Il CNSBII Sollecita Screening Sanitario e Monitoraggio Ambientale per le Aree di Solofra e Montoro

Il Corpo Civico Nazionale delle Sentinelle dei Bacini Idrografici Italiani (CNSBII), attraverso il suo Coordinatore Nazionale, ha avanzato una richiesta urgente di screening sanitario e monitoraggio ambientale per le aree di Solofra e Montoro, colpite da una grave contaminazione delle falde acquifere profonde. Le indagini hanno rivelato la presenza di metalli pesanti come Arsenico, Piombo, Cromo VI, e altre sostanze pericolose, tra cui composti organici volatili (VOC), che rappresentano un serio rischio per l’ambiente e per la salute della popolazione locale e dei lavoratori.

L’intervento del CNSBII: Un Impegno per la Salute Pubblica

Il CNSBII ha inviato la richiesta il 9 agosto 2024 alle principali autorità competenti, tra cui l’ARPAC e l’ASL di Avellino, chiedendo un intervento tempestivo per affrontare i rischi sanitari e ambientali. Il Piano di Caratterizzazione della Regione Campania ha già evidenziato livelli di contaminazione significativi, con implicazioni che potrebbero estendersi anche ai comuni limitrofi.

“La nostra priorità è garantire che la popolazione di Solofra e Montoro sia adeguatamente protetta dai rischi legati alla contaminazione delle risorse idriche. La situazione è grave e richiede un’azione immediata da parte di tutte le autorità competenti,” ha dichiarato Michele Buscè, Coordinatore Nazionale del CNSBII.

Risposta dell’ARPAC: Un Quadro Analitico Completo, ma Serve di Più

L’ARPAC, nella sua comunicazione del 22 agosto 2024, ha confermato che le attività di monitoraggio ambientale sono attualmente in corso, ma ha dichiarato che non ci sono abbastanza elementi per giustificare ulteriori campagne di monitoraggio straordinario. L’ARPAC ha ribadito che il monitoraggio della qualità dell’aria è effettuato regolarmente nella zona industriale di Solofra, con una centralina fissa e un laboratorio mobile.

Tuttavia, l’ARPAC si è limitata agli aspetti tecnici e analitici, senza esprimere giudizi sulle implicazioni sanitarie, lasciando questo aspetto di competenza dell’ASL di Avellino.

Silenzio dell’ASL di Avellino: Necessario un Sollecito

Ad oggi, l’ASL di Avellino non ha fornito alcun riscontro alla richiesta di avviare uno screening sanitario, nonostante siano passati oltre 30 giorni. Il CNSBII ha quindi inviato un sollecito formale, sottolineando l’importanza di monitorare la salute della popolazione e dei lavoratori esposti a contaminanti tossici.

“Ci aspettiamo che l’ASL intervenga prontamente, poiché la tutela della salute pubblica è una priorità assoluta,” ha aggiunto Buscè.

Call to Action: Unisciti a Noi nella Richiesta di Azione

La situazione attuale richiede il coinvolgimento di tutta la comunità. Invitiamo i cittadini a:

  • Firmare la petizione per sollecitare l’ASL di Avellino ad avviare immediatamente gli screening sanitari necessari.
  • Contattare le autorità locali e chiedere un intervento rapido e deciso per la tutela della salute pubblica.

La petizione è in attesa di approvazione dal SENATO.

Aggiornamenti Costanti: Il CNSBII al Servizio della Comunità

Il CNSBII continuerà a monitorare la situazione e fornirà aggiornamenti continui sui progressi. Invitiamo i lettori a seguire il nostro sito per rimanere informati sugli sviluppi

Immagini e Grafici




Solofra. Copertura dell’impianto di depurazione: priorità e perplessità

Pubblicazione di Michele Buscè. (2023). 
Solofra. Copertura dell’impianto di depurazione priorità e perplessità (Versione 1). 
Zenodo. 10.5281/zenodo.7988087


Il 30 maggio 2023, il CNSBII ha pubblicato un articolo riguardante l’avvio dei lavori di copertura dell’impianto di depurazione delle acque nel depuratore di Solofra, situato nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno. Nonostante la copertura degli impianti di depurazione sia una pratica comune in Campania e in tutta Italia, ad eccezione di alcuni impianti, il CNSBII nutre delle perplessità riguardo alla priorità dei lavori, poiché ritiene che sia più importante concentrarsi sul miglioramento dell’efficienza del sistema di depurazione dell’impianto di Solofra nel corso degli anni.

Nel nostro studio, abbiamo voluto mettere in luce alcuni aspetti che raramente vengono approfonditi in Italia. La depurazione delle acque è un argomento complesso e poco conosciuto, rendendo difficile reperire informazioni tecniche e spiegarle in modo semplice per i lettori. Questa pubblicazione si rivolge a cittadini comuni, operatori nel settore della depurazione delle acque, forze dell’ordine che si occupano della tutela ambientale e operatori politici. Il nostro obiettivo è attirare l’attenzione su un argomento difficile, che ha causato danni ambientali, alla salute dei cittadini e della fauna, all’immagine e che ha dimostrato come la politica dei vari politici che si sono succeduti negli ultimi quarant’anni non sia stata in grado di rispondere prontamente alle persone che hanno respirato sostanze tossiche per anni, bevuto acqua contaminata dal tetracloroetilene e persino perso delle vite a causa di ciò.

La nostra pubblicazione ha l’unico scopo di far comprendere se sia necessario coprire l’impianto di depurazione delle acque prima di intervenire prioritariamente sul sistema di depurazione, che attualmente presenta gravi carenze. Inoltre, con la copertura dell’impianto di depurazione di Solofra, i rischi legati alle anomalie negli afflussi di reflui che compromettono il processo di depurazione delle acque nel depuratore di Mercato San Severino rimangono invariati. Infatti, i depuratori di Solofra e Mercato San Severino sono strettamente collegati, poiché il processo di depurazione avviato a Solofra deve essere completato nel depuratore di Mercato San Severino.

Appare preoccupante il fatto che il dato non tenga conto della necessità di adeguamenti normativi che promuovano la protezione delle acque fluviali, marine e dell’intero ecosistema idrico. Prima di tutto, è fondamentale richiedere gli adeguamenti per preservare gli ecosistemi acquatici fluviali e marini. Nel corso degli anni, il torrente Solofrana, che funge da principale canale di scarico per i depuratori di Solofra e Mercato San Severino, è stato completamente cementato, portando all’eliminazione della biodiversità acquatica e all’interruzione dei flussi naturali a causa della costruzione di salti di quota artificiali. Pesci, anfibi e rettili non sono più in grado di spostarsi autonomamente lungo il corso d’acqua, vivere e riprodursi senza problemi in acque pulite. Pertanto, la messa a norma degli impianti di depurazione deve considerare come priorità assoluta la salvaguardia degli ecosistemi acquatici fluviali e marini, nonché degli ecosistemi circostanti gli impianti stessi, oltre alla tutela dell’aria e alla forte riduzione dell’impatto ambientale derivante dagli impianti di depurazione.


Rischi e considerazioni nella copertura di un impianto di depurazione delle acque reflue

Introduzione:
L’impianto di depurazione delle acque reflue svolge un ruolo fondamentale nel trattamento e nella pulizia delle acque inquinanti. Tuttavia, l’installazione di una copertura in un impianto di depurazione può comportare diversi rischi potenziali che richiedono una valutazione attenta e la messa in atto di adeguate misure di sicurezza. Questo saggio esplorerà i rischi comuni associati alla copertura di tali impianti e le considerazioni necessarie per mitigarli.

  1. Rischi legati alla ventilazione:
    Un aspetto critico da considerare durante l’installazione di una copertura è la ventilazione dell’impianto di depurazione. Poiché l’impianto genera gas e odori sgradevoli, la copertura potrebbe limitare la dispersione di tali sostanze. Di conseguenza, potrebbe verificarsi l’accumulo di gas nocivi all’interno dell’area coperta, aumentando il rischio per la salute degli operatori e del personale. È essenziale progettare e implementare un sistema di ventilazione efficace per garantire un flusso d’aria sufficiente e la rimozione dei gas nocivi.
  2. Rischio di esplosioni e incendi:
    All’interno dell’impianto di depurazione potrebbero essere presenti sostanze chimiche infiammabili o esplosive. Una copertura inadeguata potrebbe creare un ambiente confinato che favorisce la concentrazione di vapori e gas, aumentando il rischio di esplosioni o incendi in caso di fughe o malfunzionamenti. È necessario adottare misure di sicurezza come l’installazione di sensori di rilevamento dei gas, l’adozione di sistemi di spegnimento automatico degli incendi e l’impiego di materiali resistenti al fuoco.
  3. Accessibilità e manutenzione:
    La copertura completa dell’impianto può rendere più difficile l’accesso ai componenti per le attività di manutenzione e riparazione. Questo potrebbe rallentare la risoluzione dei guasti e compromettere l’efficienza dell’impianto. È importante progettare la copertura in modo da consentire un agevole accesso a tutti i punti critici, ad esempio attraverso l’installazione di porte di ispezione o la suddivisione in sezioni modulari. Inoltre, è fondamentale implementare un piano di manutenzione preventiva per identificare e affrontare tempestivamente eventuali problemi.
  4. Impatto ambientale:
    La copertura dell’impianto può influire sull’ambiente circostante. Ad esempio, potrebbe limitare la dispersione degli odori e dei gas, aumentando l’impatto negativo sulle comunità locali. Inoltre, è necessario considerare l’impatto sulla biodiversità locale e sulle condizioni microclimatiche. È consigliabile condurre uno studio di impatto ambientale per valutare gli effetti della copertura e adottare misure di mitigazione, come l’installazione di sistemi di filtraggio dell’aria o l’adozione di soluzioni paesaggistiche.

Conclusione:
La copertura di un impianto di depurazione delle acque reflue comporta diversi rischi che devono essere attentamente gestiti. La valutazione e la mitigazione dei rischi legati alla ventilazione, alle esplosioni, all’accessibilità e alla manutenzione, nonché all’impatto ambientale, sono fondamentali per garantire la sicurezza del personale, la protezione dell’ambiente e il corretto funzionamento dell’impianto. È indispensabile coinvolgere esperti nel settore dell’ingegneria ambientale e della sicurezza durante tutto il processo di copertura, al fine di identificare e affrontare adeguatamente i rischi specifici di ciascun impianto di depurazione delle acque reflue.


In Italia è obbligatorio coprire un impianto di Depurazione?

Attualmente, non esiste un’obbligatorietà generale a livello nazionale per la copertura degli impianti di depurazione delle acque in Italia. La gestione dei sistemi di depurazione delle acque è regolamentata principalmente dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006, noto come “Codice dell’ambiente”, e dal Decreto Legislativo n. 31 del 2001, che indica le norme per il riutilizzo delle acque depurate.

Tuttavia, le normative in materia possono variare a livello regionale o comunale. Pertanto, potrebbe essere possibile che alcune regioni o comuni abbiano introdotto norme o regolamenti specifici che richiedono la copertura degli impianti di depurazione delle acque.

In una conferenza di servizi è possibile decidere se un impianto di depurazione delle acque necessita di una copertura?

Sì, durante una conferenza di servizi è possibile discutere e decidere se la copertura di un impianto di depurazione delle acque è necessaria. La conferenza di servizi è un procedimento amministrativo previsto dalla normativa italiana, disciplinato principalmente dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006 (Codice dell’ambiente) e dal Decreto Legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

La conferenza di servizi coinvolge diverse autorità competenti, come l’autorità idrica, l’autorità paesaggistica, l’autorità archeologica e altre entità coinvolte nella valutazione delle opere e dei progetti che possono avere un impatto sull’ambiente e sul territorio.

Durante la conferenza di servizi, le autorità competenti esaminano il progetto e valutano gli aspetti tecnici, ambientali, paesaggistici, archeologici e culturali. In base alle valutazioni effettuate, possono essere definite delle prescrizioni o condizioni che devono essere rispettate per ottenere l’autorizzazione all’opera.

Tra queste prescrizioni potrebbe essere inclusa la necessità di coprire l’impianto di depurazione delle acque al fine di minimizzare gli impatti ambientali, ridurre odori sgradevoli o preservare l’aspetto estetico del territorio circostante.

Tuttavia, è importante sottolineare che le decisioni prese durante una conferenza di servizi dipendono dal contesto specifico, dalle valutazioni delle autorità

Automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque: opportunità ed eventuali rischi

L’automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque può portare a numerosi vantaggi in termini di efficienza, precisione e riduzione dei costi operativi. Tuttavia, esistono anche alcuni rischi che devono essere presi in considerazione. Ecco alcuni dei rischi associati all’automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque:

  1. Rischi tecnici: L’automatizzazione richiede l’utilizzo di sistemi e dispositivi complessi, come sensori, regolatori e sistemi di controllo. La presenza di guasti tecnici o malfunzionamenti di tali componenti potrebbe comportare un impatto negativo sul funzionamento dell’impianto e sulla qualità del trattamento delle acque reflue. Inoltre, la dipendenza da sistemi automatizzati potrebbe aumentare la vulnerabilità agli attacchi informatici o ai problemi di sicurezza informatica.
  2. Mancanza di supervisione umana: Con l’automatizzazione, il coinvolgimento diretto degli operatori può diminuire poiché le operazioni vengono gestite da sistemi automatizzati. Questa riduzione della supervisione umana potrebbe comportare un rischio di ritardo nella rilevazione di anomalie, guasti o situazioni di emergenza che richiedono un intervento tempestivo. La mancanza di interazione umana potrebbe anche portare a una minore capacità di adattamento a situazioni non standard o impreviste.
  3. Complessità del sistema: Gli impianti di depurazione automatizzati sono caratterizzati da una complessità tecnica maggiore rispetto ai sistemi tradizionali. Ciò comporta la necessità di competenze specializzate per la gestione, la manutenzione e la risoluzione dei problemi. L’assenza di personale qualificato potrebbe rendere difficile la gestione efficace del sistema automatizzato e la risoluzione dei problemi tecnici che potrebbero sorgere.
  4. Riduzione delle risorse umane: Le utilities possono tendere a sostituire le risorse umane con sistemi automatizzati per ragioni di efficienza e riduzione dei costi operativi. L’automatizzazione consente di ridurre la dipendenza dal lavoro umano, migliorare la produttività e ottimizzare l’utilizzo delle risorse. Tuttavia, questa sostituzione potrebbe portare alla perdita di posti di lavoro e avere un impatto sulle comunità locali dipendenti dall’occupazione nel settore delle utilities.

È importante sottolineare che l’automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque offre notevoli vantaggi in termini di efficienza e precisione nel trattamento delle acque reflue. Tuttavia, è necessario un approccio equilibrato che consideri attentamente i rischi connessi e che assicuri la presenza di personale qualificato per supervisionare e gestire i sistemi automatizzati, nonché affrontare situazioni di emergenza o guasti tecnici.


Minimizzare l’impatto ambientale: l’importanza della copertura negli impianti di depurazione delle acque

La copertura degli impianti di depurazione delle acque può comportare costi significativi e presentare alcune sfide. È importante sottolineare che le autorità competenti e i progettisti degli impianti di depurazione devono tener conto dell’impatto ambientale generato dalla costruzione delle coperture.

Quando si progetta la copertura di un impianto di depurazione delle acque, vengono considerati diversi fattori per mitigare gli impatti ambientali. Alcuni aspetti da prendere in considerazione includono:

  1. Valutazione dell’impatto ambientale: Prima della costruzione della copertura, viene condotta un’adeguata valutazione dell’impatto ambientale (VIA) per identificare e valutare gli effetti potenziali sulla fauna, la flora, l’ecosistema circostante e la qualità dell’aria e dell’acqua. La VIA consente di individuare misure di mitigazione adeguate per minimizzare gli impatti negativi.
  2. Selezione dei materiali: Durante la progettazione della copertura, vengono scelti materiali sostenibili e a basso impatto ambientale. Si possono utilizzare materiali riciclati, materiali a bassa emissione di gas a effetto serra o materiali che richiedono una minore energia per la produzione. Questa scelta mira a ridurre l’impatto ambientale durante la fase di costruzione.
  3. Gestione dei rifiuti: Durante la costruzione della copertura, è fondamentale adottare adeguate pratiche di gestione dei rifiuti per ridurre l’impatto ambientale. Vengono implementate strategie per il riciclaggio dei materiali di scarto e per il corretto smaltimento dei rifiuti, riducendo l’inquinamento e il consumo di risorse naturali.
  4. Conservazione della flora e della fauna: Se l’impianto di depurazione è ubicato in un’area sensibile dal punto di vista ecologico, potrebbero essere necessarie misure di mitigazione aggiuntive per la conservazione della flora e della fauna. Ciò potrebbe includere la creazione di habitat alternativi per gli animali e la promozione della biodiversità nella zona circostante.
  5. Monitoraggio e manutenzione: Dopo la costruzione della copertura, è importante effettuare un monitoraggio regolare dell’impatto ambientale e garantire una corretta manutenzione. Ciò assicura che la copertura rimanga efficace nel prevenire la dispersione di odori e contaminanti nell’ambiente circostante.

È fondamentale che le autorità competenti e i progettisti lavorino in conformità con le leggi e le normative ambientali vigenti per garantire che l’impatto ambientale sia minimizzato durante la costruzione delle coperture degli impianti di depurazione delle acque. L’obiettivo finale è quello di raggiungere un equilibrio tra la necessità di proteggere l’ambiente e garantire un’efficace depurazione delle acque reflue.


I fattori che influenzano i costi elevati della copertura degli impianti di depurazione delle acque

Ci sono diversi fattori che possono contribuire ai costi significativi associati alla copertura di un impianto di depurazione delle acque. Alcuni dei principali motivi includono:

  1. Complessità del design: La copertura di un impianto di depurazione delle acque richiede un design sofisticato per garantire l’efficacia del processo di depurazione e prevenire la dispersione di odori e contaminanti nell’ambiente circostante. Questo può comportare l’utilizzo di tecnologie avanzate e complesse, che aumentano i costi di progettazione e di costruzione.
  2. Materiali specializzati: Le coperture degli impianti di depurazione richiedono l’uso di materiali specializzati che siano resistenti all’acqua, alle sostanze chimiche e agli agenti atmosferici. Questi materiali devono essere in grado di sopportare le condizioni ambientali aggressive e garantire la sicurezza e la durabilità della struttura. Tali materiali spesso hanno un costo più elevato rispetto ai materiali tradizionali.
  3. Normative e regolamenti: Gli impianti di depurazione delle acque devono rispettare rigorose normative e regolamenti in materia di sicurezza e impatto ambientale. Ciò può richiedere l’adozione di misure aggiuntive per garantire la conformità, come l’installazione di sistemi di controllo delle emissioni o l’implementazione di misure di mitigazione ambientale. Questi requisiti aggiuntivi possono aumentare i costi complessivi del progetto.
  4. Lavori di ingegneria civile: La copertura degli impianti di depurazione delle acque richiede spesso lavori di ingegneria civile significativi, come lo scavo del terreno, la costruzione di fondamenta solide e la realizzazione di strutture resistenti. Questi lavori possono richiedere attrezzature specializzate, manodopera qualificata e un’attenta pianificazione, che possono influire sui costi complessivi del progetto.
  5. Manutenzione e gestione: Oltre ai costi iniziali per la costruzione della copertura, è necessario considerare anche i costi di manutenzione e gestione nel lungo termine. La copertura richiede regolare manutenzione per garantire il suo corretto funzionamento nel tempo, inclusi controlli periodici, riparazioni e sostituzioni. Questi costi di manutenzione devono essere considerati nel calcolo complessivo dei costi.

In sintesi, i costi elevati per la copertura degli impianti di depurazione delle acque sono principalmente dovuti alla complessità del design, all’utilizzo di materiali specializzati, alle normative e regolamenti rigidi, ai lavori di ingegneria civile e ai costi di manutenzione e gestione nel lungo termine.


Considerazioni finali:

Sembra che ci sia una situazione di discrepanza tra le priorità riguardanti l’impianto di depurazione delle acque di Solofra. Da un lato, è stata richiesta la copertura dell’impianto, nonostante i costi elevati associati. Dall’altro lato, l’impianto stesso risulta carente nella sua funzione principale, ovvero la depurazione delle acque.

È importante considerare che ogni decisione presa dalle autorità competenti potrebbe essere basata su una serie di fattori specifici alla situazione. Tuttavia, è cruciale garantire che l’impianto sia in grado di svolgere adeguatamente il suo compito primario, ovvero depurare le acque, per garantire la sicurezza e la salute dell’ambiente circostante e della comunità.

Potrebbe essere necessario un equilibrio tra la copertura dell’impianto e l’implementazione delle misure necessarie per garantire la depurazione adeguata delle acque. È fondamentale che le autorità responsabili prendano in considerazione entrambi gli aspetti e agiscano di conseguenza per garantire il pieno rispetto delle normative ambientali e la tutela dell’ambiente e della popolazione.




Inizia il cantiere per ridurre le emissioni del depuratore di Solofra

Apre il cantiere

Leggi anche: Solofra. Copertura dell’impianto di depurazione: priorità e perplessità

Mercoledì mattina verranno consegnate le aree di cantiere per avviare i lavori relativi alla “realizzazione degli interventi necessari per il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dall’impianto di depurazione di Solofra”. L’impresa ha firmato il contratto con la Regione Campania il 20 aprile, dopo aver partecipato alla gara d’appalto indetta il 31 marzo dello scorso anno. Questo intervento dovrebbe finalmente risolvere un problema di lunga data, ossia i miasmi che hanno causato numerose polemiche e disagi tra i residenti di Solofra e Montoro. La Regione non poteva più evitare di intervenire, soprattutto considerando il sequestro dell’impianto di via Carpisano nel 2017. Da allora, il depuratore ha operato con una “facoltà d’uso” per evitare di colpire negativamente l’industria conciaria. L’ente proprietario del sito, la Regione Campania, ha investito 1,4 milioni di euro per coprire le due vasche del depuratore e realizzare il trattamento delle emissioni in atmosfera tramite la biofiltrazione. Con la consegna del cantiere, finalmente prende ufficialmente il via l’opera tanto attesa dalle popolazioni di Solofra e Montoro da decenni.

La Notizia dai giornali

La Regione Campania ha avviato i lavori per ridurre le emissioni in atmosfera del depuratore di Solofra. Dopo la firma del contratto con gli operatori economici vincitori dell’appalto, è stato emesso un provvedimento di dissequestro temporaneo dell’impianto. Il Tribunale di Avellino ha dato il via libera all’esecuzione dell’intervento. I lavori includono la copertura delle vasche, l’aspirazione, il filtraggio e l’abbattimento degli odori. L’obiettivo è risolvere definitivamente il problema del sequestro preventivo dell’impianto dovuto a disturbi olfattivi. L’aria aspirata verrà trattata con un sistema di biofiltrazione innovativo. L’inizio dei lavori è atteso con grande interesse dai Comuni interessati. L’importo dei lavori è di 1 milione e 410mila euro. Saranno realizzati nuovi impianti per il trattamento degli odori, con una struttura rimovibile in acciaio. La tecnologia sarà coordinata da Ecosolution.

Perplessità

Il CNSBII ha forti e tangibili dubbi sull’efficacia di questo progetto, che potrebbe comportare conseguenze negative anziché benefici per la risoluzione del problema. Sarà pubblicato un report che analizzerà gli aspetti negativi del proseguimento della copertura dell’impianto, illustrando i rischi e le considerazioni legate alla copertura di un impianto di depurazione delle acque reflue.




Nuovi sversamenti nel Solofrana.

Il CNSBII lancia l’allarme: “Gli sversamenti non sono finiti”

coordinatore Nazionale – Michele Busce’

Torrente Solofrana invaso da Reflui non depurati.

Campania, Mercato San Severino. Il 23 maggio 2023 le sentinelle del CNSBII hanno fatto un’amara scoperta. Un qualcosa che nel corso dei mesi non accadeva più di frequente.

Il torrente Solofrana era invaso di acque marroni, torbide e maleodoranti.

Immediatamente i nostri operatori hanno risalito il corso d’acqua per verificare che le acque marroni fossero frutto di uno sversamento del Depuratore consortile di Mercato San Severino nella frazione di Costa. Il Depuratore immetteva acque correttamente depurate nel torrente stesso.

Sbocco del Depuratore di Mercato San Severino

Da li abbiamo deciso di continuare fino a monte di Solofra. Nel frattempo però lo sversamento durato per qualche ora si annullava.

Immediatamente abbiamo messo in attivazione ulteriori sentinelle sul territorio al fine di controllare il corso d’acqua. Purtroppo questa non è affatto una buona notizia. L’esperienza e la conoscenza delle problematiche del Solofrana ci porta a dire che l’episodio del 23 maggio 2023 è riconducibile ad uno svuotamento di una vasca con fanghi biologici di grandi dimensioni a monte di Montoro. Seguiranno aggiornamenti.




Inondazioni del torrente solofrana: richiesti interventi urgenti.

Urgente azione contro inondazioni del torrente Solofrana.


Il 4 novembre 2022, la frazione Sant’Angelo di Mercato San Severino è stata colpita da gravi inondazioni causate dal torrente Solofrana. Le immagini impressionanti di questo evento sono state documentate da Massimiliano Grimaldi e sono state pubblicate sul suo profilo Facebook.

Le immagini mostrano chiaramente come il torrente Solofrana abbia traboccato inizialmente nei terreni circostanti, poi nelle strade adiacenti al corso d’acqua e in altre proprietà private. In particolare, si può notare la formazione di una grande vasca di raccolta delle acque dovuta a un’area depressa situata sulla destra idraulica del torrente. Non è la prima volta che si verificano inondazioni in questa zona a causa dell’esondazione del torrente Solofrana.

Prima esondazione con conseguente inondazione del torrente solofrana

Inondazione delle vie adiacenti al corso d’acqua

inondazione dei campi sottoposti al corso d’acqua


Informazioni:
Il torrente Solofrana si trova nella regione Campania, in Italia. Attraversa diverse località, tra cui Mercato San Severino e Roccapiemonte, come menzionato nella pubblicazione. Questi due paesi si trovano nella provincia di Salerno, nella parte sud-occidentale della regione. Il torrente Solofrana nasce nelle montagne circostanti e scorre attraverso la valle, causando periodicamente problemi di esondazioni e inondazioni nelle aree circostanti.


È evidente che, fintanto che non si prenderanno provvedimenti per ampliare la sezione idraulica del corso d’acqua, creare nuovi canali fluviali e costruire nuove vasche di raccolta lontano dai centri abitati, eventi di questa portata saranno una costante. È necessario rallentare il flusso delle acque provenienti dai sottobacini idrografici del Calvanicese, Montorese e di Solofra.

Area delimitata oggetto dell'inondazione del solofrana. Provvedimenti immediati contro inondazioni
Area approssimata oggetto dell’esondazione e inondazione.
L’importanza di un approccio olistico per la gestione dei corsi d’acqua: creare spazi adeguati e prevenire insediamenti nelle zone a rischio di inondazione.

La soluzione non risiede necessariamente nel dragaggio dei corsi d’acqua, ma piuttosto nell’offrire loro uno spazio adeguato per scorrere liberamente. I corsi d’acqua richiedono spazi molto più ampi di quanto comunemente si pensi.

Il torrente creato artificialmente proprio in un punto dove un tempo c’erano campagne. Secondo testimonianze del passato, il torrente non scorreva in quell’area. Non si è tenuto conto dell’aumento della sezione idraulica, dei terrazzamenti fluviali e delle aree destinate alle esondazioni. Si sono costruite abitazioni e insediamenti produttivi immediatamente lungo gli argini fluviali, oltre a nuove aree residenziali.

È chiaro che è necessaria un’azione immediata per affrontare questa situazione ricorrente. Gli interventi dovrebbero includere l’ampliamento dei canali fluviali, la creazione di zone di esondazione adeguate e la pianificazione di insediamenti umani lontani dalle aree a rischio. Solo attraverso un approccio olistico e preventivo si potranno ridurre gli effetti delle inondazioni e proteggere le comunità locali da futuri disastri.

Mappa dall'alto dell'area oggetto dell'inondazione. Provvedimenti immediati contro inondazioni
L’area vista dall’alto oggetto del

Ecco alcuni possibili link in uscita correlati al testo:

  1. Per saperne di più sulle inondazioni del torrente Solofrana: Link
  2. Informazioni sul comune di Mercato San Severino: Link
  3. Approfondimenti sull’ampliamento della sezione idraulica dei corsi d’acqua: Link
  4. Scopri l’importanza della prevenzione delle inondazioni: Link



Rottura argine Solofrana a Roccapiemonte

La furia delle acque provenienti dalla parte alta del Bacino Idrografico del Fiume Sarno ha rotto i fragili argini del Torrente Solofrana a Roccapiemonte. Il punto di rottura degli argini è ubicato a questa posizione geografica https://goo.gl/maps/iQoNKgd6CZ7NWbtR6 40°45’54.4″N 14°40’55.9″E.

Da un primo sopralluogo effettuato dal personale CNSBII la rottura è avvenuta in un restringimento della sezione fluviale che ha ceduto. Sarà opportuno verificare se l’argine era in origine in Tufo o se a questo fossero stati fatti lavori di innalzamento della sezione idraulica.

Tipicamente gli argini del Torrente Solofrana sono stati costruiti in mattoni di roccia tufacea, nel corso degli anni sono stati fatti dei lavori di innalzamento della sezione idraulica che hanno comportato una defluizione delle acque a valle in modo più veloce ma restringimenti e allargamenti del corso d’acqua.

https://fb.watch/gB4ddwj6xK/ visualizza la notizia di RTA LIVE

Il “corridoio di acque”, che sembra essere sempre più piccolo visti gli abbondanti nubifragi necessita di una manutenzione e attenzione maggiore ma in particolare modo o dell’allargamento della sezione idraulica o della creazione di nuovi comparti fluviali che possano smaltire le grandi piene che provengono dalla parte alta e ambia del Bacino del Sarno.

Importante e fondamentale è la creazione o rifunzionalizzazione delle vasche pedemontane (in zona Montoro, Calvanico, Solofra) che hanno come scopo quello far defluire lentamente le acque di pioggia sui versanti montani verso valle.

Basti ricordare che le acque che sono confluite nel punto di rottura provengono da Montoro, Salofra e Calvanico. Un grande quantitativo di acque la cui densità è aumentata per via di cedimenti montani nell’area dei valloni di Calvanico.

Bacino e Sottobacini del Sarno e raccolta delle acque meteoriche su aree naturali e antropizzate

Acque dei versanti montani e di collina, Rocce, Tronchi, Detriti, Acque dei Depuratori, Acque degli scaricatori di piena fognari, tutte acque che hanno messo a dura prova la tenuta degli argini, ormai fatiscenti, degli affluenti del Fiume Sarno.

Il Solofrana confluirà più a valle con l’Alveo comune nocerino presso la “Caserma Rossa” in Nocera Inferiore da lì poi nel Fiume Sarno presso la “Ciampa di Cavallo” in San Marzano Sul Sarno al confine con Angri.

Successivamente il personale del CNSBII effettuerà un sopralluogo per verificare la nuova tenuta degli argini di emergenza e comprendere ulteriormente quali fossero le criticità prima e del dopo alluvione.

Il materiale prodotto verrà vagliato e inviato alla Magistratura.




Mercato San Severino. CNSBII richiede un incontro urgente per il Solofrana, ma senza risposta dal 2020.


Nell’agosto del 2020 il CNSBII, durante le normali attività di controllo civico e indipendente dei corsi d’acqua tramite l’USAC – Unità di Soccorso Ambientale Civico, ha riscontrato una criticità ambientale in un corpo idrico superficiale appartenente al Bacino Idrografico del fiume Sarno denominato Rio San Rocco (Ex Solofrana) a Mercato San Severino, comune della provincia di Salerno al confine con la provincia di Avellino. La criticità ambientale impattava negativamente sul corso d’acqua Rio San Rocco e nel Torrente Solofrana.

La problematica ambientale nasce da uno scaricatore di piena fognario posto al confine tra Mercato San Severino e Fisciano (entrambi comuni della provincia di Salerno).


Il Rio San Rocco è un canale a carattere torrentizio prevalentemente in secca durante l’anno. Parte dalla vasca di laminazione di Pandola in Acigliano per poi immettersi in Piazza Sant’Antonio in Mercato San Severino. A questo Rio sono collegati degli scaricatori di piena fognari, tra cui lo scaricatore di Via Francescantonio Biondo che ha il pozzetto di ispezione situato in una proprietà privata. E’ un punto critico che va continuamente attenzionato essendo che lo scaricatore è presente su di una tratta fognaria che collega l’area industriale di Fisciano-Mercato San Severino al Collettore Fognario Solofra-Mercato San Severino (depuratore di costa di Mercato San Severino).

Competenze

Il Rio San Rocco rientra nelle competenze della Regione Campania ma la Polizia Idraulica del Consorzio di Bonifica può agire a tutela del Corso d’Acqua.


Lo scaricatore si attivava recapitando una grande quantità di reflui non depurati nel Rio San Rocco il quale confluisce nell’alveo del Torrente Solofrana, inquinando gravemente il corso d’acqua e i relativi altri canali e fiumi collegati al tributario Solofrana come ad esempio l’Alveo Comune Nocerino e il Fiume Sarno. Il periodo di “attivazione dello scaricatore” spesso è in simultanea con l’imponente attività conserviera a monte dell’apparato fognario sito nella zona industriale di Fisciano e Mercato San Severino.

Lo scaricatore di piena fognario si attiva solo in due casi: nel periodo estivo durante l’aumento delle lavorazioni conserviere e in caso di pioggia.

Come è prassi, il CNSBII ha da subito allertato gli organi competenti sulla tratta fognaria e sulla gestione della rete scolante. Il Soggetto Gestore della rete fognaria è GORI S.P.A. la quale è stata allertata con segnalazione tramite un applicativo in loro gestione e utilizzabile dal pubblico e utenza. Poco dopo gli operatori arrivavano sul posto per visionare la problematica per poi attivarsi. Questo è accaduto in più momenti ma ad oggi la problematica sembrerebbe non essere stata risolta.

Non sappiamo se ad oggi siano stati realizzati interventi strutturali per mitigare il rischio, lo abbiamo chiesto più volte ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

Michele Buscè Polizia Idraulica Consorzio di Bonifica Comprensorio Sarno Rio San Rocco Mercato San Severino
Intervento congiunto con la della Polizia Idraulica

Ma per essere più precisi, vogliamo approfondire la cronologia degli eventi per meglio comprendere dall’agosto del 2020 ad oggi cosa è accaduto e cosa è stato fatto, se le nostre legittime richieste di informazioni tra cui accessi agli atti sono state accolte e se chi ha ricevuto le nostre comunicazioni e segnalazioni si è attivato oppure no.

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Ricordiamo che il CNSBII è costituito da cittadini che utilizzano gli strumenti di partecipazione alla pubblica amministrazione e utilizza norme che permettono loro di accedere a qualsiasi informazione in particolare quelle ambientali. Nessuno può limitare l’azione civica e ambientale dei cittadini e se riscontrate enti o persone che ne limitano questa azione non esitate a contattarci o a segnalarli agli organi di controllo. Il cittadino può fare l’Accesso Civico Generalizzato (FOIA) per richiedere tutte le informazioni necessarie. Non tutte le amministrazioni però, nonostante venga attivato il FOIA, lo rispettano. Questi potrebbero incappare in reati, segnalati alla procura territoriale ad ogni caso il cittadino può effettuare ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale per far valere il diritto civico di accesso ai dati, quest’ultimo caso potrebbe essere però aggiunto un aggravio di spese economiche per il ricorrente.


Cronologia degli Eventi:

Ad oggi il nostro Organismo non ha ricevuto alcun tipo di risposta o contatto in merito a quanto sopra esposto; rimane lo sgomento di quanto sta accadendo e ricordiamo ai lettori che la tutela dell’ambiente non rimane solo un dovere delle istituzioni di controllo, che spesso non viene ottemperato, ma anche un diritto e dovere del cittadino il quale può e deve interessarsi di come i processi amministrativi proseguono dinnanzi al deposito delle proprie istanze ed anche le documentazione depositate da altri. Infatti facendo riferimento ai nostri depositi di istanze, il cittadino, può fare richiesta di accesso agli atti per richiedere informazioni sul procedimento amministrativo che si è attivato al seguito della segnalazione.

  • 6.08.2020: il CNSBII, ha notizia da alcuni cittadini di un riversamento di reflui fognari nel Rio San Rocco in Mercato San Severino. l’USAC – Unità di Soccorso Civico Ambientale si reca sul posto, nel frattempo lo sversamento di reflui si disattiva.

  • 18.08.2020: il CNSBII, ha notizia da alcuni cittadini di un riversamento di reflui fognari nel Rio San Rocco in Mercato San Severino. l’USAC – Unità di Soccorso Civico Ambientale si reca sul posto, nel frattempo lo sversamento di reflui si disattiva.

  • 22.08.2020 – Il CNSBII, nota il riversamento di reflui fognari nel Rio San Rocco, lo sversamento continua copiosamente e attiva con segnalazione n. 1000338680 Gori SpA che interviene alle 14.40 circa sul luogo. I Reflui continuano a riversarsi nel corso d’acqua

  • 22.08.2020 – Il CNSBII, invia una segnalazione dell’accaduto al Sindaco di Mercato San Severino e alla Polizia Locale di Mercato San Severino.
    Numero di Protocollo Comunale: 17187 del 24 agosto 2020

  • 25.08.2020 – il CNSBII, nota un nuovo sversamento di reflui fognari nel Rio San Rocco, attiva con segnalazione n. 1000339810 Gori SpA

  • 25.08.2020 – il CNSBII, invia una segnalazione dell’accaduto al Sindaco di Mercato San Severino e alla Polizia Locale di Mercato San Severino dove comunica che il 6, 18 e 22 agosto sono avvenuti ulteriori riversamenti di reflui fognari nel Rio San Rocco, documentando fotograficamente e allegandolo alla segnalazione.
    Numero di Protocollo Comunale: 17244 del 25 agosto 2020

  • 28.08.2020 – il CNSBII, nota un nuovo sversamento di reflui fognari nel Rio San Rocco, attiva con segnalazione n. 1000341293 Gori SpA

  • 28.08.2020 – il CNSBII, questa volta non ricevendo alcun riscontro e miglioramento invia una ulteriore segnalazione a: Sindaco di Mercato San Severino, alla Polizia Locale di Mercato San Severino, al Commissario Straordinario del Consorzio di Bonifica Integrale del Comprensorio Sarno al Genio Civile di Salerno UOD 50 18 07.
    Numero di Protocollo Comunale: 17548 del 31 agosto 2020

  • Riassunto della cronologia degli eventi
    A fine Agosto Riceviamo notizia che il 15.08.2020 gli operatori di Gori operano per l’innalzamento del livello di sfioro fognario al fine di scongiurare lo scaricamento dei reflui di piena fognaria nel Rio San Rocco. Purtroppo documentiamo che i reflui il 6, 18 e 22, 25 e 28 agosto 2020 i reflui vengono comunque riversati nel Rio San Rocco.

  • Nel frattempo nel 2020: il nostro Coordinatore, legittimato dal dovere civico a tutela dell’ambiente cerca di interloquire con Gori S.p.A., con il Comune di Mercato San Severino, con la Polizia Locale di Mercato San Severino al fine di sollecitare un’azione risolutiva e di far cessare questa criticità che nel frattempo, dall’estate scorsa e fino a dicembre 2020 non si è ripresentata. Nei dialoghi avuti con gli enti è stato chiesto di mobilitarsi per risolvere la criticità che si sarebbe riproposta nell’estate 2021.

  • Nel frattempo: Non ricevendo alcuna notizia di miglioramento e di attività risolutive sulla criticità segnalata, decidiamo di inviare una comunicazione il 12.11.2020 dove chiediamo un incontro comune tra il nostro organismo e il Comune di Mercato San Severino, Consorzio di Bonifica del Comprensorio Sarno, Gori S.p.A. con oggetto: Richiesta di incontro comune al fine di avviare un processo di risoluzione della problematica fognario nell’area Fisciano – Mercato San Severino oggetto di sfioro fognario ai danni della canalizzazione Rio San Rocco e Torrente Solofrana
    Numero di Protocollo Comunale: 23511 del 12 novembre 2020

  • Nel frattempo: il CNSBII non ha ricevuto alcuna risposta o riscontro alle segnalazioni effettuate via PEC agli Enti sopra citati con numero di protocollo comunale n. 17187 del 24 agosto 2020, 17244 del 25 agosto 2020, 17244 del 25 agosto 2020 e non siamo a conoscenza se questi siano stati presi in considerazione, in particolare dagli organi di controllo deputati al rispetto delle norme ambientali. Inoltre in una delle comunicazioni/segnalazioni effettuate abbiamo anche notiziato che sarebbero sopraggiunte successive comunicazione in riferimento al rispetto del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 artt. 240, c 1, lett.p, 242, c 1, 257, 242 c. 2 e sull’individuazione dei responsabili dello sversamento dei reflui e di chi si deve occupare del ripristino dello stato dei luoghi inquinati dalla fuoriuscita degli inquinanti dalla condotta fognaria.

  • 2021

  • 18.01.2021. Il Comune di Mercato San Severino non ha un sistema automatizzato di generazione dei numeri di protocollo degli atti depositati per tale motivo inviamo al protocollo comunale la richiesta dei numeri di protocollo di tutte le richieste al fine di effettuare una richiesta di accesso civico generalizzato di tutti gli atti depositati.

  • 22.01.2021. Il CNSBII, invia una richiesta al responsabile della Trasparenza e della Corruzione del Comune di Mercato San Severino di RIESAME (di ripresa in considerazione) della comunicazione inviata al comune di Mercato San Severino il 12.11.2020 ove si richiede un incontro congiunto tra enti al fine di portare a conoscenza il CNSBII e la cittadinanza degli sviluppi messi in campo dall’estate 2020 sulla problematica dello scaricatore fognario oggetto delle segnalazioni.

  • 29.03.2021 – il CNSBII chiama l’ufficio del protocollo comunale per ricevere i numeri di protocollo di ogni deposito di atti inviato al Comune di Mercato San Severino al fine di effettuare l’istanza di accesso civico generalizzato ove si chiederanno i motivi dall’inerzia amministrativa nel rispondere alle nostre legittime segnalazioni e alle richieste di informazioni sulla tematica ambientale.

  • 29.03.2021 – Vista l’assenza di risposte alle segnalazioni e richieste di incontri il CNSBII decide di effettuare una Richiesta di Accesso Civico Generalizzato al Comune di Mercato San Severino indirizzato al Responsabile della Trasparenza e della Corruzione ove chiede di conoscere i responsabili dei procedimenti di tutte le nostre segnalazioni inviate nell’anno 2019/2020/2021 essendo che non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta dal comune.

  • Restiamo in attesa di una risposta…

Il colloquio tra pubblica amministrazione e cittadinanza non deve mai interrompersi e non deve essere sottovalutato. Come per ogni nostra attività installeremo il conto alla rovescia con scadenza il 1 luglio 2021 periodo in cui le attività produttive intensificano la loro lavorazione.

2021-07-01T18:37:00

  giorni

  ore  minuti  secondi

fino a

Avvio attività produttive nella zona industriale Fisciano – Mercato San Severino




Torrente Solofrana e abbandono di rifiuti attiguo agli argini.

Prefazione alla Pubblicazione

Il CNSBII, è un gruppo volontario dell’Organizzazione di Volontariato Nuove Prospettive ed è formato da cittadini che in modo indipendente si attivano dinnanzi a delle criticità ambientali, problematiche di rischio idraulico e idrogeologico e tanto altro ancora. Ogni cittadino è tenuto alla sorveglianza del territorio ed abbattere la pigrizia e l’indifferenza civica che spesso alberga sia nei cittadini stessi ma anche nelle Istituzioni Pubbliche non a caso la Pubblica Amministrazione spesso cade in inerzia e ci si dimenticano le cose importanti da fare.


Il 1 marzo 2021, il nostro coordinatore è stato contattato da parte di dei cittadini al quale hanno segnalato l’abbandono di rifiuti in una di pertinenza viaria della Via Santa Maria a Favore di Mercato San Severino in provincia di Salerno. Il punto si trova al confine con Castel San Giorgio. I due comuni sono ricadenti nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno e il punto di abbandono di rifiuti si trova nelle immediate vicinanze del Torrente Solofrana, quest’ultimo tributario maggiore dell’Alveo Comune Nocerino e del Fiume Sarno.

Il nostro coordinatore ha da subito chiesto ai cittadini presenti in loco quali fossero state le azioni intraprese da loro nella segnalazione alla Pubblica Amministrazione di questo punto, palesemente abituale, di abbandono di rifiuti. I cittadini rispondevano, sostanzialmente, che nulla avevano posto in essere. Allorché da subito è stato ricordato loro di intervenire tempestivamente, quando si verificano tali fenomeni di abbandono, poiché il tempo è un fattore determinante per la cessazione del disagio ambientale.


Immediatamente sono state prese tutte le indicazioni tecniche al fine di segnalare tempestivamente il sito alla Pubblica Amministrazione. Al fine di tutelare l’ambiente, i corsi d’acqua e il decoro urbano abbiamo provveduto a segnalare il tutto al Sindaco di Mercato San Severino, alla Polizia Locale, al Genio Civile Regionale sezione Salerno.

Ad oggi sono in atto le dovete attività di controllo del sito di abbandono di rifiuti da parte dei cittadini locali, da parte del nostro gruppo volontario e crediamo anche dalla Pubblica Amministrazione Locale. Da come è possibile visionare in foto i rifiuti possono anche potenzialmente creare problematiche all’accesso della sezione idraulica del corso d’acqua, inquinare quest’ultimo con il dilavamento dei detriti o dei rifiuti e un chiaro problema di decoro urbano.


A questa segnalazione abbiamo anche invitato il Comune di Mercato San Severino, a tutela dell’ambiente e delle casse comunali, (ricordando che la rimozione dei rifiuti è costosa) l’installazione di luci di strada in quell’area assenti e un qualche deterrente che limiti fortemente il fenomeno dell’abbandono. Inoltre abbiamo anche documentato come quel sito, dagli anni precedenti, sia un luogo abituale di abbandono dei rifiuti attraverso Google Maps.

Qui di seguito inseriamo il conto alla rovescia di 30 giorni per la rimozione della discarica. In caso in cui tale azione non verrà posta in essere effettueremo un accesso civico generalizzato al fine di conoscere, il responsabile del procedimento e gli atti pubblici prodotti. Sotto conto alla rovescia troverete le fasi istruite che concorrerebbero alla risoluzione del problema. Inseriremo anche i numeri di protocolli in modo che ogni cittadino, a tutela dell’ambiente, potrà farne accesso. Queste informazioni sottostanti devono esserne fatte buon uso ad ogni strumentalizzazione o abuso, l’Organizzazione ne prenderà severi provvedimenti.

2021-04-01T10:52:00

  giorni

  ore  minuti  secondi

fino a

alla Rimozione della discarica?

Cronologia delle interlocuzioni con la Pubblica Amministrazione.

  • 01 marzo 2021 invio della segnalazione da parte del CNSBII alla Pubblica Amministrazione

  • 22 marzo 2021 con n. protocollo 2021. 0149820 risponde al nostro organismo il Genio Civile Direzione Generale Lavori Pubblici e Protezione Civile, Unità Operativa Dirigenziale, Genio Civile Salerno; Presidio Protezioe Civile 50 18 07, ed invia il documento a: Sindaco di Mercato San Severino, Polizia Locale di Mercato San Severino, L’Organizzazione di Volontariato Nuove Prospettive-CNSBII, Consorzio di Bonifica Integrale Comprensorio Sarno, alla Provincia di Salerno Settore Viabilità e Trasporti Servizio Rifiuti e Bonifiche, citando: “La presente viene rimessa, per opportuna e debita conoscenza, alle varie Autorità aventi competenza in materia ambientale nonché al Consorzio di Bonifica Integrale Comprensorio Sarno trattandosi di corso d’acqua rientrante nel perimetro di competenza consortile”

  • 22 marzo 2021, il CNSBII, approfondisce il caso in merito a quanto citato dal Genio Civile che indica il Consorzio di Bonifica del Comprensorio Sarno come competente nella segnalazione, da nostre informazioni il Torrente Solofrana rientrerebbe nelle responsabilità di gestione della Regione Campania. In tal senso invieremo una richiesta di informazioni al Consorzio di Bonifica al quale chiederemo gli atti che comprovino la competenza ai propri uffici del corso d’acqua in questione. Si sta istruendo un documento che verrà inviato al Consorzio di Bonifica del Sarno.




Stato di attenzione a Mercato San Severino per le prossime piene, urge intervento di gestione ordinaria e straordinaria del letto del Torrente Solofrana.

Il CNSBII, il 10 marzo ha effettuato un sopralluogo sul Torrente Solofrana all’altezza della frazione/località Sant’Angelo di Mercato San Severino, in Provincia di Salerno. Il gruppo è stato allertato da cittadini che hanno segnalato le condizioni del letto del torrente che secondo loro potrebbe creare un rischio e pericolo e causare l’inondazioni dei campi e abitazioni mettendo a rischio la vita di persone e animali.


Arrivati sul posto abbiamo constatato che le condizioni del letto del torrente sono molto critiche, vista l’alta presenza di abitazioni sia in destra che in sinistra idraulica sicuramente bisognerebbe agire sulla sistemazione del letto del torrente. Dai nostri rilievi mensili abbiamo constatato che il letto del torrente non viene manutenzionato da diversi anni e si è generata una corsia preferenziale delle acque nella destra idraulica del corso d’acqua. Parallelamente al ruscellamento delle acque di è formata una barra o isola di terra dalla forte consistenza, con la presenza di vegetazione da “arundo donax”, che ha invaso buona parte dell’asta fluviale togliendo spazio all’acqua durante le piene.

Dopo aver fatto i dovuti rilevamenti, i nostri volontari stanno attivandosi per comporre una accurata relazione da inviare al Sindaco di Mercato San Severino e al Genio Civile Regionale.


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Altro aspetto preoccupante alla data del 10 marzo è la presenza di detriti nella parte sottostante al ponte che collega la parte della frazione in destra idraulica alla sinistra idraulica del torrente.




Torrente Solofrana, inondazione delle aree in Sant’Angelo di Mercato San Severino, situazione di pericolo, urgono provvedimenti strutturali

Il nostro personale tecnico volontario del Cnsbii ha effettuato un sopralluogo il 10 marzo del 2021 in Mercato San Severino alla località frazione di Sant’Angelo. La frazione è sostanzialmente tagliata in due del Torrente Solofrana, tributario maggiore dell’Alveo Comune Nocerino e poi Fiume Sarno.

Il Torrente Solofrana ricade nell’ambito del Bacino Idrografico del Fiume Sarno ed il soggetto competente nella gestione ordinaria di questo è il Genio Civile Regionale.

Ad una prima ricognizione visiva abbiamo constatato che in destra idraulica vi è la presenza di un argine che data la sua attuale altezza dal letto del torrente, non permette il regolare deflusso delle acque nell’alveo del corso d’acqua nelle condizioni di meteo avverse, ossia, quanto i livelli pluviometrici superano la soglia murale. Quindi accade che, irreversibilmente, le acque del T. Solofrana, inondano i campi adiacenti. Ad essere colpiti, gravemente e ripetutamente, sono alcuni nuclei abitativi nelle immediate vicinanze, ma comunque distanti oltre i 50 metre dagli argini. In passato in quest’area più volte il Torrente Solofrana ha inondato, campi, strade e case, ciò vuol dire che, se memoria conta, in questa area vanno regolate le sezioni idrauliche che presentano continue e pericolose strozzature e in più punti annullati i salti di quota che avrebbero anche l’azione di diminuire l’irruenza delle acque a carattere torrentizio.

Durante gli l’ondata di maltempo del 9 marzo 2021 si è constatato inoltre come il Ponte sito in Sant’Angelo alla seguente posizione: https://goo.gl/maps/vLA2wsmqM2LGNTT4A sia stato oggetto di rischio inondazione in quanto il letto del torrente solofrana in quel punto per tutta la tratta risulta ormai essersi innalzato di oltre 2 metri, innalzando così anche il livello dell’acqua che inevitabilmente tracima oltre il livello arginale. Inoltre i sedimi depositati nell’alveo, di forte consistenza fisica genera un cambio di pendenza dello scorrimento delle acque le quali impattano in maggior modo e irruenza verso il margine di destra idraulica del Torrente Solofrana, generando così le indondazione dei campi.

A tal proposito il Cnsbii, ha inviato una comunicazione di pericolosità e rischio di quanto sopra descritto al Sindaco pro tempore di Mercato San Severino, al Genio Civile Regionale di Salerno al fine di segnalare quanto secondo noi corrisponde ad un rischio e pericolo per persone e cose presenti nella zona.

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