Per il Bacino del Sarno non ci sarà mai il “Disinquinamento”.

Il nostro non vuole assolutamente esser un messaggio demotivante ma una reale analisi di quello che potrebbe essere un futuro “Disinquinamento” del Bacino Idrografico del Fiume Sarno.

Il disinquinamento del Bacino Idrografico del Fiume Sarno è uno dei desideri legittimi dei cittadini delle aree che insistono sui territori della Campania. Ad oggi i Fiumi, Torrenti e Canali che fluiscono superficialmente su questo territorio sono costretti a subire scelte dell’uomo che inevitabilmente impatteranno anche quando si arriverà all’obiettivo finale del “disinquinamento totale”. Abbiamo messo tra virgolette la parola Disinquinamento Totale perché quando tra qualche tempo arriveremo a raggiungere questo obiettivo, i cittadini avranno un’amara sorpresa, ossia che, al disinquinamento non ci si arriverà mai, e ne spieghiamo i motivi con l’aiuto di un valido esperto.


Michele Buscè

Abbiamo chiesto a Michele Buscè, nostro Coordinatore Nazionale del CNSBII di scriverci la sua verità sull’inquinamento e disinquinamento del Bacino del Sarno. Il dott. Buscè oltre ad essere il nostro attuale riferimento è anche un Giornalista Investigativo sui Crimini Ambientali nazionali e internazionali, conosce bene e da vicino molte vicende e che egli stesso con coraggio, scienza e attenzione ha portato a conoscenza ai cittadini.


Carta dei Macrobacini Idraulicamente omogenei redatta dal Consorzio di Bonifica Sarno

Il Bacino del Sarno ha una grande estensione che supera i 500 km2, in questo territorio insiste una delle aree più popolose al mondo che ha necessità di servizi come i sevizi igienici e l’emungimento continuo delle acque dal sottosuolo per poter vivere e lavorare. Tutta l’acqua che entra nelle case e aziende ritorna sotto forma di un rifiuto. A grande maggioranza i rifiuti sono liquidi ma al proprio interno si riscontrano la presenza di rifiuti solidi (micro e macro rifiuti).


Al Bacino del Sarno bisogna anche aggiungere un piccolo Bacino Endoreico che si trova in Forino, ad oggi questo, non è effettivamente inglobato nel raggio di contribuenza, il CNSBII, si sta occupando di dare luce a questa vicenda.

Il Bacino Endoreico di Forino immette nel Bacino del Sarno le acque della piana Forinese e che spesso vengono inquinate da un non adeguato impianto fognario e di pompaggio dei reflui su quel territorio. Diversi mesi fa mi sono occupato di fare luce sulla vicenda della immissione di reflui in una condotta carsica che collega il Bacino di Forino al Bacino del Sarno e mi sono ritrovato costretto a denunciare il tutto alla Procura Avellinese ad oggi sono ancora in corso le indagini.


Il video che documenta l’immissione dei Reflui nei Torrenti Cavaiola a dx e Solofrana a sx

Molti comuni del Bacino Idrografico del Fiume Sarno sono senza dei servizi fognari, di collettamento o collegamento ai depuratori che a loro volta depurano con grosso affanno “gli scarti” delle aree antropizzate. Scrivo scarti perché ogni cosa che noi acquistiamo e che ce ne “liberiamo” sia naturalmente e in altri modi, corrispondono a rifiuti e scarti. Quindi sia le feci che le urine sono a tutti gli effetti degli scarti o rifiuti.

Gli impianti fognari presenti sui nostri territori sono stati costruiti molti anni fa, quando le “esigenze della vecchia ecologia” erano ben diverse da quelle attuali. Queste fogne avevano un solo scopo, scaricare i reflui nei corpi ricettori superficiali allontanando questi composti lontano da aree abitate per evitare la proliferazione di malattie. Si scongiurava quindi un problema sanitario per gli umani, ma si inquinavano i corsi d’acqua e l’acqua stessa che poi avremmo bevuto contaminata, per non parlare della filiera alimentare che un tempo non era controllata come con le norme attuali che sappiamo essere sistematicamente eluse.

Le condizioni che aggravano questa già catastrofica scelta, di non impegnarsi per un vicino disinquinamento del Bacino del Sarno, è quella di non applicare le nuove tecnologie a difesa dell’ambiente. Succede quindi che si preferisce avere in aree urbanizzate, impianti fognari di tipologia mista, non collegarli ai depuratori e cosa ancor più grave avere degli impianti di trattamento dei reflui non a norma.

Le industrie, le conserviere e conciarie

Acque Reflue di origine conserviero nel Torrente Solofrana

Spesso qualcuno mi avrà ascoltato o letto quando ho affermato che il Bacino del Sarno vive due stagioni, in estate quella conserviera e in inverno quella conciaria.
Nel Sottobacino Idrografico del Solofrano abbiamo un presidio di volontari che vigila civicamente h24 il corso d’acqua e ad ogni criticità interviene con segnalazioni alle autorità competenti con richieste di interventi immediati.

Torrente Solofrana nei pressi della Vasca di Laminazione di Pandola di Mercato San Severino

Fortunatamente il comparto industriale conciario di Solofra sta diminuendo drasticamente le immissioni di reflui nel torrente Solofrana, ma a questo bisogna anche associare gli scaricatori di piena fognari che sono una piaga in tutto il Bacino del Sarno ed anche nell’alto Sarno in particolare nella zona industriale di Solofra. Un depuratore presente in Solofra che immette i reflui pretrattati nel depuratore Biologico di Mercato San Severino, quest’ultimo non adeguatamente formato per depurare i reflui chimici.

Quando affermo che non ci sarà mai un disinquinamento totale mi riferisco anche agli scolmatori di piena fognari che riversano i reflui nei fiumi.

La seconda stagione, quella conserviera parte quando le industrie iniziano la lavorazione stagionale ed emungono quantità di acque, che fanno accaponare la pelle solo a sentirle, le quali vengono immesse in delle fogne piccole che poi attivano gli scaricatori di piena fognari o vengono immesse sotto forma di reflui direttamente nei fiumi in modo diretto o senza depurazione interna.

La Formazione Civica e Ambientale aperta a tutti

Bisogna anche aggiungere la parziale assenza della formazione civica e continua a livello ambientale come “conditio sine qua non” per l’applicazione della così tanto parlata e scritta “civic and environmental education”. Sarebbe interessante introdurre quello che personalmente ho suggerito ai vari Ministri dell’Ambiente che si sono succeduti, la creazione di dei “crediti civici” da sottoporre, in forma “quasi” obbligatoria, ai cittadini per la formazione ambientale.

“Una formazione civica e ambientale per tutta la vita”

La formazione civica e ambientale verrebbe realizzata in qualsiasi luogo, in particolare nelle aree dove viene lavorato un rifiuto garantendo al corsista tutta la sicurezza necessaria. E’ importante quindi rendere partecipe ogni cittadino alla conoscenza dei processi di lavorazione del proprio rifiuto. In questo modo da qui a qualche decennio, diminuiranno drasticamente i reati ambientali perché avremo una società, sensibile, formata, legale e civile. E’ un investimento nazionale che va inevitabilmente affrontato.

Nel Piano D’Ambito dell’Ente Idrico Campano, quest’ultimo Organo di Governo del Servizio Idrico Integrato della Campania, nelle osservazioni ho richiesto di valutare la creazione di “aule formative”, ad esempio, negli impianti di depurazione. Dalla formazione teorica si può passare anche più facilmente alla pratica dando spunti di scienza, chimica e biologia ai cittadini attivi che parteciperanno. Un giovane o adulto che partecipa a queste giornate potrà prendere spunti e nozioni evitando di commettere errori in ambito ambientale e di scegliere un piano di studi o specializzazioni negli ambiti ambientali. Un vivaio formativo che non deve però solo fermarsi ai giovani ma deve essere aperto a tutte le età. Si garantiranno molti posti di lavoro nella creazione di questo sistema formativo di educazione civica ambientale.

Parchi Urbani negli Impianti di Depurazione

Ho inserito all’interno delle osservazioni anche di valutare la creazione di Parchi Urbani “Verdi” all’interno dei grandi impianti di depurazione dove la popolazione, stando al sicuro, potrebbe accedervi per socializzare. Il Parco necessiterebbe di un investimento in varietà arboree importante perché deve simulare a tutti gli effetti un’area “polmone” verde.

Le idee ci sono ma si continua a sbagliare

Ad oggi continuano ad essere commessi errori in termini di infrastrutture fognarie, acquedottistiche e depurative e non si investe seriamente sulla soluzione definitiva di quattro grossi problemi. Emungimento delle acque dal sottosuolo, la creazione di apparati fognari duali che raccolgano acque meteoriche e reflue in modo separato, la creazione di impianti di depurazione a norma con all’interno più aree specifiche per depurare i composti variegati e per tipologie di reflui, il recupero e riutilizzo delle acque depurate accompagnate ad recupero degli scarti solidi di depurazione.

C’è ancora tanto da fare.

Come avrete notato c’è ancora tanto da fare e siamo solo all’inizio ma sembra che ad oggi questo inizio stia avviandosi in modo non corretto. La normativa nazionale non impone la creazione di impianti fognari duali per cause economiche e tecniche. Ci sono comuni che per motivi di spazio non possono accogliere due tronconi di fognature e potrebbe essere molto dispendioso economicamente, quindi, in questi casi è possibile realizzare impianti fognari misti. Gli impianti fognari misti, raccolgono ogni tipologia di acqua, come ad esempio quelle meteoriche, quelle reflue e rifiuti solidi.

I depuratori del Bacino Idrografico del Sarno saranno destinati a non depurare mai in modo corretto.

Depuratore di Mercato San Severino

A vanificare tutti gli sforzi economici basta una pioggia media o torrenziale per mandare in K.O. il sistema di depurazione poiché le grandi quantità di piogge cadute sulle aree impermeabili ed urbanizzate, defluiranno per il tramite della condotta di fogne miste in un depuratore che per motivi di sicurezza e tecnici non riuscirà mai a depurare correttamente i reflui in ingresso e che sono in eccesso e quindi li restituirà non depurati nel corpo idrico superficiale ove lo sbocco del depuratore, solitamente è ubicato. Cosa ancor più grave è la stessa miscellanea di composti che arrivano in depuratore hanno un carico inquinante ancor più elevato, a differenza se suddivisi singolarmente, poiché l’unione di più composti crea delle reazioni chimiche che ne aumentano il potere inquinante.

Il Drenaggio Urbano

Esempio di Drenaggio Urbano in Città

Un aspetto importante è il drenaggio urbano nelle città che aiuterebbe la diminuzione di ingresso delle acque nelle fognature o un rientro in fogna più graduale. Ad oggi il drenaggio urbano non viene quasi mai valutato e non si controlla la sua obbligata, in alcuni casi, creazione in contesti edilizi e urbani.

Cosa si può fare per arrivare all’obiettivo finale di disinquinamento del Bacino del Sarno?

Molti si domanderanno cosa si può fare per avviare una soluzione. Intanto come ho scritto poc’anzi non si arriverà mai ad un definitivo disinquinamento del Bacino, tra circa sessantanni, quando forse si sarà arrivati a ricostruire o adeguare tutti gli apparati fognari e depuratori, forse assisteremo a momenti di “sole” e momenti di “tempesta”. Infatti ci sarà sempre un “tempo variabile” e mai “Sereno” sul Bacino Idrografico del Fiume Sarno, anche quando penseremo di aver raggiunto l’obiettivo.

Riduzione dei Rifiuti e utilizzo dell’Acqua

Cosa importante però ora è ridurre la produzione di rifiuti e utilizzo dell’acqua. I cittadini in casa, possono arrivare anche ad utilizzare trenta litri di acqua procapite al giorno, a differenza di oggi che se ne consumano 220 litri a testa.

Basta solo effettuare il recupero e riutilizzo delle acque domestiche e piovane. Bisogna poi operare a larga scala per incentivare queste azioni sia in ambito civile che aziendale. Sicuramente è un qualcosa di non semplice da realizzare ma non impossibile, ma chi mi sta leggendo può anche iniziare da subito a dare il proprio contributo facendo recupero e riutilizzo delle acque domestiche. A tal proposito ho creato un gruppo facebook che parla di questo utile, formativo, interessante, vitale argomento. Clicca qui

Non ho toccato l’argomento dei rifiuti Solidi nei fiumi, potete però vedere una delle nostre attività. Rifiuti nell’Alveo Comune Nocerino, il CNSBII chiede la rimozione

Ringraziamo il nostro coordinatore per la disponibilità avuta nel chiarirci le idee.

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