I responsabili di un burrificio operante sul territorio del comune di Sant’Antonio Abatesversavano direttamente in pubblica fognatura e senza alcun titolo autorizzativo i reflui derivanti dalla lavorazione del burro, in particolare la parte più inquinante della trasformazione del latte. Gli scarichi alteranti finivano così, senza alcuna autorizzazione, nel Canale Marna, affluente del Sarno, e di lì in mare. Sequestrato l’impianto di 2.000 metri quadri e denunciati all’Autorità Giudiziaria i vertici aziendali.
Smaltimento di acque reflue
Avrebbero dovuto provvedere a raccogliere i reflui industriali in apposite cisterne e a smaltirli con i tempi e le modalità previste dalla legge attraverso ditte autorizzate che si occupano del trasporto e del conferimento in siti appositamente attrezzati. Oppure avrebbero dovuto trattarli e depurarli in impianti di depurazione presenti in azienda e poi scaricare le acque, così depurate, nella pubblica fognatura previa specifica autorizzazione.
L’operazione
La Polizia della Città Metropolitana di Napoli – nell’ambito delle indagini sul fiume Sarno disposte dalla Procura di Torre Annunziata diretta dal Procuratore Nunzio Fragliasso – ha, invece, scoperto che i responsabili di un burrificio operante sul territorio del comune di Sant’Antonio Abate sversavano direttamente nella fognatura pubblica e senza alcun titolo autorizzativo, attraverso una manichetta montata ad hoc all’occorrenza, i reflui derivanti dalla lavorazione del burro, in particolare la parte più inquinante della trasformazione del latte. Gli scarichi alteranti finivano così, senza alcuna autorizzazione, nel Canale Marna, affluente del Sarno, e di lì in mare.
Rapidità nell’azione di contratto agli illeciti
Gli agenti della Polizia Metropolitana, coordinati dal Comandante Lucia Rea, hanno colto in flagranza i responsabili e hanno così proceduto al sequestro dell’impianto, di circa 2.000 metri quadri, nel quale venivano effettuate attività di lavorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio ed export del latte e dei suoi derivati.
Le divise di piazza Matteotti – che nell’operazione hanno beneficiato della collaborazione dei tecnici della GORI, il soggetto gestore del Servizio Idrico Integrato dell’Ambito Distrettuale Sarnese-Vesuviano comprensivo di 76 comuni, distribuiti tra le province di Napoli e Salerno, tra cui Sant’Antonio Abate – hanno, poi, proceduto a denunciare all’Autorità Giudiziaria i vertici aziendali per il reato di scarico non autorizzato in pubblica fognatura, in violazione dell’art. 124 comma 1 sanzionato dall’art. 137 del D. Lgs. 152/06.
Attività del CNSBII
Il CNSBII nel corso degli anni ha effettuato una serie di attività di lungo il Marna tributario del Fiume Sarno, più volte le nostre osservazioni si sono concluse con Esposti e Segnalazioni alla Autorità Giudiziaria.
CNSBII e Viviamo il Marna siglano un Protocollo d’Intesa
Gli obiettivo di questo protocollo di cooperazione sono la tutela e salvaguardia comune del principale corso d’acqua presente in Sant’Antonio Abate, denominato Canale Marna, che nasce proprio nella campagne Marnesi. Il “Marna” Nasce a Sant’Antonio Abate e transita per i Comuni di Scafati, Santa Maria la Carità e Pompei immettendosi nel Fiume Sarno nei pressi di Via di Bonifica proprio in Pompei.
Altri obiettivi sono la tutela dei versanti montani dei “Monti Lattari” per la prevenzione degli incendi e dal dissesto idrogeologico
Le immissioni che mettono a rischio l’ecosistema fluviale e acquatico
Il Canale Marna riceve anche le immissioni di un ulteriore Canale denominato “San Tommaso o Canale Angri” che trasporta acque sia risorgive delle tante Polle d’acqua e pozzi artesiani presenti, ma anche delle fogne di diversi comuni, come Angri e Scafati. Attualmente sono in opera lavori di collettamento dei reflui verso il Depuratore comprensoriale tra Scafati e Sant’Antonio Abate.
La perdita della funzionalità ecosistemica e idraulica
Sono presenti anche altre piccoli canali come il Canale del Mulino che nel tempo stanno perdendo la loro funzionalità di trasporto di acque naturali, infatti queste canalizzazioni il più delle volte restano in secca o trasportano le acque degli scaricatori di piena fognari.
Le principali fonti di inquinamento
Il Canale Marna da diverso tempo subisce fonti di inquinamento derivanti dalla eccessiva antropizzazione dell’area attigua al corso d’acqua. Al suo interno sono presenti immissioni abusive e non conformi che mettono a serio rischio e pericolo la biodiversità locale.
Sulla tutela dell’Ecosistema Fluviale che la cooperazione civica e indipendente tra CNSBII e l’Organizzazione “Viviamo il Marna” punta a ristabilire “il silenzio” naturale dell’area con l’obiettivo di ri-garantire alla biodiversità presente il rispetto del proprio ecosistema fluviale e acquatico a cui è connesso l’ecosistema terra.
L’Impianto di Depurazione Regionale
Nei pressi del Canale marna è presente anche un impianto di Depurazione Regionale che depura le acque civili e delle tante industrie agro alimentari presenti nell’area. Sono state riscontrante diverse criticità nello stesso impianto di depurazione che ha il suo sbocco proprio nel Canale Marna per il tramite di una canalizzazione accessoria al corso d’acqua.
L’ antropizzazione massiva dell’area
Attorno al Marna sono presenti innumerevoli insediamenti abitati, commerciali e industriali. Purtroppo è inevitabile la constatazione di diverse fonti di inquinamento. Allo stesso tempo i campi coltivati attigui al corso d’acqua al Marna, i contadini nei decenni, hanno sfruttato il terreno utilizzando composti chimici del passato che ad oggi sono banditi. Inoltre continua una intensiva coltivazione dei campi. La coltivazione non biologica non arreca beneficio ai terreni, mettendo a serio rischio anche la qualità delle acque delle falda freatica e falda artesiana, famose e importanti per l’ecosistema fluviale locale.
L’associazionismo ambientalista, la vera svolta territoriale!
Nelle tante difficoltà presenti su questa Canalizzazione nasce l’Organizzazione di Volontariato “Vivi…amo il marna” che con i suoi associati vigila il territorio come sentinella ambientale.Alcuni componenti dell’Associazione sono Sentinelle del CNSBII e vengono periodicamente formate sulle tematiche e norme ambientali.
Il CNSBII darà supporto all’associazione, qualora se ne riterrà necessario, anche nelle attività di formazione sul Servizio Idrico Integrato composto dai seguenti settori: Acquedotti, Fognatura e Depurazione. Importante sarà la formazione sui Corsi d’Acqua Naturali e di Bonifica.
Il CNSBII si occupa di vigilare la tutela degli ambienti montani, fluviali e costieri, quindi le osservazioni civiche saranno continue e le eventuali presunte o concrete violazioni del codice ambientale verranno prontamente segnalate.
Un accordo di collaborazione civica sarà utile a fare gruppo con il fine di osservare anche il corretto funzionamento della Pubblica Amministrazione che verrà sollecitata ogni qualvolta si riscontreranno inerzie sulla tutela degli ambienti naturali.
I militari hanno riscontrato molteplici irregolarità
Denunciato il proprietario per smaltimento illecito di rifiuti, sequestrando un’area di stoccaggio rifiuti non autorizzata di circa 500 mq e soprattutto 5 fori posti lungo il muro perimetrale del piazzale dell’azienda che permettevano il deflusso dei rifiuti liquidi direttamente nel canale Marna di competenza del Consorzio di Bonifica del Sarno.
I fori sono stati cementati
I fori una volta individuati sono stati riempiti con cemento al fine di interrompere il deflusso dei fanghi di lavorazione. Il personale Arpac intervenuto ha proceduto ad effettuare il campionamento delle acque reflue. Il valore economico dei beni sequestrati ammonta a circa 200mila euro.
Questione Depurazione, il CNSBII chiede di partecipare agli incontri in Regione. Amplia la platea dei potenziali partecipanti.
Il 24 agosto 2021 è stato creato un incontro promosso dal Sindaco di Scafati al palazzo comunale di città per affrontare la problematica depurativa del medio sarno che ha interessato in questi giorni il Depuratore comprensoriale di Scafati.
E’ notizia del 26 agosto 2021 che il Sindaco di Sant’Antonio Abate ha sollecitato la Vice Presidenza della Regione Campania a rendersi promotore del secondo incontro negli uffici del Palazzo Regionale.
La Vice Presidenza ha accettato la richiesta e ha convocato per il 31 agosto i partecipanti alla riunione del 24 agosto. Gli inviti sono stati inviati al Sindaco di Sant’Antonio Abate, di Angri, Scafati, Santa Maria la Carità, al Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e per la transizione ecologica, Anicav – Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, la Direzione Generale ARPAC, Gori Spa.
Il CNSBII, nella figura del nostro coordinatore dott. Giornalista Michele Buscè era anch’egli presente all’incontro del 24 agosto e ha messo sul tavolo della discussione una proposta:
Lo scopo è la tutela delle acque e applicare lo stesso modello “Terra dei Fuochi” nel Bacino del Sarno ed estenderlo su tutta la regione sulla questione sversamenti di reflui.
Il Cnsbii chiede di partecipare
Per la riunione in Regione il CNSBII non ha ricevuto una convocazione formale, ma nonostante ciò ha deciso di inviare una richiesta di partecipazione all’incontro all’attenzione della Vice Presidenza Regionale della Campania. Il CNSBII Ente del Terzo Settore è portatore di interesse sulla vicenda e riteniamo giusto essere presenti all’incontro.
Non solo, il nostro coordinatore nella comunicazione di incontro redatta dalla Vice Presidenza Regionale nel leggere dell’invito a partecipare degli enti dell’incontro del 24 agosto, nel richiedere la sua presenza in rappresentanza del CNSBII, ha ritenuto di portare a conoscenza anche ad altri enti dell’incontro del 31 agosto a Napoli.
La richiesta elaborata dal CNSBII di partecipazione all’incontro ha allegato anche la Proposta annunciata in Scafati il 24 agosto 2021. Infatti, nella comunicazione avvisiamo i partecipanti del deposito dell’atto in sede di riunione che si spera venga verbalizzato.
Abbiamo ritenuto opportuno portare a conoscenza ad ulteriori enti dell’incontro del 31 agosto perché riteniamo che ci siano ulteriori organismi portatori di interessi nella risoluzione de l’annosa problematica degli impianti di depurazione e sversamenti di reflui in ambiente e in fognatura.
Infatti, l’Ente Idrico Campano composto dal Comitato Esecutivo e dai componenti dei vari distretti tra cui il Sarnese Vesuviano e Alto Calore Irpino sono insieme l’Organo di Governo del Servizio Idrico Integrato e il Soggetto Gestore Gori, già invitato dalla Vice Presidenza Regionale, è l’ente che si occupa di gestire il Servizio Idrico Integrato. Il Consorzio di Bonifica del Comprensorio Sarno è il gestore del Reticolo idrografico di Bonifica (destinato all’irrigazione e rete scolante) che spesso è vittima degli sversamenti di reflui, l’ Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale che nel Piano di Gestione delle Acque, redatto ciclicamente, ha un capitolo dedicato alla Tutela delle Acque e valuta gli aspetti quali-quantitativi, il Sindaco di Mercato San Severino invece è una delle Autorità che rappresenta un territorio che vive simile problematiche all’impianto di Depurazione di Scafati. Infatti Mercato San Severino nel proprio comune ha un Depuratore comprensoriale di proprietà Regionale gestito ad oggi da Gori, collegato a quello di Solofragestito da Co.ge.i, e proprio sulla questione depurazione di Solofra che abbiamo deciso di inviare la nostra comunicazione all’Alto Calore Irpino essendo che il Depuratore di Solofra fa parte di un altro Distretto Amministrativo ma questo impatta sull’ambito del Distretto Sarnese Vesuvianomettendo spesso in crisi il Depuratore di Mercato San Severino, condizione nota a molti.
Nella nostra comunicazione inviata alla Vice Presidenza della Campania approfondiamo con novizia di particolari la nostra proposta e trattiamo l’argomento dei Dati e della Statistica, essenziale per comprendere cosa accade sui nostri territori in tema di illeciti ambientali. In questo caso Sma Campaniaentra con “l’intelligenza informatica” inHouse dove grazie alla creazione della Piattaforma I.Ter Dss(Trattasi di piattaforma tipo web gis) sarebbe possibile inserire qualsivoglia criticità ambientale. Nel caso specifico verrebbero inseriti i punti di sversamenti di reflui e implementata dei dati forniti dai comuni sul catasto degli scarichi e del catasto dei siti di abbandono di rifiuti. Queste informazioni sono di libero accesso agli autorizzati, tra cui le Prefetture, la Magistratura, le Forze di polizia ed Esercito in modo da tenere sotto controllo l’evolversi dei fenomeni inquinanti e degli illeciti e attivarsi in quelle che noi proponiamo azioni di primo, secondo e terzo livello, proprio come accade su terra dei fuochi.
A “riempire di informazioni” questa piattorma sarebbero anche i cittadini che subentrano come “conditio sine qua non” nella istituzione di un patto, questi, formati e con strumentazione informatiche, tramite un app già funzionante denominata Sma Campaniasegnalerebbero gli illeciti. Gli operatori specializzati di Sma Campania dovranno solo archiviare i dati e farne il miglior uso di statistica. Inoltre altro tassello fondamentale è il pattugliamento delle aree segnalate a Sma Campania che accerterebbero la segnalazione ricevuta e cosa importante aggiornerebbero lo stato di attività del sito e verificherebbero se lo sversamento è ancora attivo o no, in che modalità si attiva ecc.., tutte queste informazioni ricordiamo che restano di libero accesso alle Forze dell’ordine, Prefetture e Magistratura.
Quindi con un dispendio di minori risorse, con l’avanzamento informatico, si avrebbe un quadro completo dei potenziali illeciti e una capacità di agire molto più rapida e ricca di notizie da parte degli organi di polizia e dalla magistratura. Questo darebbe anche una maggiore azione di pubblica sicurezza alle Prefetture Territoriali. Sicuramente le Prefetture, diverse da quelle di Napoli, non hanno particolare esperienza in tal senso essendo che nel palazzo della Prefettura Napoletana è ospitata la figura extra ordinaria Vice Prefetto Filippo Romano incaricato dal Governo al contrasto dei Roghi in Campania.
Abbiamo pensato anche a questo, ed il CNSBII, propone che sia la Prefettura di Napoli che ha esperienza nell’ambito della “Terra dei Fuochi” a coordinare questo “Patto” e alla creazione dell’interforze.
Chiaramente la nostra è una proposta che attende i pareri del Ministero degli Interni e delle Prefetture territoriali. Questa Paradossalmente potrebbe anche risultare inapplicabile e chiederemo di sapere dagli enti interrogati il perché di una eventuale negazione.
Ci sono a disposizione dati di fonti di inquinamento che fanno comprendere che solo con una unione territoriale di più parti sarà possibile contrastare i fenomeni di inquinamento sui territori contrastando le attività produttive che illecitamente danneggiano l’ambiente, arrecano danno alla salute dei cittadini con connessione di altre attività illecite create dall’indotto dell’operare nei regimi dell’illegalità.