebbe anche portare a una minore capacità di adattamento a situazioni non standard o impreviste.
  3. Complessità del sistema: Gli impianti di depurazione automatizzati sono caratterizzati da una complessità tecnica maggiore rispetto ai sistemi tradizionali. Ciò comporta la necessità di competenze specializzate per la gestione, la manutenzione e la risoluzione dei problemi. L’assenza di personale qualificato potrebbe rendere difficile la gestione efficace del sistema automatizzato e la risoluzione dei problemi tecnici che potrebbero sorgere.
  4. Riduzione delle risorse umane: Le utilities possono tendere a sostituire le risorse umane con sistemi automatizzati per ragioni di efficienza e riduzione dei costi operativi. L’automatizzazione consente di ridurre la dipendenza dal lavoro umano, migliorare la produttività e ottimizzare l’utilizzo delle risorse. Tuttavia, questa sostituzione potrebbe portare alla perdita di posti di lavoro e avere un impatto sulle comunità locali dipendenti dall’occupazione nel settore delle utilities.

È importante sottolineare che l’automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque offre notevoli vantaggi in termini di efficienza e precisione nel trattamento delle acque reflue. Tuttavia, è necessario un approccio equilibrato che consideri attentamente i rischi connessi e che assicuri la presenza di personale qualificato per supervisionare e gestire i sistemi automatizzati, nonché affrontare situazioni di emergenza o guasti tecnici.


Minimizzare l’impatto ambientale: l’importanza della copertura negli impianti di depurazione delle acque

La copertura degli impianti di depurazione delle acque può comportare costi significativi e presentare alcune sfide. È importante sottolineare che le autorità competenti e i progettisti degli impianti di depurazione devono tener conto dell’impatto ambientale generato dalla costruzione delle coperture.

Quando si progetta la copertura di un impianto di depurazione delle acque, vengono considerati diversi fattori per mitigare gli impatti ambientali. Alcuni aspetti da prendere in considerazione includono:

  1. Valutazione dell’impatto ambientale: Prima della costruzione della copertura, viene condotta un’adeguata valutazione dell’impatto ambientale (VIA) per identificare e valutare gli effetti potenziali sulla fauna, la flora, l’ecosistema circostante e la qualità dell’aria e dell’acqua. La VIA consente di individuare misure di mitigazione adeguate per minimizzare gli impatti negativi.
  2. Selezione dei materiali: Durante la progettazione della copertura, vengono scelti materiali sostenibili e a basso impatto ambientale. Si possono utilizzare materiali riciclati, materiali a bassa emissione di gas a effetto serra o materiali che richiedono una minore energia per la produzione. Questa scelta mira a ridurre l’impatto ambientale durante la fase di costruzione.
  3. Gestione dei rifiuti: Durante la costruzione della copertura, è fondamentale adottare adeguate pratiche di gestione dei rifiuti per ridurre l’impatto ambientale. Vengono implementate strategie per il riciclaggio dei materiali di scarto e per il corretto smaltimento dei rifiuti, riducendo l’inquinamento e il consumo di risorse naturali.
  4. Conservazione della flora e della fauna: Se l’impianto di depurazione è ubicato in un’area sensibile dal punto di vista ecologico, potrebbero essere necessarie misure di mitigazione aggiuntive per la conservazione della flora e della fauna. Ciò potrebbe includere la creazione di habitat alternativi per gli animali e la promozione della biodiversità nella zona circostante.
  5. Monitoraggio e manutenzione: Dopo la costruzione della copertura, è importante effettuare un monitoraggio regolare dell’impatto ambientale e garantire una corretta manutenzione. Ciò assicura che la copertura rimanga efficace nel prevenire la dispersione di odori e contaminanti nell’ambiente circostante.

È fondamentale che le autorità competenti e i progettisti lavorino in conformità con le leggi e le normative ambientali vigenti per garantire che l’impatto ambientale sia minimizzato durante la costruzione delle coperture degli impianti di depurazione delle acque. L’obiettivo finale è quello di raggiungere un equilibrio tra la necessità di proteggere l’ambiente e garantire un’efficace depurazione delle acque reflue.


I fattori che influenzano i costi elevati della copertura degli impianti di depurazione delle acque

Ci sono diversi fattori che possono contribuire ai costi significativi associati alla copertura di un impianto di depurazione delle acque. Alcuni dei principali motivi includono:

  1. Complessità del design: La copertura di un impianto di depurazione delle acque richiede un design sofisticato per garantire l’efficacia del processo di depurazione e prevenire la dispersione di odori e contaminanti nell’ambiente circostante. Questo può comportare l’utilizzo di tecnologie avanzate e complesse, che aumentano i costi di progettazione e di costruzione.
  2. Materiali specializzati: Le coperture degli impianti di depurazione richiedono l’uso di materiali specializzati che siano resistenti all’acqua, alle sostanze chimiche e agli agenti atmosferici. Questi materiali devono essere in grado di sopportare le condizioni ambientali aggressive e garantire la sicurezza e la durabilità della struttura. Tali materiali spesso hanno un costo più elevato rispetto ai materiali tradizionali.
  3. Normative e regolamenti: Gli impianti di depurazione delle acque devono rispettare rigorose normative e regolamenti in materia di sicurezza e impatto ambientale. Ciò può richiedere l’adozione di misure aggiuntive per garantire la conformità, come l’installazione di sistemi di controllo delle emissioni o l’implementazione di misure di mitigazione ambientale. Questi requisiti aggiuntivi possono aumentare i costi complessivi del progetto.
  4. Lavori di ingegneria civile: La copertura degli impianti di depurazione delle acque richiede spesso lavori di ingegneria civile significativi, come lo scavo del terreno, la costruzione di fondamenta solide e la realizzazione di strutture resistenti. Questi lavori possono richiedere attrezzature specializzate, manodopera qualificata e un’attenta pianificazione, che possono influire sui costi complessivi del progetto.
  5. Manutenzione e gestione: Oltre ai costi iniziali per la costruzione della copertura, è necessario considerare anche i costi di manutenzione e gestione nel lungo termine. La copertura richiede regolare manutenzione per garantire il suo corretto funzionamento nel tempo, inclusi controlli periodici, riparazioni e sostituzioni. Questi costi di manutenzione devono essere considerati nel calcolo complessivo dei costi.

In sintesi, i costi elevati per la copertura degli impianti di depurazione delle acque sono principalmente dovuti alla complessità del design, all’utilizzo di materiali specializzati, alle normative e regolamenti rigidi, ai lavori di ingegneria civile e ai costi di manutenzione e gestione nel lungo termine.


Considerazioni finali:

Sembra che ci sia una situazione di discrepanza tra le priorità riguardanti l’impianto di depurazione delle acque di Solofra. Da un lato, è stata richiesta la copertura dell’impianto, nonostante i costi elevati associati. Dall’altro lato, l’impianto stesso risulta carente nella sua funzione principale, ovvero la depurazione delle acque.

È importante considerare che ogni decisione presa dalle autorità competenti potrebbe essere basata su una serie di fattori specifici alla situazione. Tuttavia, è cruciale garantire che l’impianto sia in grado di svolgere adeguatamente il suo compito primario, ovvero depurare le acque, per garantire la sicurezza e la salute dell’ambiente circostante e della comunità.

Potrebbe essere necessario un equilibrio tra la copertura dell’impianto e l’implementazione delle misure necessarie per garantire la depurazione adeguata delle acque. È fondamentale che le autorità responsabili prendano in considerazione entrambi gli aspetti e agiscano di conseguenza per garantire il pieno rispetto delle normative ambientali e la tutela dell’ambiente e della popolazione.




Inizia il cantiere per ridurre le emissioni del depuratore di Solofra

Apre il cantiere

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Mercoledì mattina verranno consegnate le aree di cantiere per avviare i lavori relativi alla “realizzazione degli interventi necessari per il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dall’impianto di depurazione di Solofra”. L’impresa ha firmato il contratto con la Regione Campania il 20 aprile, dopo aver partecipato alla gara d’appalto indetta il 31 marzo dello scorso anno. Questo intervento dovrebbe finalmente risolvere un problema di lunga data, ossia i miasmi che hanno causato numerose polemiche e disagi tra i residenti di Solofra e Montoro. La Regione non poteva più evitare di intervenire, soprattutto considerando il sequestro dell’impianto di via Carpisano nel 2017. Da allora, il depuratore ha operato con una “facoltà d’uso” per evitare di colpire negativamente l’industria conciaria. L’ente proprietario del sito, la Regione Campania, ha investito 1,4 milioni di euro per coprire le due vasche del depuratore e realizzare il trattamento delle emissioni in atmosfera tramite la biofiltrazione. Con la consegna del cantiere, finalmente prende ufficialmente il via l’opera tanto attesa dalle popolazioni di Solofra e Montoro da decenni.

La Notizia dai giornali

La Regione Campania ha avviato i lavori per ridurre le emissioni in atmosfera del depuratore di Solofra. Dopo la firma del contratto con gli operatori economici vincitori dell’appalto, è stato emesso un provvedimento di dissequestro temporaneo dell’impianto. Il Tribunale di Avellino ha dato il via libera all’esecuzione dell’intervento. I lavori includono la copertura delle vasche, l’aspirazione, il filtraggio e l’abbattimento degli odori. L’obiettivo è risolvere definitivamente il problema del sequestro preventivo dell’impianto dovuto a disturbi olfattivi. L’aria aspirata verrà trattata con un sistema di biofiltrazione innovativo. L’inizio dei lavori è atteso con grande interesse dai Comuni interessati. L’importo dei lavori è di 1 milione e 410mila euro. Saranno realizzati nuovi impianti per il trattamento degli odori, con una struttura rimovibile in acciaio. La tecnologia sarà coordinata da Ecosolution.

Perplessità

Il CNSBII ha forti e tangibili dubbi sull’efficacia di questo progetto, che potrebbe comportare conseguenze negative anziché benefici per la risoluzione del problema. Sarà pubblicato un report che analizzerà gli aspetti negativi del proseguimento della copertura dell’impianto, illustrando i rischi e le considerazioni legate alla copertura di un impianto di depurazione delle acque reflue.




La depurazione dei reflui nel Bacino del Sarno è ferma al Palo.

di Michele Buscè
Giornalista Investigativo sui Crimini Ambientali – Coordinatore CNSBII

Passata la stagione estiva, il Bacino del Sarno, ora, si ritrova a fronteggiare il periodo delle piogge e del dissesto idrogeologico. Quest’ultimo argomento che riguarda la meteorologia e la idro-geologia per il momento lo mettiamo da parte seppur sia un’argomento importante ma da approfondire con articoli dedicati. Il CNSBII continua a monitorare, per quanto gli è possibile, gli impianti depurativi Regionali sul territorio. Ad oggi non sono state prese decisioni utili ad evitare il continuo K.O. del sistema di depurazione delle acque fronteggiando il problema dei miasmi che molto probabilmente neanche le coperture della vasche auspicate per Mercato San Severino e Solofra, risolveranno qualcosa, se non coprire alcune gravi inefficienze che provengono da molto lontano e che anche di recente, tutti gli attori responsabili, non riescono a risolvere definitivamente.

Nessuna attività di messa a norma

Sono solo marginali le attività di ammodernamento dell’impiantistica depurativa Regionale e tante ancora le inefficienze che porteranno ad un nuovo Black-Out Depurativo come accaduto questa estate se non si inizierà già da oggi a lavorare all’ottimizzazione del Servizio Idrico Integrato nel Bacino del Sarno.

Depurazione delle acque, avanti così non si può più andare!

A dire il vero, i Black-Out avvengono anche durante il periodo diversamente da quello estivo, in particolare modo durante le piogge autunnali e invernali o per ingressi anomali di acque nell’impianto depurativo. Il K.O. depurativo lo si può accertare in Mercato San Severino quando piove o quando dal Depuratore di Solofra arrivano le famose “ondate nere” o anche presso l’impianto di Solofra quando piove. Infatti il Depuratore di Solofra vive una problematica conosciuta a pochi, si allaga quando piove e quando accade questo per Mercato San Severino sono “Reflui Neri”, per non dire “Cavoli Amari”.


Depuratore Scafati-Sant’Antonio Abate

Intanto molti fanghi giacciono ancora nelle vasche degli impianti di depurazione, in particolare nelle vasche di ossidazione del Depuratore di Scafati. Infatti l’impianto questa estate ha operato in gravi condizioni non solo per l’arrivo di reflui non depurati dagli impianti di depurazione delle industrie conserviere ma anche per la presenza di fanghi di vecchia data stoccati in alcune delle quattro vasche e che ne diminuiscono la capacità depurativa.




Partita la gara per l’efficientamento del Depuratore di Mercato San Severino

E’ stato pubblicato il bando di gara per l’efficientamento del Depuratore di Costa per il potenziamento del Ciclo Depurativo con l’obiettivo di dare uno stop ai miasmi

Arrivano notizie positive nell’ambito della Depurazione delle acque e per lo stop ai miasmi derivati dal processo di depurazione. È stato pubblicato, infatti, il bando di gara per i lavori di adeguamento del depuratore situato nella frazione di Costa, recentemente trasferito in gestione a Gori dalla Regione Campania, che ha finanziato gli interventi.

Importo complessivo di 4.829.081,15 euro.

Le opere, di cui Gori è soggetto attuatore, attraverso la sostituzione di alcune apparecchiature oramai obsolete, consentiranno di potenziare il ciclo depurativo, riducendo anche le emissioni in atmosfera, con particolare riferimento ai cattivi odori provenienti dall’impianto, e i rumori molesti legati ad alcune fasi della depurazione.

Dall’ufficio stampa di Gori SpA arrivano le affermazioni dell’amministratore Delegato Gori:

“Il nostro obiettivo è quello di potenziare e migliorare sempre più il servizio attraverso l’efficientamento degli impianti, alcuni dei quali di recente acquisizione, tra cui l’impianto di Mercato San Severino. Le numerose azioni che stiamo portando avanti sul territorio, dando massima rilevanza alle esigenze della comunità e interloquendo costantemente con i cittadini e con le amministrazioni comunali, hanno come obiettivo prioritario la salvaguardia dell’ambiente e il benessere dei cittadini”

Vittorio Cuciniello


L’ obiettivo per Gori e della Regione Campania è il superamento dell’emergenza ambientale che interessa il fiume Sarno e i suoi affluenti, scandito dalle numerose opere alla rete fognaria che sono in corso nell’agro nocerino-sarnese, e da una proficua sinergia con tutti gli attori sociali coinvolti, portata avanti anche attraverso le azioni di sostenibilità ambientale messe in campo.


Il Sindaco di Mercato San Severino apprende la notizia della pubblicazione della gara e afferma:

“Apprendiamo con favore che finalmente è stata pubblicata la gara per i lavori di ammodernamento del depuratore di Costa. Gori, in quanto nuovo soggetto attuatore dal mese di gennaio, ha svolto attività di miglioramento e mitigazione che tuttavia non hanno risolto definitivamente le criticità a cui sono ancora soggetti i residenti nelle aree prossime al depuratore. Questi interventi, insieme ad una maggiore attività di controllo soprattutto rispetto agli sversamenti illeciti, contribuiranno a migliorare la qualità di vita della nostra comunità”

Antonio Somma


Il Ruolo del CNSBII

Il ruolo del CNSBII in questa importante opera di ammodernamento dell’impianto di Mercato San Severino continua e continueremo ad osservare l’impianto data il dialogo tra il nostro organismo e Gori che tende a tenere massima l’attenzione sulla corretta depurazione delle acque. Del resto il CNSBII si può dire che nasce proprio dai territori del Solofrana estendendosi poi in tutta Italia in particolare modo nel Sud del Paese.

Rimane l’incognita a monte dell’impianto di Costa

L’avvio dei lavori all’impianto di Depurazione di Mercato San Severino per noi deve essere il punto di inizio di una messa definitiva a norma dell’intera struttura che necessita ancora di ulteriori accorgimenti. Il lavoro più grosso va fatto a monte dell’impianto perché abbiamo ancora l’incognita Solofra, l’area industriale di Fisciano, la cartiera di Montoro che a breve partirà che impatteranno gravemente sull’impianto di Mercato San Severino e ci porteranno continuamente a fare esposti e denunce nei confronti di ignoti che la faranno ancora una volta franca. Ecco le dichiarazioni del Coordinatore del CNSBII:

La proposta dell’istituzione di una Task-Force


Ora che l’impianto avrà una messa a norma, bisognerà agire sui criminali che sversano in fogna reflui non depurati. Inoltre la mia preoccupazione è che la copertura possa ulteriormente coprire condizioni di aumento dei miasmi ed essere una sorta di filtro a maggiori immissioni anomale fino a che che neanche la copertura potrà fermare i fetidi odori generati dalla grande mole di reflui non trattati che arrivano in depurazione e che sostanzialmente mettono in crisi l’impianto. Ecco perché parallelamente a questi lavori bisogna agire con quello che ho proposto qualche settimana fa, l’istituzione di una task-force che attui una repressione multidisciplinare nei confronti delle piccole, medie e grandi aziende che commettono illeciti ambientali. D’altra parte è d’obbligo da parte della Regione Campania finanziare al più presto anche un ammodernamento dell’impianto fognario e mettere in campo la tanta auspicata dualizzazione delle fogne.

Michele Busce’





Questione Depurazione, il CNSBII chiede di partecipare agli incontri in Regione. Amplia la platea dei potenziali partecipanti.

Il 24 agosto 2021 è stato creato un incontro promosso dal Sindaco di Scafati al palazzo comunale di città per affrontare la problematica depurativa del medio sarno che ha interessato in questi giorni il Depuratore comprensoriale di Scafati.

Depuratore di Scafati

A partecipare all’incontro il Sindaco di Sant’Antonio Abate, di Santa Maria La Carità i comandanti delle Polizie Locali dei rispettivi comuni, Arpac e Gori quest’ultimo Soggetto Gestore del Servizio Idrico Integrato del Territorio del Distretto Sarnese Vesuviano dell’Ente Idrico Campano.


Informati

E’ notizia del 26 agosto 2021 che il Sindaco di Sant’Antonio Abate ha sollecitato la Vice Presidenza della Regione Campania a rendersi promotore del secondo incontro negli uffici del Palazzo Regionale.

La Vice Presidenza ha accettato la richiesta e ha convocato per il 31 agosto i partecipanti alla riunione del 24 agosto. Gli inviti sono stati inviati al Sindaco di Sant’Antonio Abate, di Angri, Scafati, Santa Maria la Carità, al Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e per la transizione ecologica, Anicav – Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, la Direzione Generale ARPAC, Gori Spa.

Il CNSBII, nella figura del nostro coordinatore dott. Giornalista Michele Buscè era anch’egli presente all’incontro del 24 agosto e ha messo sul tavolo della discussione una proposta:

“l’istituzione di un “Patto tra cittadinanza e enti pubblici” come in Terra dei Fuochi e di una Cabina di Regia coordinata da una delle Prefetture Territoriali del Bacino Idrografico del Fiume Sarno le quali comunicando tra loro coadiuveranno la creazione di una Inteforze fatta di forze di Polizia, Esercito, ispettorati ed altri enti, allo scopo di operare al contrasto del fenomeno inquinante degli sversamenti di reflui nei corpi idrici superficiali”

Coordinatore cnsbii, Michele busce’

Lo scopo è la tutela delle acque e applicare lo stesso modello “Terra dei Fuochi” nel Bacino del Sarno ed estenderlo su tutta la regione sulla questione sversamenti di reflui.

Il Cnsbii chiede di partecipare

Per la riunione in Regione il CNSBII non ha ricevuto una convocazione formale, ma nonostante ciò ha deciso di inviare una richiesta di partecipazione all’incontro all’attenzione della Vice Presidenza Regionale della Campania. Il CNSBII Ente del Terzo Settore è portatore di interesse sulla vicenda e riteniamo giusto essere presenti all’incontro.

Non solo, il nostro coordinatore nella comunicazione di incontro redatta dalla Vice Presidenza Regionale nel leggere dell’invito a partecipare degli enti dell’incontro del 24 agosto, nel richiedere la sua presenza in rappresentanza del CNSBII, ha ritenuto di portare a conoscenza anche ad altri enti dell’incontro del 31 agosto a Napoli.


“Per Conoscenza” ad altri Enti

Clicca sui link per conoscere gli enti

Gli Enti a cui il CNSBII ha inviato la comunicazione sono: L’Ente Idrico Campano nella figura del Presidente e del Direttore Generale, ai membri del Comitato Esecutivo, ai membri del Distretto Sarnese Vesuviano ed ai membri del Distretto Alto Calore Irpino, al Consorzio di Bonifica del Comprensorio Sarno, All’ Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino
Meridionale
,
alla Sma Campania, al Sindaco di Mercato San Severino.


La richiesta elaborata dal CNSBII di partecipazione all’incontro ha allegato anche la Proposta annunciata in Scafati il 24 agosto 2021. Infatti, nella comunicazione avvisiamo i partecipanti del deposito dell’atto in sede di riunione che si spera venga verbalizzato.

Abbiamo ritenuto opportuno portare a conoscenza ad ulteriori enti dell’incontro del 31 agosto perché riteniamo che ci siano ulteriori organismi portatori di interessi nella risoluzione de l’annosa problematica degli impianti di depurazione e sversamenti di reflui in ambiente e in fognatura.


Infatti, l’Ente Idrico Campano composto dal Comitato Esecutivo e dai componenti dei vari distretti tra cui il Sarnese Vesuviano e Alto Calore Irpino sono insieme l’Organo di Governo del Servizio Idrico Integrato e il Soggetto Gestore Gori, già invitato dalla Vice Presidenza Regionale, è l’ente che si occupa di gestire il Servizio Idrico Integrato. Il Consorzio di Bonifica del Comprensorio Sarno è il gestore del Reticolo idrografico di Bonifica (destinato all’irrigazione e rete scolante) che spesso è vittima degli sversamenti di reflui, l’ Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale che nel Piano di Gestione delle Acque, redatto ciclicamente, ha un capitolo dedicato alla Tutela delle Acque e valuta gli aspetti quali-quantitativi, il Sindaco di Mercato San Severino invece è una delle Autorità che rappresenta un territorio che vive simile problematiche all’impianto di Depurazione di Scafati. Infatti Mercato San Severino nel proprio comune ha un Depuratore comprensoriale di proprietà Regionale gestito ad oggi da Gori, collegato a quello di Solofra gestito da Co.ge.i, e proprio sulla questione depurazione di Solofra che abbiamo deciso di inviare la nostra comunicazione all’Alto Calore Irpino essendo che il Depuratore di Solofra fa parte di un altro Distretto Amministrativo ma questo impatta sull’ambito del Distretto Sarnese Vesuviano mettendo spesso in crisi il Depuratore di Mercato San Severino, condizione nota a molti.

Attivazione di uno scolmatore di piena fognario in un canale del Consorzio di Bonifica tra Scafati e Sant’Antonio Abate

Nella nostra comunicazione inviata alla Vice Presidenza della Campania approfondiamo con novizia di particolari la nostra proposta e trattiamo l’argomento dei Dati e della Statistica, essenziale per comprendere cosa accade sui nostri territori in tema di illeciti ambientali. In questo caso Sma Campania entra con “l’intelligenza informaticainHouse dove grazie alla creazione della Piattaforma I.Ter Dss (Trattasi di piattaforma tipo web gis) sarebbe possibile inserire qualsivoglia criticità ambientale. Nel caso specifico verrebbero inseriti i punti di sversamenti di reflui e implementata dei dati forniti dai comuni sul catasto degli scarichi e del catasto dei siti di abbandono di rifiuti. Queste informazioni sono di libero accesso agli autorizzati, tra cui le Prefetture, la Magistratura, le Forze di polizia ed Esercito in modo da tenere sotto controllo l’evolversi dei fenomeni inquinanti e degli illeciti e attivarsi in quelle che noi proponiamo azioni di primo, secondo e terzo livello, proprio come accade su terra dei fuochi.


Ecco alcune operazioni coordinate dalla Prefettura di Napoli al contrasto del fenomeno dello sversamento di rifiuti e incendio.


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A “riempire di informazioni” questa piattorma sarebbero anche i cittadini che subentrano come “conditio sine qua non” nella istituzione di un patto, questi, formati e con strumentazione informatiche, tramite un app già funzionante denominata Sma Campania segnalerebbero gli illeciti. Gli operatori specializzati di Sma Campania dovranno solo archiviare i dati e farne il miglior uso di statistica. Inoltre altro tassello fondamentale è il pattugliamento delle aree segnalate a Sma Campania che accerterebbero la segnalazione ricevuta e cosa importante aggiornerebbero lo stato di attività del sito e verificherebbero se lo sversamento è ancora attivo o no, in che modalità si attiva ecc.., tutte queste informazioni ricordiamo che restano di libero accesso alle Forze dell’ordine, Prefetture e Magistratura.


Quindi con un dispendio di minori risorse, con l’avanzamento informatico, si avrebbe un quadro completo dei potenziali illeciti e una capacità di agire molto più rapida e ricca di notizie da parte degli organi di polizia e dalla magistratura. Questo darebbe anche una maggiore azione di pubblica sicurezza alle Prefetture Territoriali. Sicuramente le Prefetture, diverse da quelle di Napoli, non hanno particolare esperienza in tal senso essendo che nel palazzo della Prefettura Napoletana è ospitata la figura extra ordinaria Vice Prefetto Filippo Romano incaricato dal Governo al contrasto dei Roghi in Campania.

Abbiamo pensato anche a questo, ed il CNSBII, propone che sia la Prefettura di Napoli che ha esperienza nell’ambito della “Terra dei Fuochi” a coordinare questo “Patto” e alla creazione dell’interforze.

Chiaramente la nostra è una proposta che attende i pareri del Ministero degli Interni e delle Prefetture territoriali. Questa Paradossalmente potrebbe anche risultare inapplicabile e chiederemo di sapere dagli enti interrogati il perché di una eventuale negazione.

Ci sono a disposizione dati di fonti di inquinamento che fanno comprendere che solo con una unione territoriale di più parti sarà possibile contrastare i fenomeni di inquinamento sui territori contrastando le attività produttive che illecitamente danneggiano l’ambiente, arrecano danno alla salute dei cittadini con connessione di altre attività illecite create dall’indotto dell’operare nei regimi dell’illegalità.




Scafati, inquinamento Bacino del Sarno. Il CNSBII propone una Cabina di Regia coordinata dalle Prefetture

Il CNSBII il 24 agosto 2021 ha partecipato all’incontro tenutosi al Comune di Scafati alla presenza del Sindaco Cristoforo Salvati, dei Sindaci di Sant’Antonio Abate e Santa Maria la Carità. Presenti alla riunione i comandanti della Polizia Locale dei Comuni sopra citati, una rappresentanza dell‘ARPAC nonché il soggetto gestore della risorsa idrica locale GORI S.p.A.

Motivo dell’incontro è stato il perdurare del malfunzionamento dell’impianto di depurazione sito in Scafati che ha provocato la fuoriuscita dei reflui non depurati che a loro volta confluiscono nel corso d’acqua “Marna” e dei miasmi che stazionano nell’aria. Unitamente, i presenti, hanno individuato che il processo di depurazione delle acque del depuratore del comprensorio, viene compromesso per via dell’immissione di reflui non depurati provenienti dai comparti produttivi del territorio.

Durante l’incontro i partecipanti hanno esposto alcune delle attività messe in campo a contrasto del fenomeno dello sversamento illecito di reflui non depurati, sia negli impianti di depurazione, sia nei corpi idrici superficiali.

Il CNSBII ha quindi, fornito il suo contributo formulando una proposta che vada nella direzione di istituire una cabina di regia coordinata da una delle Prefetture territoriali del Bacino Idrografico del Fiume Sarno e di conseguenza con le altre Prefetture Provinciali al fine di istituire un patto tra cittadinanza, Istituzioni, forze di Polizia e soggetti portatori di interesse.

I presenti, hanno di buon grado accettato la nostra proposta che verrà discussa nel prossimo incontro di martedì 31 Agosto presso il Municipio di Scafati.

A tal proposito, il CNSBII ha inviato una comunicazione alle Prefetture territoriali del Bacino del Sarno, al Ministero degli Interni e al Sindaco di Scafati quest’ultimo promotore dell’iniziativa del 24 agosto 2021 incentrata sulla tematica degli sversamenti di reflui non depurati e del riversamento nei corpi idrici superficiali.

Il CNSBII, nell’esprimere la proposta dell’istituzione di una cabina di regia ha ricordato che l’inquinamento dei fiumi e la mancata depurazione è un fenomeno che viene constatato su tutto il Bacino Idrografico del Fiume Sarno e che tale fenomeno deve essere visto in una visione globale e non solamente locale.

Il territorio del Bacino del Sarno è esteso e fortemente urbanizzato ed è soggetto a continui illeciti ambientali derivanti dalla mancata depurazione dei reflui nell’ambito della piccola, media e grande industria, delle piccole aziende, degli impianti di depurazione, dalle abitazioni civili, dalla mancanza di un impianto duale fognario, dall’incidenza idraulica meteorica sugli impianti depurativi.

La proposta dell’istituzione di una Cabina di Regia è un qualcosa a cui il CNSBII sta operando da diverso tempo.




Depurazione delle acque, avanti così non si può più andare!

Ogni qualvolta si avvia la campagna agro conserviera nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno, le acque dei rii, canali, torrenti e fiumi assumono la colorazione marrone.

Questo avviene perché le industrie conserviere, alcune di queste, non effettuano la corretta depurazione delle acque interne alla propria azienda. Immettono acque con sedimenti e materiali organici che vanno a bloccare l’intero processo di depurazione degli impianti depurativi Regionali della Regione Campania.

Gli impianti Regionali di Depurazione sono già carenti di loro nella strutturazione, perché sono stati pensati per raccogliere reflui civili e non industriali del comparto biologico e chimico, cosa che attualmente fanno e non dovrebbero.

Il depuratore di Mercato San Severino (Sa) in questi giorni sta avendo serie problematiche depurative, cosa accade?

Le industrie conserviere e di altra origine o non depurano affatto o maldepurano. In questi casi la produzione industriale finisce tale e quale negli impianti di depurazione regionale che sono costretti a raccogliere quantità enormi di sedimenti e scarti di lavorazione, aumentando i livelli di ammoniaca e si arresta il processo ossidativo per l’eccessiva presenza di fanghi in molti casi morti.

Inoltre anche l’eccessivo calore di questi giorni ha dato un grande contributo in negativo perché influisce sul processo ossidativo dei fanghi.

Quindi accade che la colorazione marrone che vediamo nei corsi d’acqua non è altro che c’è qualcuno che in buona parte sta giocando ad un gioco sporco, fatto di violazione delle norme ambientali, fatto di volontà a delinquere e di carenze strutturali agli impianti depurativi, in particolar modo industriali.

Ma oggi è possibile sapere cosa arriva in un impianto di depurazione. Entrandoci al proprio interno la prima cosa da fare è prelevare i reflui in entrata, successivamente quelli in uscita. In questo modo si saprà cosa entra e quindi tramite l’analisi delle acque sapremo che tipo di composto sta per entrare in depuratore.

E’ notizia di oggi, 16 agosto 2021 che il Noe accompagnato dall’Arpac ha effettuato dei prelievi in uscita dal depuratore di Mercato San Severino. Si spera abbiamo quanto meno prelevato non solo le acque in uscita dall’impianto ma, cosa importantissima, abbiano preso le acque in entrata all’impianto.

Negli impianti Depurativi ritroviamo in questi mesi, parliamo dei mesi della campagna conserviera, grandi quantità di ammoniaca che proviene proprio dalla non ossidazione dei fanghi. Ci riferiamo quindi a tutti i processi di depurazione, sia industriali che Regionali. Un fango che poi morirà e sarà difficile da smaltire e che intaserà il processo di ossigenazione delle vasche contenenti i fanghi vivi, attivi.

Quindi se dovessimo addossare una colpa a qualcuno, sicuramente la si dovrebbe dividere in più parti, tra l’attività conserviera, altre tipologie di industre che non depurano e le carenze strutturali che i Depuratori Regionali hanno al proprio interno.

Inoltre su Mercato San Severino ci sono diverse anomalie, infatti, essendo una struttura dedicata alla depurazione dei reflui civili ad oggi si ritrova a depurare reflui industriali, reflui di un distretto differente dal Distretto Sarnese Vesuviano come ad esempio i comuni di Solofra e Montoro. Quindi prende anche i reflui del Depuratore di Solofra, che sulla carta dovrebbe pre trattare i reflui della lavorazione conciaria e mandarli attraverso una condotta a Mercato San Severino in uno stato adatto alla tipologia di depurazione dell’impianto Sanseverinese.

Quindi una delle soluzioni potrebbero essere: il distacco del Depuratore di Solofra da Mercato San Severino, controlli serrati sugli industriali nella depurazione interna delle acque, la creazione di un depuratore solo per le industrie conserviere e aree industriali e la logica messa a norma dell’impianto depurativo sia di Solofra che di Mercato San Severino.

Ricordiamo che gli impianti di depurazione di Mercato San Severino e Solofra sono sotto sequestro giudiziario proprio per problematiche derivanti le molestie olfattive e per carenze strutturali e infrastrutturali negli impianti.