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Solofra. Copertura dell’impianto di depurazione: priorità e perplessità

Pubblicazione di Michele Buscè. (2023). 
Solofra. Copertura dell’impianto di depurazione priorità e perplessità (Versione 1). 
Zenodo. 10.5281/zenodo.7988087


Il 30 maggio 2023, il CNSBII ha pubblicato un articolo riguardante l’avvio dei lavori di copertura dell’impianto di depurazione delle acque nel depuratore di Solofra, situato nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno. Nonostante la copertura degli impianti di depurazione sia una pratica comune in Campania e in tutta Italia, ad eccezione di alcuni impianti, il CNSBII nutre delle perplessità riguardo alla priorità dei lavori, poiché ritiene che sia più importante concentrarsi sul miglioramento dell’efficienza del sistema di depurazione dell’impianto di Solofra nel corso degli anni.

Nel nostro studio, abbiamo voluto mettere in luce alcuni aspetti che raramente vengono approfonditi in Italia. La depurazione delle acque è un argomento complesso e poco conosciuto, rendendo difficile reperire informazioni tecniche e spiegarle in modo semplice per i lettori. Questa pubblicazione si rivolge a cittadini comuni, operatori nel settore della depurazione delle acque, forze dell’ordine che si occupano della tutela ambientale e operatori politici. Il nostro obiettivo è attirare l’attenzione su un argomento difficile, che ha causato danni ambientali, alla salute dei cittadini e della fauna, all’immagine e che ha dimostrato come la politica dei vari politici che si sono succeduti negli ultimi quarant’anni non sia stata in grado di rispondere prontamente alle persone che hanno respirato sostanze tossiche per anni, bevuto acqua contaminata dal tetracloroetilene e persino perso delle vite a causa di ciò.

La nostra pubblicazione ha l’unico scopo di far comprendere se sia necessario coprire l’impianto di depurazione delle acque prima di intervenire prioritariamente sul sistema di depurazione, che attualmente presenta gravi carenze. Inoltre, con la copertura dell’impianto di depurazione di Solofra, i rischi legati alle anomalie negli afflussi di reflui che compromettono il processo di depurazione delle acque nel depuratore di Mercato San Severino rimangono invariati. Infatti, i depuratori di Solofra e Mercato San Severino sono strettamente collegati, poiché il processo di depurazione avviato a Solofra deve essere completato nel depuratore di Mercato San Severino.

Appare preoccupante il fatto che il dato non tenga conto della necessità di adeguamenti normativi che promuovano la protezione delle acque fluviali, marine e dell’intero ecosistema idrico. Prima di tutto, è fondamentale richiedere gli adeguamenti per preservare gli ecosistemi acquatici fluviali e marini. Nel corso degli anni, il torrente Solofrana, che funge da principale canale di scarico per i depuratori di Solofra e Mercato San Severino, è stato completamente cementato, portando all’eliminazione della biodiversità acquatica e all’interruzione dei flussi naturali a causa della costruzione di salti di quota artificiali. Pesci, anfibi e rettili non sono più in grado di spostarsi autonomamente lungo il corso d’acqua, vivere e riprodursi senza problemi in acque pulite. Pertanto, la messa a norma degli impianti di depurazione deve considerare come priorità assoluta la salvaguardia degli ecosistemi acquatici fluviali e marini, nonché degli ecosistemi circostanti gli impianti stessi, oltre alla tutela dell’aria e alla forte riduzione dell’impatto ambientale derivante dagli impianti di depurazione.


Rischi e considerazioni nella copertura di un impianto di depurazione delle acque reflue

Introduzione:
L’impianto di depurazione delle acque reflue svolge un ruolo fondamentale nel trattamento e nella pulizia delle acque inquinanti. Tuttavia, l’installazione di una copertura in un impianto di depurazione può comportare diversi rischi potenziali che richiedono una valutazione attenta e la messa in atto di adeguate misure di sicurezza. Questo saggio esplorerà i rischi comuni associati alla copertura di tali impianti e le considerazioni necessarie per mitigarli.

  1. Rischi legati alla ventilazione:
    Un aspetto critico da considerare durante l’installazione di una copertura è la ventilazione dell’impianto di depurazione. Poiché l’impianto genera gas e odori sgradevoli, la copertura potrebbe limitare la dispersione di tali sostanze. Di conseguenza, potrebbe verificarsi l’accumulo di gas nocivi all’interno dell’area coperta, aumentando il rischio per la salute degli operatori e del personale. È essenziale progettare e implementare un sistema di ventilazione efficace per garantire un flusso d’aria sufficiente e la rimozione dei gas nocivi.
  2. Rischio di esplosioni e incendi:
    All’interno dell’impianto di depurazione potrebbero essere presenti sostanze chimiche infiammabili o esplosive. Una copertura inadeguata potrebbe creare un ambiente confinato che favorisce la concentrazione di vapori e gas, aumentando il rischio di esplosioni o incendi in caso di fughe o malfunzionamenti. È necessario adottare misure di sicurezza come l’installazione di sensori di rilevamento dei gas, l’adozione di sistemi di spegnimento automatico degli incendi e l’impiego di materiali resistenti al fuoco.
  3. Accessibilità e manutenzione:
    La copertura completa dell’impianto può rendere più difficile l’accesso ai componenti per le attività di manutenzione e riparazione. Questo potrebbe rallentare la risoluzione dei guasti e compromettere l’efficienza dell’impianto. È importante progettare la copertura in modo da consentire un agevole accesso a tutti i punti critici, ad esempio attraverso l’installazione di porte di ispezione o la suddivisione in sezioni modulari. Inoltre, è fondamentale implementare un piano di manutenzione preventiva per identificare e affrontare tempestivamente eventuali problemi.
  4. Impatto ambientale:
    La copertura dell’impianto può influire sull’ambiente circostante. Ad esempio, potrebbe limitare la dispersione degli odori e dei gas, aumentando l’impatto negativo sulle comunità locali. Inoltre, è necessario considerare l’impatto sulla biodiversità locale e sulle condizioni microclimatiche. È consigliabile condurre uno studio di impatto ambientale per valutare gli effetti della copertura e adottare misure di mitigazione, come l’installazione di sistemi di filtraggio dell’aria o l’adozione di soluzioni paesaggistiche.

Conclusione:
La copertura di un impianto di depurazione delle acque reflue comporta diversi rischi che devono essere attentamente gestiti. La valutazione e la mitigazione dei rischi legati alla ventilazione, alle esplosioni, all’accessibilità e alla manutenzione, nonché all’impatto ambientale, sono fondamentali per garantire la sicurezza del personale, la protezione dell’ambiente e il corretto funzionamento dell’impianto. È indispensabile coinvolgere esperti nel settore dell’ingegneria ambientale e della sicurezza durante tutto il processo di copertura, al fine di identificare e affrontare adeguatamente i rischi specifici di ciascun impianto di depurazione delle acque reflue.


In Italia è obbligatorio coprire un impianto di Depurazione?

Attualmente, non esiste un’obbligatorietà generale a livello nazionale per la copertura degli impianti di depurazione delle acque in Italia. La gestione dei sistemi di depurazione delle acque è regolamentata principalmente dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006, noto come “Codice dell’ambiente”, e dal Decreto Legislativo n. 31 del 2001, che indica le norme per il riutilizzo delle acque depurate.

Tuttavia, le normative in materia possono variare a livello regionale o comunale. Pertanto, potrebbe essere possibile che alcune regioni o comuni abbiano introdotto norme o regolamenti specifici che richiedono la copertura degli impianti di depurazione delle acque.

In una conferenza di servizi è possibile decidere se un impianto di depurazione delle acque necessita di una copertura?

Sì, durante una conferenza di servizi è possibile discutere e decidere se la copertura di un impianto di depurazione delle acque è necessaria. La conferenza di servizi è un procedimento amministrativo previsto dalla normativa italiana, disciplinato principalmente dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006 (Codice dell’ambiente) e dal Decreto Legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

La conferenza di servizi coinvolge diverse autorità competenti, come l’autorità idrica, l’autorità paesaggistica, l’autorità archeologica e altre entità coinvolte nella valutazione delle opere e dei progetti che possono avere un impatto sull’ambiente e sul territorio.

Durante la conferenza di servizi, le autorità competenti esaminano il progetto e valutano gli aspetti tecnici, ambientali, paesaggistici, archeologici e culturali. In base alle valutazioni effettuate, possono essere definite delle prescrizioni o condizioni che devono essere rispettate per ottenere l’autorizzazione all’opera.

Tra queste prescrizioni potrebbe essere inclusa la necessità di coprire l’impianto di depurazione delle acque al fine di minimizzare gli impatti ambientali, ridurre odori sgradevoli o preservare l’aspetto estetico del territorio circostante.

Tuttavia, è importante sottolineare che le decisioni prese durante una conferenza di servizi dipendono dal contesto specifico, dalle valutazioni delle autorità

Automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque: opportunità ed eventuali rischi

L’automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque può portare a numerosi vantaggi in termini di efficienza, precisione e riduzione dei costi operativi. Tuttavia, esistono anche alcuni rischi che devono essere presi in considerazione. Ecco alcuni dei rischi associati all’automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque:

  1. Rischi tecnici: L’automatizzazione richiede l’utilizzo di sistemi e dispositivi complessi, come sensori, regolatori e sistemi di controllo. La presenza di guasti tecnici o malfunzionamenti di tali componenti potrebbe comportare un impatto negativo sul funzionamento dell’impianto e sulla qualità del trattamento delle acque reflue. Inoltre, la dipendenza da sistemi automatizzati potrebbe aumentare la vulnerabilità agli attacchi informatici o ai problemi di sicurezza informatica.
  2. Mancanza di supervisione umana: Con l’automatizzazione, il coinvolgimento diretto degli operatori può diminuire poiché le operazioni vengono gestite da sistemi automatizzati. Questa riduzione della supervisione umana potrebbe comportare un rischio di ritardo nella rilevazione di anomalie, guasti o situazioni di emergenza che richiedono un intervento tempestivo. La mancanza di interazione umana potrebbe anche portare a una minore capacità di adattamento a situazioni non standard o impreviste.
  3. Complessità del sistema: Gli impianti di depurazione automatizzati sono caratterizzati da una complessità tecnica maggiore rispetto ai sistemi tradizionali. Ciò comporta la necessità di competenze specializzate per la gestione, la manutenzione e la risoluzione dei problemi. L’assenza di personale qualificato potrebbe rendere difficile la gestione efficace del sistema automatizzato e la risoluzione dei problemi tecnici che potrebbero sorgere.
  4. Riduzione delle risorse umane: Le utilities possono tendere a sostituire le risorse umane con sistemi automatizzati per ragioni di efficienza e riduzione dei costi operativi. L’automatizzazione consente di ridurre la dipendenza dal lavoro umano, migliorare la produttività e ottimizzare l’utilizzo delle risorse. Tuttavia, questa sostituzione potrebbe portare alla perdita di posti di lavoro e avere un impatto sulle comunità locali dipendenti dall’occupazione nel settore delle utilities.

È importante sottolineare che l’automatizzazione degli impianti di depurazione delle acque offre notevoli vantaggi in termini di efficienza e precisione nel trattamento delle acque reflue. Tuttavia, è necessario un approccio equilibrato che consideri attentamente i rischi connessi e che assicuri la presenza di personale qualificato per supervisionare e gestire i sistemi automatizzati, nonché affrontare situazioni di emergenza o guasti tecnici.


Minimizzare l’impatto ambientale: l’importanza della copertura negli impianti di depurazione delle acque

La copertura degli impianti di depurazione delle acque può comportare costi significativi e presentare alcune sfide. È importante sottolineare che le autorità competenti e i progettisti degli impianti di depurazione devono tener conto dell’impatto ambientale generato dalla costruzione delle coperture.

Quando si progetta la copertura di un impianto di depurazione delle acque, vengono considerati diversi fattori per mitigare gli impatti ambientali. Alcuni aspetti da prendere in considerazione includono:

  1. Valutazione dell’impatto ambientale: Prima della costruzione della copertura, viene condotta un’adeguata valutazione dell’impatto ambientale (VIA) per identificare e valutare gli effetti potenziali sulla fauna, la flora, l’ecosistema circostante e la qualità dell’aria e dell’acqua. La VIA consente di individuare misure di mitigazione adeguate per minimizzare gli impatti negativi.
  2. Selezione dei materiali: Durante la progettazione della copertura, vengono scelti materiali sostenibili e a basso impatto ambientale. Si possono utilizzare materiali riciclati, materiali a bassa emissione di gas a effetto serra o materiali che richiedono una minore energia per la produzione. Questa scelta mira a ridurre l’impatto ambientale durante la fase di costruzione.
  3. Gestione dei rifiuti: Durante la costruzione della copertura, è fondamentale adottare adeguate pratiche di gestione dei rifiuti per ridurre l’impatto ambientale. Vengono implementate strategie per il riciclaggio dei materiali di scarto e per il corretto smaltimento dei rifiuti, riducendo l’inquinamento e il consumo di risorse naturali.
  4. Conservazione della flora e della fauna: Se l’impianto di depurazione è ubicato in un’area sensibile dal punto di vista ecologico, potrebbero essere necessarie misure di mitigazione aggiuntive per la conservazione della flora e della fauna. Ciò potrebbe includere la creazione di habitat alternativi per gli animali e la promozione della biodiversità nella zona circostante.
  5. Monitoraggio e manutenzione: Dopo la costruzione della copertura, è importante effettuare un monitoraggio regolare dell’impatto ambientale e garantire una corretta manutenzione. Ciò assicura che la copertura rimanga efficace nel prevenire la dispersione di odori e contaminanti nell’ambiente circostante.

È fondamentale che le autorità competenti e i progettisti lavorino in conformità con le leggi e le normative ambientali vigenti per garantire che l’impatto ambientale sia minimizzato durante la costruzione delle coperture degli impianti di depurazione delle acque. L’obiettivo finale è quello di raggiungere un equilibrio tra la necessità di proteggere l’ambiente e garantire un’efficace depurazione delle acque reflue.


I fattori che influenzano i costi elevati della copertura degli impianti di depurazione delle acque

Ci sono diversi fattori che possono contribuire ai costi significativi associati alla copertura di un impianto di depurazione delle acque. Alcuni dei principali motivi includono:

  1. Complessità del design: La copertura di un impianto di depurazione delle acque richiede un design sofisticato per garantire l’efficacia del processo di depurazione e prevenire la dispersione di odori e contaminanti nell’ambiente circostante. Questo può comportare l’utilizzo di tecnologie avanzate e complesse, che aumentano i costi di progettazione e di costruzione.
  2. Materiali specializzati: Le coperture degli impianti di depurazione richiedono l’uso di materiali specializzati che siano resistenti all’acqua, alle sostanze chimiche e agli agenti atmosferici. Questi materiali devono essere in grado di sopportare le condizioni ambientali aggressive e garantire la sicurezza e la durabilità della struttura. Tali materiali spesso hanno un costo più elevato rispetto ai materiali tradizionali.
  3. Normative e regolamenti: Gli impianti di depurazione delle acque devono rispettare rigorose normative e regolamenti in materia di sicurezza e impatto ambientale. Ciò può richiedere l’adozione di misure aggiuntive per garantire la conformità, come l’installazione di sistemi di controllo delle emissioni o l’implementazione di misure di mitigazione ambientale. Questi requisiti aggiuntivi possono aumentare i costi complessivi del progetto.
  4. Lavori di ingegneria civile: La copertura degli impianti di depurazione delle acque richiede spesso lavori di ingegneria civile significativi, come lo scavo del terreno, la costruzione di fondamenta solide e la realizzazione di strutture resistenti. Questi lavori possono richiedere attrezzature specializzate, manodopera qualificata e un’attenta pianificazione, che possono influire sui costi complessivi del progetto.
  5. Manutenzione e gestione: Oltre ai costi iniziali per la costruzione della copertura, è necessario considerare anche i costi di manutenzione e gestione nel lungo termine. La copertura richiede regolare manutenzione per garantire il suo corretto funzionamento nel tempo, inclusi controlli periodici, riparazioni e sostituzioni. Questi costi di manutenzione devono essere considerati nel calcolo complessivo dei costi.

In sintesi, i costi elevati per la copertura degli impianti di depurazione delle acque sono principalmente dovuti alla complessità del design, all’utilizzo di materiali specializzati, alle normative e regolamenti rigidi, ai lavori di ingegneria civile e ai costi di manutenzione e gestione nel lungo termine.


Considerazioni finali:

Sembra che ci sia una situazione di discrepanza tra le priorità riguardanti l’impianto di depurazione delle acque di Solofra. Da un lato, è stata richiesta la copertura dell’impianto, nonostante i costi elevati associati. Dall’altro lato, l’impianto stesso risulta carente nella sua funzione principale, ovvero la depurazione delle acque.

È importante considerare che ogni decisione presa dalle autorità competenti potrebbe essere basata su una serie di fattori specifici alla situazione. Tuttavia, è cruciale garantire che l’impianto sia in grado di svolgere adeguatamente il suo compito primario, ovvero depurare le acque, per garantire la sicurezza e la salute dell’ambiente circostante e della comunità.

Potrebbe essere necessario un equilibrio tra la copertura dell’impianto e l’implementazione delle misure necessarie per garantire la depurazione adeguata delle acque. È fondamentale che le autorità responsabili prendano in considerazione entrambi gli aspetti e agiscano di conseguenza per garantire il pieno rispetto delle normative ambientali e la tutela dell’ambiente e della popolazione.




Inizia il cantiere per ridurre le emissioni del depuratore di Solofra

Apre il cantiere

Leggi anche: Solofra. Copertura dell’impianto di depurazione: priorità e perplessità

Mercoledì mattina verranno consegnate le aree di cantiere per avviare i lavori relativi alla “realizzazione degli interventi necessari per il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dall’impianto di depurazione di Solofra”. L’impresa ha firmato il contratto con la Regione Campania il 20 aprile, dopo aver partecipato alla gara d’appalto indetta il 31 marzo dello scorso anno. Questo intervento dovrebbe finalmente risolvere un problema di lunga data, ossia i miasmi che hanno causato numerose polemiche e disagi tra i residenti di Solofra e Montoro. La Regione non poteva più evitare di intervenire, soprattutto considerando il sequestro dell’impianto di via Carpisano nel 2017. Da allora, il depuratore ha operato con una “facoltà d’uso” per evitare di colpire negativamente l’industria conciaria. L’ente proprietario del sito, la Regione Campania, ha investito 1,4 milioni di euro per coprire le due vasche del depuratore e realizzare il trattamento delle emissioni in atmosfera tramite la biofiltrazione. Con la consegna del cantiere, finalmente prende ufficialmente il via l’opera tanto attesa dalle popolazioni di Solofra e Montoro da decenni.

La Notizia dai giornali

La Regione Campania ha avviato i lavori per ridurre le emissioni in atmosfera del depuratore di Solofra. Dopo la firma del contratto con gli operatori economici vincitori dell’appalto, è stato emesso un provvedimento di dissequestro temporaneo dell’impianto. Il Tribunale di Avellino ha dato il via libera all’esecuzione dell’intervento. I lavori includono la copertura delle vasche, l’aspirazione, il filtraggio e l’abbattimento degli odori. L’obiettivo è risolvere definitivamente il problema del sequestro preventivo dell’impianto dovuto a disturbi olfattivi. L’aria aspirata verrà trattata con un sistema di biofiltrazione innovativo. L’inizio dei lavori è atteso con grande interesse dai Comuni interessati. L’importo dei lavori è di 1 milione e 410mila euro. Saranno realizzati nuovi impianti per il trattamento degli odori, con una struttura rimovibile in acciaio. La tecnologia sarà coordinata da Ecosolution.

Perplessità

Il CNSBII ha forti e tangibili dubbi sull’efficacia di questo progetto, che potrebbe comportare conseguenze negative anziché benefici per la risoluzione del problema. Sarà pubblicato un report che analizzerà gli aspetti negativi del proseguimento della copertura dell’impianto, illustrando i rischi e le considerazioni legate alla copertura di un impianto di depurazione delle acque reflue.




L’inquinamento delle acque del fiume Sarno: una sfida ambientale

Introduzione:
Il fiume Sarno, situato nella regione Campania, Italia, è da lungo tempo oggetto di preoccupazione a causa del suo grave inquinamento. Nonostante sia stato un’importante risorsa idrica per le comunità locali, il fiume Sarno ha subito una drastica degradazione a causa delle attività industriali e dello scarico di rifiuti non trattati. Questo articolo esplorerà l’inquinamento delle acque del fiume Sarno, le sue cause, gli impatti sulla salute e gli sforzi per affrontare questa sfida ambientale.


Alveo Comune Nocerino in San Marzano sul Sarno al confine con Angri.

Cause dell’inquinamento del fiume Sarno:
Le principali cause dell’inquinamento del fiume Sarno sono legate all’attività industriale e all’uso improprio delle risorse idriche. Nella zona circostante, sono presenti numerose aziende industriali che scaricano rifiuti chimici e tossici direttamente nel fiume o nei suoi affluenti senza una corretta depurazione. Questo contribuisce all’accumulo di sostanze inquinanti e alla contaminazione delle acque.

Un altro fattore significativo è lo scarico non controllato delle acque reflue domestiche e urbane. Il sistema di trattamento delle acque reflue non è adeguatamente sviluppato nella regione, il che porta a una quantità significativa di scarichi non trattati nel fiume Sarno. Questo include anche il lancio illegale di rifiuti solidi, che contribuiscono alla formazione di discariche abusive lungo le sue rive.

Rifiuti abbandonati nel controfosso destro del Fiume Sarno in Scafati

Impatti sulla salute e sull’ambiente:
L’inquinamento delle acque del fiume Sarno ha gravi conseguenze sulla salute delle persone e sull’ecosistema circostante. Le sostanze chimiche e tossiche presenti nelle acque possono contaminare le falde acquifere sotterranee e, di conseguenza, compromettere l’approvvigionamento idrico potabile per le comunità locali. L’uso di queste acque in agricoltura può anche contaminare i prodotti alimentari, mettendo a rischio la salute umana.

Inoltre, l’inquinamento delle acque influisce negativamente sulla biodiversità del fiume. La presenza di sostanze inquinanti dannose può causare la morte di pesci e altre specie acquatiche, alterare gli equilibri ecologici e ridurre la qualità dell’habitat naturale.

Gli sforzi per affrontare l’inquinamento del fiume Sarno:
Negli ultimi anni, sono stati fatti sforzi per affrontare l’inquinamento del fiume Sarno e ripristinare la sua qualità delle acque. Le autorità locali, insieme ad agenzie ambientali e organizzazioni non governative, hanno adottato misure per migliorare il trattamento delle acque reflue e contrastare lo scarico illegale di rifiuti.

Sono state implementate campagne di sensibilizzazione per educare la popolazione locale sull’importanza della gestione corretta dei rifiuti e sull’uso responsabile delle risorse idriche. Allo stesso tempo, si è lavorato per promuovere la responsabilità delle industrie nell’adozione di pratiche sostenibili e nella riduzione delle emissioni inquinanti.

Tuttavia, affrontare completamente l’inquinamento del fiume Sarno richiederà un impegno continuo e un coordinamento tra le parti interessate. Saranno necessari ulteriori investimenti nella modernizzazione delle infrastrutture idriche e nel potenziamento dei sistemi di depurazione delle acque reflue.

Conclusioni:
L’inquinamento delle acque del fiume Sarno è un problema ambientale critico che richiede l’attenzione di tutti gli attori coinvolti. Solo attraverso una cooperazione efficace tra le istituzioni, le imprese e la comunità locale sarà possibile affrontare questa sfida e ripristinare la salute del fiume. La salvaguardia delle risorse idriche è essenziale per la tutela dell’ambiente e il benessere delle future generazioni.




Il Rischio Idrogeologico a Forino: un’analisi dettagliata

Le foto presenti in questa pubblicazione sono state scattate da Carmine Mario Albano


Buscè Michele. (2023).
Il Rischio Idrogeologico a Forino un’analisi dettagliata.
Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.7979642


Introduzione:
L’importanza della gestione e della consapevolezza del rischio idrogeologico è diventata sempre più evidente negli ultimi anni, soprattutto in aree geografiche soggette a fenomeni di dissesto e instabilità del suolo. Un’area che richiede particolare attenzione è il comune di Forino, situato nella regione Campania, noto per la sua bellezza naturale ma anche per i potenziali pericoli che derivano dalla sua configurazione geologica. Questa pubblicazione mira a fornire un’analisi dettagliata del rischio idrogeologico a Forino, esaminando le cause, gli effetti e le misure adottate per mitigare tale rischio.

Cause del Rischio Idrogeologico a Forino:
Forino si trova in una zona montuosa e presenta una combinazione di terreni argillosi e rocce permeabili, che contribuiscono alla comparsa di fenomeni di dissesto idrogeologico. Tra le principali cause del rischio idrogeologico a Forino vi sono l’elevata piovosità, la topografia accidentata e l’eccessivo sfruttamento delle risorse idriche. Questi fattori aumentano la possibilità di frane, alluvioni e erosione del suolo.

Effetti del Rischio Idrogeologico:
Il rischio idrogeologico a Forino può causare danni significativi sia in termini di vite umane che di infrastrutture. Le frane possono distruggere abitazioni e interrompere le vie di comunicazione, mettendo a rischio la sicurezza delle persone. Le alluvioni possono allagare zone abitate e provocare danni alle coltivazioni agricole. Inoltre, l’erosione del suolo può portare alla perdita di terreni fertili e alla diminuzione della biodiversità.

Frana sulla SS88 zona Laura – Montoro

Misure di Mitigazione:
Per affrontare il rischio idrogeologico a Forino, sono state adottate diverse misure di mitigazione. Queste comprendono la realizzazione di opere di difesa idraulica, come arginature e canalizzazioni, per prevenire gli allagamenti. Inoltre Sono state anche implementate misure di sistemazione idrogeologica del territorio, come la bonifica di zone a rischio, il rinforzo di pendii e la messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti. Inoltre, la promozione della consapevolezza pubblica sul rischio idrogeologico e l’educazione alla prevenzione sono diventate parte integrante delle strategie di gestione del territorio.

Raccomandazioni:
Da una prima ricognizione effettuata sul territorio di Forino e dagli eventi che si sono verificati sul nel corso degli anni, le opere di mitigazione dal rischio e pericolo idrogeologico non sono assolutamente sufficienti. Necessariamente servono altre opere di difesa idraulica e l’aumento di superfice di ricezione delle acque e sedimi delle opere già presenti. Un controllo mirato andrebbe effettuato su tutti i versanti interni del Bacino Endoreico di Forino ove sono presenti smottamenti e frane. Inoltre è necessario un controllo maggiore della selvicoltura e un controllo determinante al taglio abusivo o non regolare delle alberature presenti. Ma resta determinante l’adozione di misure che tendano a rallentare la discesa delle acque nel centro urbano, in particolare l’abitato della frazione di Celzi. Le poche vasche di assorbimento delle acque montane risultano incapienti e spesso con presenza di sedimenti che tardano ad essere rimossi. Auspichiamo l’introduzione di un soggetto gestore che si occupi, in forma dedicata, alle opere di difesa idraulica e in particolare modo alle canalizzazioni presenti che apportano le acque nei pressi di una vasca in Via San Giovanni, al confine del paese, che è collegata con una condotta carsica le acque presenti alla sorgente Labso e Laura nel comune di Montoro. Le alluvioni come abbiamo documentato in diverse pubblicazioni, generano danni ai sottoservizi e questi ultimi vanno in overflow distribuendo i reflui fognari su strade, terreni e in particolare modo nell’inghiottitoio carsico che si collega alle sergenti Labso e Laura in Montoro nella frazione di Preturo.

Conclusioni:
Il rischio idrogeologico a Forino rappresenta una sfida significativa per la comunità locale e le autorità competenti. Tuttavia, grazie all’adozione di misure di mitigazione adeguate e alla consapevolezza della popolazione, è possibile ridurre gli effetti negativi di tali fenomeni. È fondamentale continuare ad investire nella ricerca, nella pianificazione e nell’implementazione di politiche di gestione del rischio idrogeologico per garantire la sicurezza e la sostenibilità di Forino e delle sue risorse naturali. Solo attraverso un approccio integrato e una collaborazione tra le diverse parti interessate sarà possibile affrontare con successo questa sfida e proteggere l’ambiente e la popolazione locale.




Forino (AV), il Fiume Sarno e l’inquinamento che viene da lontano

Michele Buscè. (2023).
Forino (AV), il Fiume Sarno e l’inquinamento che viene da lontano.
Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.7979471
www.cnsbii.it

di Michele Buscè coordinatore nazionale CNSBII
alcune immagini sono state realizzate da Carmine Mario Albano sentinella CNSBII

Il CNSBII più volte ha documentato come il Bacino Idrografico del Fiume Sarno, tra i più antropizzati in Italia, abbia diverse criticità in termini idraulici, idrogeologici e di inquinamento. Molti però non sanno che il Fiume Sarno, il corso d’acqua di fine di tutte le acque del Bacino, riceva acque che provengono da sottobacini e da bacini endoreici.

Forino è un Bacino Endoreico Montano che apporta acque, di varia natura e origine, nel Bacino Idrografico del Fiume Sarno. Tecnicamente anche il Bacino di Forino (Avellino, Campania) fa parte del Bacino del Sarno.

Ad oggi però non si vuole comprendere che lo stesso Bacino di Forino necessita di attenzioni uguali o simili al Bacino del Sarno. Il 25 maggio 2023 a Forino si è verificato un fenomeno meteorologico molto intenso denominato “Temporale Termo convettivo”.

Ad oggi il Bacino di Forino non ha un soggetto gestore delle proprie canalizzazioni, e il Comune stesso è responsabile della propria rete scolante. Manca, ad esempio, un consorzio di Bonifica sul territorio, invece presente nel Bacino del Sarno. (Forino fa parte “tecnicamente” del Bacino del Sarno)

In questa nostra pubblicazione del 25 maggio 2023, – LEGGI LA PUBBLICAZIONE – quest’ultimo passibile di aggiornamento dati, è stato trascritto l’evento alluvionale di quel giorno con nostre considerazioni.

Abbiamo voluto approfondire le conseguenze di un’alluvione in una porzione del Bacino Idrografico del Fiume Sarno. Abbiamo quindi effettuato dei sopralluoghi partendo da Mercato San Severino (Salerno) e arrivando fino a Montoro (Avellino). Nelle immagini video e foto che sono state pubblicate si noterà come le acque che scorrono in alcuni corsi d’acqua risultino marroni, torbide e in alcuni casi grigie.

Forino essendo Bacino Endoreico ha una problematica comune a tutti i Bacini piccoli e antropizzati, ossia, la propria defluizione delle acque. Infatti quando Forino “si allaga” le acque piovane e urbane restano stagnanti per giorni o settimane in una frazione denominata Celzi o Preturo in alcuni casi inquinando anche terreni e sorgenti. In queste frazioni di Forino è presente una condotta carsica (condotta naturale in roccia carbonatica) che collega lo stesso bacino di Forino al Bacino del Sarno. Il collegamento avviene in Montoro nella frazione di Preturo. Esiste anche una condotta fognaria che collega il Bacino di Forino a Depuratore di Mercato San Severino per il tramite della maxi condotta fognaria Solofra – Mercato San Severino. Questa fu creata dal Generale Jucci al tempo dell’emergenza Sarno. La Maxi condotta, per intenderci, si collega, si innesta, a quella che trasporta reflui conciari “pretrattati” al Depuratore di Mercato San Severino.

Torrente Solofrana in Mercato San Severino
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/VID_20230526_094734.mp4

In Forino nella condotta carsica, escludendo la condotta fognaria, spesso accadono fenomeni di inquinamento delle acque risorgive. Per cui abbiamo deciso di monitorare i danni collaterali delle alluvioni di Forino, (che ricordiamo essere un contesto urbanizzato) sull’ecosistema naturale.

La condotta carsica che collega il Bacino di Forino al Bacino del Sarno conserva al suo interno anche una sorgente.

Nel Bacino del Sarno sono presenti quindi due sorgenti denominate Labso e Laura. Sono proprio queste due ultime ad essere collegate con il Bacino di Forino.

Con la nostra attività di osservazione abbiamo quindi documentato come le sorgenti Labso e Laura subiscano i danni dell’alluvione rilasciando acque marroni che provengono dal Bacino di Forino. C’è un’altra probabilità che queste acque possano essere inquietante fa reflui fognari.

Quando capitano fenomeni alluvionali in aree urbanizzate, le quali hanno dei sottoservizi come gli apparati fognari, viene facile comprendere che la porzione di territorio non si allaga solo per le acque piovane ma anche per le acque fognarie. Quindi, si presuppone che nelle acque che abbiamo documentato con dei video siano presenti anche acque fognarie.

Sorgente Laura in Montoro
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/20230526_195310.mp4
Qui di seguito illustriamo la direzione fluviale delle acque documentate, in pratica descriviamo il percorso delle acque dal punto iniziale fino alla foce del Sarno.

Le acque del Bacino di Forino si congiungono nel Canale Labso e Laura in Montoro (AV), proseguono nella Vasca di Laminazione di Acigliano/Pandola in Mercato San Severino (SA), proseguono il viaggio nel Torrente Solofrana quest’ultimo si immette nell’Alveo Comune Nocerino in Nocera Inferiore, proseguono il viaggio fino a San Marzano Sul Sarno (SA) nel Fiume Sarno, le acque finiscono il viaggio nella Baia Stabiese tra Castellammare di Stabia (NA) e Torre Annunziata (NA)

Torrente Solofrana – Mercato San Severino
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/VID_20230526_132530.mp4
Torrente Solofrana – Montoro
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/VID_20230526_134122.mp4
Fiumarello – Vasca di Acigliano Pandola in Mercato San Severino
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/VID_20230526_134510.mp4
Sorgente Labso in Montoro frazione Preturo
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/VID_20230526_134510.mp4
Montoro – Pescarola
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/20230526_200339.mp4
Montoro – Pescarola
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/20230526_200100.mp4
Torrente Solofrana – Ingresso nella Vasca di Acigliano Pandola
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/VID_20230526_134652.mp4
Torrente Labso in Montoro frazione Preturo alla confluenza con la Sorgente Laura
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/20230526_195449.mp4
Confluenza Torrente Labso e Sorgente Laura in Montoro frazione Preturo
Video: https://www.cnsbii.it/wp-content/uploads/2023/05/20230526_195530-1.mp4



Violento nubifragio su Forino. I dati.

di Michele Buscè e Carmine Mario Albano

Il 25 maggio 2023 una nuova alluvione su Forino ricorda quanto forti possono essere gli elementi naturali in particolare modo quando questi fenomeni si abbattono o si verificano in aree urbanizzate. Come sempre nelle nostre pubblicazioni ricordiamo che se questi eventi si verificassero in luoghi non frequentati dall’uomo non desterebbero alcun interesse. Invece abbiamo voluto a tutti costi edificare, urbanizzare in aree vulnerabili. Forino è un Bacino imbrifero montano e come tale è oggetto e soggetto dei vari fenomeni meteorologici e naturali che ogni bacino può subire naturalmente. In questa alluvione, se tale la si può chiamare, purtroppo ha perso la vita una persona. Si sarebbero potuti evitare morti, danni a persone e cose? La prevenzione dovrebbe essere alla base della “protezione civile”, ma il più delle volte il termine “protezione civile” diventa un sinonimo di “operare in emergenza” e la prevenzione del rischio e del pericolo passa in secondo piano se si è fortunati.

Michele Buscè

Video tratto dal web nelle immediate vicinanze della vasca di assorbimento in Via Vaticalli.

Al fine di comprendere il fenomeno del 25 maggio 2023 abbiamo voluto approfondire i dati meteorologici a disposizione e da subito abbiamo dislocato alcuni nostri operatori sul territorio del Bacini di Forino per osservare il susseguirsi dei fenomeni, le operazioni di soccorso e nei successivi giorni osserveremo ciò che è necessario osservare al fine di avere un quadro chiaro e più o meno definito della situazione? Abbiamo constato il riversarsi in strada di acque e fanghi, vasche di assorbimento colme di acque di fango. Era prevedibile l’evento del 25 maggio 2023?

Leggi anche: 15 febbraio 2022 rischio allagamenti a ForinoForino, un destino segnato per gli allagamenti?

Meteorologia su ampia scala

Un campo di alte pressioni, poco strutturate verso le quote più alte, ci sta garantendo in questi ultimi giorni, condizioni di diffuso soleggiamento durante le ore mattutine e la formazione di instabilità al pomeriggio, soprattutto nei pressi dei rilievi appenninici e con dei sconfinamenti alle aree adiacenti. Instabilità accompagnata da temporali che localmente possono assumere forte intensità, senza escludere il rischio di grandinate.

Meteorologia su scala locale

Forino, paese interessato dal forte maltempo del pomeriggio del 25 maggio 2023, questo causato da temporali termo convettivi, formatosi durante le ore pomeridiane. Una forte cella temporalesca ha preso vita al confine tra i comuni di Forino e Montoro in provincia di Avellino e Bracigliano in provincia di Salerno. Dalle animazioni radar (fonte: protezionecivile.gov piattaforma radar) è possibile osservare come il cumulonembo (nube capace di generare temporali e raggiungere diversi km in altezza) abbia iniziato a recare precipitazioni sulle suddette zone a partire dalle 13.00 e proseguite fino alle 17.00.

Su Forino si registra il picco di precipitazioni moderate-forti tra le ore 14 e le ore 16 del 25 maggio 2023, queste hanno insistito costantemente sul paese, scaricando al suolo in poco meno di un’ora, 50.4mm di pioggia (15.00-15.40), dato registrato dalla centralina meteorologica installata recentemente dallo stesso ente Comune di Forino, con i dati consultabili sul sito Campanialive.it(centralina di Forino)

Evento intenso, con un forte rain/rate, ha trasformato prima le strade in fiumi e successivamente imbiancato i suoli con una fitta grandinata.

Si registrano diversi allagamenti di garage e cantine, questi non solo nelle aree isolate, bensì anche in alcune zone del centro abitato di Forino e buona parte della Frazione Celzi. Nel piccolo comune irpino, si è reso


Immagini della PROCIV

Indispensabile l’attivazione della locale protezione civile che con pompe idrovore hanno prestato aiuto alle persone in difficoltà, insieme a squadre dei vigili del fuoco, carabinieri, Polizia Municipale e Provincia di Avellino. Alla frazione Celzi si è reso fondamentale anche l’intervento di tipo fluviale, con appositi gommoni. Si segnala la presenza di detriti in strada, tipo: fango, rocce e brecce anche di medie dimensioni e ceppe di alberi, probabilmente trasportate da qualche fondo agricolo. Per alcune ore si è reso necessario vietare il transito da Forino in direzione Montoro e viceversa della SP88 Laura. Strada che successivamente è stata riaperta verso le ore tardo pomeridiane.

A fine evento registriamo i seguenti dati pluviometrici:

Centralina del Comune di Forino, ubicata nella parte più alta del paese (420m s.l.m.) riporta un valore totale di 59.4mm durante l’evento vi è stato un temporaneo aumento del vento, con raffica massima di 38.7km/h proveniente da Est (ore 15.40)

Pluviometro Regione Campania, ubicato nella zona bassa del paese (400m s.l.m.), presso la sede della locale protezione civile, registra un cumulativo di precipitazioni giornaliere, pari a 78.4mm.


La differenza dei mm di pioggia può essere diversa, perché le precipitazioni non interessano mai le stesse zone con lo stesso esatto numero di mm e con la stessa intensità, questo vale anche su scala locale. A differenza di poche centinaia di metri in linea d’aria, è facile ottenere dati diversi, ancor più per eventi come questo che ha interessato oggi Forino.

I dati pluviometrici sono tratti dal sito Campanialive.it e dal sito Centro Funzionale Regione Campania. Immagine Radar, dal sito del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale.




Nuovi sversamenti nel Solofrana.

Il CNSBII lancia l’allarme: “Gli sversamenti non sono finiti”

coordinatore Nazionale – Michele Busce’

Torrente Solofrana invaso da Reflui non depurati.

Campania, Mercato San Severino. Il 23 maggio 2023 le sentinelle del CNSBII hanno fatto un’amara scoperta. Un qualcosa che nel corso dei mesi non accadeva più di frequente.

Il torrente Solofrana era invaso di acque marroni, torbide e maleodoranti.

Immediatamente i nostri operatori hanno risalito il corso d’acqua per verificare che le acque marroni fossero frutto di uno sversamento del Depuratore consortile di Mercato San Severino nella frazione di Costa. Il Depuratore immetteva acque correttamente depurate nel torrente stesso.

Sbocco del Depuratore di Mercato San Severino

Da li abbiamo deciso di continuare fino a monte di Solofra. Nel frattempo però lo sversamento durato per qualche ora si annullava.

Immediatamente abbiamo messo in attivazione ulteriori sentinelle sul territorio al fine di controllare il corso d’acqua. Purtroppo questa non è affatto una buona notizia. L’esperienza e la conoscenza delle problematiche del Solofrana ci porta a dire che l’episodio del 23 maggio 2023 è riconducibile ad uno svuotamento di una vasca con fanghi biologici di grandi dimensioni a monte di Montoro. Seguiranno aggiornamenti.




Ischia, non bisogna dimenticare

Con il ritrovamento dell’ultimo corpo, ahimè, purtroppo, come in tutte le tragedie cala il sipario, ovviamente io spero di NO! Tragedia annunciata, inaspettata, improvvisa non si sa! Oggi Ischia e domani? Sappiamo solamente che Sabato 26 Novembre 2022 sull’isola d’Ischia, in seguito a piogge abbondanti, nel comune di Casamicciola Terme, dal Monte Epomeo si è staccata una frana che ha dato origine ad una colata di fango e purtroppo lungo il suo tragitto ha incontrato molti ostacoli, ovviamente ha travolto tutto: manufatti, abitazioni, alberi, strade e vite umane, insomma ha portato via con sé tutto ciò che “l’uomo
pensante” ha pensato di realizzare in zone che dovrebbero restare ambienti Naturali
e non antropizzati.

Le questioni in ballo

Dissesto idrogeologico, incuria dell’uomo, catastrofi naturali, assenza di difesa del suolo, mancanza di provvedimenti atti a ripristinare l’efficienza delle opere di sistemazione in modo da regolare il deflusso delle acque? Insomma la lista è lunga.

Prevenzione

Bisogna provvedere in modo urgente e immediato al cosiddetto restauro del territorio fragile, ferito, martoriato e in uno stato di agonia. Solo così possiamo parlare di prevenzione e attuare un percorso di trasformazione creando una cultura del “Questo luogo mi è stato affidato e lo proteggo io”.

Se la natura è capace di riprendersi ciò che l’uomo gli ha strappato, l’uomo deve saper cogliere questa sofferenza, questi cambiamenti climatici, che purtroppo stiamo vivendo, e deve ripristinare tutto quello che la sapienza antica metteva in pratica: curare il territorio, prendersi cura dell’ambiente, vuol dire prendersi cura della propria casa e di sé stessi.

Noi non siamo i padroni del pianeta Terra ma ne siamo i custodi!


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Inondazioni del torrente solofrana: richiesti interventi urgenti.

Urgente azione contro inondazioni del torrente Solofrana.


Il 4 novembre 2022, la frazione Sant’Angelo di Mercato San Severino è stata colpita da gravi inondazioni causate dal torrente Solofrana. Le immagini impressionanti di questo evento sono state documentate da Massimiliano Grimaldi e sono state pubblicate sul suo profilo Facebook.

Le immagini mostrano chiaramente come il torrente Solofrana abbia traboccato inizialmente nei terreni circostanti, poi nelle strade adiacenti al corso d’acqua e in altre proprietà private. In particolare, si può notare la formazione di una grande vasca di raccolta delle acque dovuta a un’area depressa situata sulla destra idraulica del torrente. Non è la prima volta che si verificano inondazioni in questa zona a causa dell’esondazione del torrente Solofrana.

Prima esondazione con conseguente inondazione del torrente solofrana

Inondazione delle vie adiacenti al corso d’acqua

inondazione dei campi sottoposti al corso d’acqua


Informazioni:
Il torrente Solofrana si trova nella regione Campania, in Italia. Attraversa diverse località, tra cui Mercato San Severino e Roccapiemonte, come menzionato nella pubblicazione. Questi due paesi si trovano nella provincia di Salerno, nella parte sud-occidentale della regione. Il torrente Solofrana nasce nelle montagne circostanti e scorre attraverso la valle, causando periodicamente problemi di esondazioni e inondazioni nelle aree circostanti.


È evidente che, fintanto che non si prenderanno provvedimenti per ampliare la sezione idraulica del corso d’acqua, creare nuovi canali fluviali e costruire nuove vasche di raccolta lontano dai centri abitati, eventi di questa portata saranno una costante. È necessario rallentare il flusso delle acque provenienti dai sottobacini idrografici del Calvanicese, Montorese e di Solofra.

Area delimitata oggetto dell'inondazione del solofrana. Provvedimenti immediati contro inondazioni
Area approssimata oggetto dell’esondazione e inondazione.
L’importanza di un approccio olistico per la gestione dei corsi d’acqua: creare spazi adeguati e prevenire insediamenti nelle zone a rischio di inondazione.

La soluzione non risiede necessariamente nel dragaggio dei corsi d’acqua, ma piuttosto nell’offrire loro uno spazio adeguato per scorrere liberamente. I corsi d’acqua richiedono spazi molto più ampi di quanto comunemente si pensi.

Il torrente creato artificialmente proprio in un punto dove un tempo c’erano campagne. Secondo testimonianze del passato, il torrente non scorreva in quell’area. Non si è tenuto conto dell’aumento della sezione idraulica, dei terrazzamenti fluviali e delle aree destinate alle esondazioni. Si sono costruite abitazioni e insediamenti produttivi immediatamente lungo gli argini fluviali, oltre a nuove aree residenziali.

È chiaro che è necessaria un’azione immediata per affrontare questa situazione ricorrente. Gli interventi dovrebbero includere l’ampliamento dei canali fluviali, la creazione di zone di esondazione adeguate e la pianificazione di insediamenti umani lontani dalle aree a rischio. Solo attraverso un approccio olistico e preventivo si potranno ridurre gli effetti delle inondazioni e proteggere le comunità locali da futuri disastri.

Mappa dall'alto dell'area oggetto dell'inondazione. Provvedimenti immediati contro inondazioni
L’area vista dall’alto oggetto del

Ecco alcuni possibili link in uscita correlati al testo:

  1. Per saperne di più sulle inondazioni del torrente Solofrana: Link
  2. Informazioni sul comune di Mercato San Severino: Link
  3. Approfondimenti sull’ampliamento della sezione idraulica dei corsi d’acqua: Link
  4. Scopri l’importanza della prevenzione delle inondazioni: Link



Rottura argine Solofrana a Roccapiemonte

La furia delle acque provenienti dalla parte alta del Bacino Idrografico del Fiume Sarno ha rotto i fragili argini del Torrente Solofrana a Roccapiemonte. Il punto di rottura degli argini è ubicato a questa posizione geografica https://goo.gl/maps/iQoNKgd6CZ7NWbtR6 40°45’54.4″N 14°40’55.9″E.

Da un primo sopralluogo effettuato dal personale CNSBII la rottura è avvenuta in un restringimento della sezione fluviale che ha ceduto. Sarà opportuno verificare se l’argine era in origine in Tufo o se a questo fossero stati fatti lavori di innalzamento della sezione idraulica.

Tipicamente gli argini del Torrente Solofrana sono stati costruiti in mattoni di roccia tufacea, nel corso degli anni sono stati fatti dei lavori di innalzamento della sezione idraulica che hanno comportato una defluizione delle acque a valle in modo più veloce ma restringimenti e allargamenti del corso d’acqua.

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Il “corridoio di acque”, che sembra essere sempre più piccolo visti gli abbondanti nubifragi necessita di una manutenzione e attenzione maggiore ma in particolare modo o dell’allargamento della sezione idraulica o della creazione di nuovi comparti fluviali che possano smaltire le grandi piene che provengono dalla parte alta e ambia del Bacino del Sarno.

Importante e fondamentale è la creazione o rifunzionalizzazione delle vasche pedemontane (in zona Montoro, Calvanico, Solofra) che hanno come scopo quello far defluire lentamente le acque di pioggia sui versanti montani verso valle.

Basti ricordare che le acque che sono confluite nel punto di rottura provengono da Montoro, Salofra e Calvanico. Un grande quantitativo di acque la cui densità è aumentata per via di cedimenti montani nell’area dei valloni di Calvanico.

Bacino e Sottobacini del Sarno e raccolta delle acque meteoriche su aree naturali e antropizzate

Acque dei versanti montani e di collina, Rocce, Tronchi, Detriti, Acque dei Depuratori, Acque degli scaricatori di piena fognari, tutte acque che hanno messo a dura prova la tenuta degli argini, ormai fatiscenti, degli affluenti del Fiume Sarno.

Il Solofrana confluirà più a valle con l’Alveo comune nocerino presso la “Caserma Rossa” in Nocera Inferiore da lì poi nel Fiume Sarno presso la “Ciampa di Cavallo” in San Marzano Sul Sarno al confine con Angri.

Successivamente il personale del CNSBII effettuerà un sopralluogo per verificare la nuova tenuta degli argini di emergenza e comprendere ulteriormente quali fossero le criticità prima e del dopo alluvione.

Il materiale prodotto verrà vagliato e inviato alla Magistratura.